Boston, USA

Boston, USA
Natale 2007

mercoledì 11 luglio 2012

La spugna eco-biostorica: Il tempo 0




(A. C. © 2012)

Anteprima dal sito:
Antonia Colamonico. La spugna eco-biostorica, l'intelaiatura della vita. © 2012.




"... Sant'Agostino definendo il tempo, ne Le confessioni, ha evidenziato il suo carattere sfuggente:
"Allora che cosa è il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più".

Proprio isolando tale difficoltà, egli ha sintetizzato tutto il limite cognitivo dell'uomo che, nell'azione del ricercare definizioni generali, resta circoscritto a giustificazioni particolari, legate alle inclinazioni soggettive di dicitura e di mappatura di una realtà che trasborda i confini dell0 sguardo:
  • La ricerca della verità si pone come la funzione storica che spinge l'osservatore (uomo) ad interrogarsi sulla vita e sulle sue implicazioni, ma in tale anelito al vero egli sa trovare solo delle soluzioni diversificate che gli danno una consapevolezza di breve durata, poiché basterà un nonnulla perché tutto quanto definito sia capovolto. In tale perenne stato del dubbio, la conoscenza assume la connotazione dell'incertezza, rivelando tutta quanta la fragilità del castello concettuale sin lì elaborato e da cui necessiterà ripartire per il successivo viaggio d'esplorazione. Ogni viaggio è un processo di chiarificazione della realtà percepita che di fatto è una "vestitura" di verità. Ogni conoscenza è un dare l'abito (status di abitante spaziotemporale) ad  un "quid" che assume la connotazione di senso-valore, circoscritto alle lenti-carte-scale cognitive e alla finestra-campo di lettura. 
Ponendo il limite-contorno al sapere umano, Agostino ha dato, inconsapevolmente, una forma topologica alla dimensione temporale, definendo la particolare struttura a svincolo-nodi del contatto tra il tempo vitale (t. vissuto in ogni tempo 0) e il tempo compreso (t. immaginato-ricordato).  

Ogni avvistamento (azione del vedere) fa inglobare nella coscienza dell'osservatore-vivente i differenti campi-trame (le finestre-reti) delle aree dell'ora-adesso e dello ieri-domani, relativi sia alla dimensione dell'io-sé e sia a quella del mondo-altri come dei molteplici territori (topos) proiettabili nello spaziotempo (la mente multi-proiettiva), come tante immagini su di uno schermo che, a differenti aperture-videate (le finestre storiografiche), rendono possibili i percorsi di conoscenza che daranno spettro-visione alle azioni di risposte storiche:
  • Lo stato dell'essere presente, a sé e al mondo, accompagna ogni esplorazione del soggetto storico, quale spartiacque a tempo 0 che si fa bordo-soglia del contatto in cui si vincolano, allacciandosi e circoscrivendosi come in una cerniera, gli stati del fuori (universo) e quelli del dentro (io) che danno alla mente-pensiero la molteplice dimensione di una realtà a più mondi, percorribili lungo quella linea-cerniera di confine segnata dall'ora-adesso.
Ogni singola coscienza, indipendentemente dalle particolari indagini o azioni storico-disciplinari, nel suo viaggio nella vita, decide arbitrariamente d'indirizzare la sua attenzione o verso il mondo o verso il sé e, in tale capacità a volgere lo sguardo, mette in luce un'area della forma vitale e automaticamente in ombra un'altra zona, in relazione ad una molteplicità di stimoli percettivi che svolgono la funzione di ordinatori sensoriali di esperienze fattuali-fattibili. Si può parlare, in tal senso, di un costruttivismo soggettivo storico-epistemologico che vede lo stesso osservatore (ogni uomo) coinvolto nell'azione di lettura-definizione, in quanto ogni indirizzo-verso dello sguardo-mente vincola insieme, l'osservatore-soggetto e l'oggetto-osservato, nella carta-definizione  che è il risultato della ricerca di un particolare significato:
  • Ogni lettura è un indicatore di senso-direzione di sguardo-risposta alla vita di una singolarità che ha fatto di tale ricercare uno degli scopi della sua azione storica, trovando così, con il gioco-reti delle proiezioni immaginative di spazi-tempi-fatti delle soluzioni sufficientemente coerenti e condivisibili in carte-mappe. Sono le carte ad essere oggettive, cioè "oggetti" che si prestano ad essere intessuti (tessuti dentro) nelle osservazioni successive, anche di altri osservatori, e non le soluzioni che restano sempre vincolate all'occhio-mente di quel particolare uomo-lettore che in un databile e collocabile momento storico ha ritenuto opportuna la tale risposta storica e non la talaltra (soggettivismo della scelta).
    • Non si possono massificare le scelte-risposte di azioni, senza svuotare di significato storico le dinamiche vitali, in ciò si può leggere la gabbia cognitiva delle "società di massa" che hanno de-personalizzato le risposte, rendendole copie standardizzate di modelli astratti privi di identità concrete (le ideologie e le  mode). Nella perdita d'identità singolare si smarrisce lo scopo vitale della dialogica individuo/campo e di riflesso della capacità proiettiva dello sguardo-mente che si modella, uni-formandosi, al ristretto consumo dell'attimo, perdendo così la profondità elaborativa e proiettiva dello sguardo, con relativo depauperamento della spugna del pensiero (vero stato di povertà).
  • Ogni singola risposta dalla teoria scientifica più ricercata all'espressione artistica più raffinata, dall'azione più nobile a quella più deprecabile, è una ricerca privata di un soggetto lettore-attore-abitante storico, delimitato in una nicchia particolare di spaziotempo, che ha dato la sua versione-inclinazione alla dinamica degli eventi, che si fa visibile (oggettiva nei fatti) in una data azione o in un certo scritto o in una precisa dimostrazione o in una evidente scoperta o in un particolare manufatto... Ne consegue che il soggettivismo significante si fa oggettivismo significativo solo nella dialogica tra osservato-osservatore-osservazione. Si comprende come in una partecipazione attiva del soggetto storico, non tutte le risposte storiche possano essere trasferibili e quindi perpetuabili, in nome di una validità oggettiva, svincolata dall'individuo e dal campo che le hanno immaginate-attuate.
  • Ogni risposta è un “fatto-evento” che lega quella particolare nicchia storica (databile e collocabile) al suo privato soggetto (nominabile) che l'ha compiuta e in tale unità mente/campo sono un uno/tutto irripetibile. Ad esempio Napoleone Bonaparte accettò di scendere in Italia e dare spazio al sogno francese di un impero e alle aspettative dei giacobini italiani di libertà dalla tirannia dei monarchi assoluti. L'azione, assumendo una data e un luogo, concreti (campagna d'Italia del 1796-1797), si trasformò da proiezione mentale di immagini di futuro in uno stato di fatto e, nel compiersi, furono negoziate e limante le manie di grandezza napoleoniche con le aspettative francesi, con quelle italiane, per cui il risultato storico (oggettivo) fu un certo verso-direzione impresso (scritto dentro) alla dinamica del divenire dei campi vitali, in cui Napoleone ebbe un ruolo decisivo per quelle che sarebbero state le diramazioni d'evento (creste storiche) private, nazionali, internazionali. La medesima argomentazione vale per una teoria scientifica, ad esempio, la teoria della relatività allargata di Einstein che indirizzò le ricerche successive dando delle forme storiche a taluni eventi (effetto domino), inibendone altre; o per una particolare interpretazione pittorica dell'azione della luce, ad esempio, con Caravaggio, che influenzò il gioco di luce/ombra dell'arte successiva, aprendo all'impressionismo del primo '900; o per quant'altro. In tal senso Napoleone, Einstein e Caravaggio assumono il ruolo storico di perturbatori dello spazio-tempo, lasciando un'impronta nel divenire della storia che si fa orma indelebile del loro passaggio nella vita.

Ogni soggetto costruisce, nel gioco di stimoli-sguardi-significati-rimandi, la privata spugna mentale che si fa mappa di proiezioni di realtà oggettiva a doppia polarizzazione io-mondo, incidendo così con il privato valore-indirizzo il fluire della vita e imponendo l'ombra-spettro dei personali gradi di chiaro/scuro ai sensi del sé e del mondo che resteranno per sempre influenzati:
  • La coscienza non è scissa dall'esperienza, che si fa sotto-strato che permea di sé ogni scelta d'azione, incanalando gli stati di umori, di sensazioni, di pre-certezze, di sofferenze e di già compresi verso una particolare angolatura di significato. In tale essere sempre presente a sé medesima la coscienza esperienziale, come la spugna naturale nel suo habitat marino, elabora in simultanea i significati-nome, gli spazi-forma e i tempi-durata relativi ai particolari quid storici avvistati che, assumendo presenza e connotazione di reale nel tempo 0, si imprimono nella memoria come “echi informativi”. In tale capacità recettiva la coscienza svolge l'azione di antenna-precettiva di segni vitali; gli stessi studi scientifici, oggi, indagano sulla forma del DNA e iniziano a isolare in essa una funzione di antenna, quale orecchio in ascolto, in grado di facilitare l'interazione dell'individuo (storico) con il suo habitat-nicchia (storico) al di là della stessa struttura bio-evolutiva di specie. Proprio in tale “abilitazione all'ascolto” di echi di campo si può parlare di apprendimento storico intrinseco all'intero processo vitale che rende ogni soggetto, di ogni livello-nicchia storica, attento ai segnali che poi dovranno essere decifrati e collocati, secondo i privati linguaggi, in un particolare senso-direzione evolutivo, indipendentemente dalla appartenenza al regno animale o vegetale o minerale... o se particella o onda o altro. 

    • Ogni collocazione-definizione è una riduzione  concettuale (del particolare uomo) intrinseca al processo di conoscenza e di chiarificazione della realtà esperita che, in sé, non ha nome. Esiste una consapevolezza storica (a campo allargato)che rende possibili le evoluzioni, pur nelle particolarità locali, come una grande memoria-madre (il Tutto-rete) da cui prendono a differenziarsi le memorie-figlie di realtà (l'uno-nodo), in grado di apportare, ognuna, una particolare novità ed eccezionalità.

  • L'essere co-scienza (a rete uno/tutto, madre e figlie) fa assume, alla Storia-campo, a finestra allargata, e all'individuo-soggetto, a finestra ristretta, il ruolo-funzione di vivente, quale saper essere, consapevolmente, con l'uno/ tutto, in ogni attimo di presente, a 360°; in tale consapevolezza si attualizza la dialogica individuo/campo, sempre filtrata dall'occhio-mente del singolare osservatore che avendo la capacità decisionale e interpretativa dei segni-echi storici, decide di volta in volta il cosa, il come, il quando e il perché rispondere o no.
La possibilità a rispondere, individualmente, agli stimoli informativi del campo, da un lato svincola la realtà da un meccanicismo automatico in cui tutto si ripete secondo canoni ben formalizzati ["struttura a orologio", in K. R. Popper. Nuvole e orologi. Il determinismo, la libertà e la razionalità. Armando Ed. 2005] , dall'altro rende possibili le gemmazioni vitali diversificate (processo moltiplicativo), essendoci la possibilità di una complessità di risposte particolari che legano, come in un abbraccio, ogni singolo individuo al suo spazio-tempo e questo a tutti gli altri spaziotempi, per cui non si può più parlare di determinismo storico essendoci una soglia di libertà, zona d'ombra di lettura, nei sistemi vitali, che rende non scontate le dinamiche future. Ed in tale stato d'incognita i processi si legano (nodo-svincolo) alle variazioni minime di campo (l'effetto farfalla) che, amplificando e ramificando le forme con una complessità di risposte storiche, fanno del processo creativo un diveniente (colui che diviene) e non un già compiuto, come inteso nel meccanicismo ad orologio del paradigma classico. 

La vita vista dal di fuori (occhio eco-biostorico a punto infinito) assume un corpo-membrana,  come sistema a uno-tutto di processo moltiplicatore che rende non finita e non scontata la creazione; in tale continuo rigenerarsi il nuovo può prendere forma, manifestandosi come l'aspetto più importante del processo storico che ha inscritto, in sé, la partecipazione attiva di ogni singolo soggetto-creatura-antenna, quale contributo inalienabile e privato al divenire storico:
  • La libertà è nella vita e la vita si riconosce nelle infinite possibilità di ogni individuo-agente storico (a 360°) che collocandosi, ciascuno nel suo campo-nicchia di realtà, può assumere a pieno il diritto di cittadinanza che fa di ogni campo-individuo un'unità singolare unica e irripetibile, come unici e irripetibili sono i fiori di un ramo di una data stagione e di un particolare albero. Le singolarità vitali come in una danza coabitano nello spazio-tempo che resterà per sempre informato e perturbato dal loro passaggio nella vita, a tempo 0.
Se si prova a disegnare la dinamica relazionale dei campi individuo-vita, in senso lato, essa assume una forma a insieme unico di molteplici sotto-sistemi che possono essere percorsi solo lungo il bordo del contatto-adesso che ne segna, secondo per secondo, il perimetro esplorativo e come uno svincolo stradale apre a più possibilità di direzioni, così la percezione-lettura-esperienza apre la privata coscienza o verso il soggetto (il sé) o verso l'oggetto storico (il campo altro da sé), che si strutturano come due orizzonti informativi diversi in comunicazione tra loro


La comunicazione è nello stesso processo storico, proteso alla dinamica del divenire.
L'osservatore-soggetto uomo, in tale gioco di percezione-lettura-significato, si posiziona come un occhio egli in un 3° campo a punto infinito, esterno ai due mondi, in tale essere un al di fuori alla dinamica io/mondo può esercitare la scelta e proiettare come su uno schermo: il come, il dove, il perché, il quanto e il quando di ogni rilevazione e iniziare così a intessere privatamente le trame storiche dei suoi apprendimenti, instradandosi ora verso il fuori-mondo, ora verso il dentro-io:
  • Tale terzo campo di lettura, come ulteriore livello ordinativo della coscienza, si posiziona quale area dell'attesa di giudizio, pari ad un grado di astensione o meta-posizione che rende discontinua la percezione del tempo ed è proprio in tale stato neutro di scelta che si comincia a distinguere l'unica realtà in due sotto-campi e questi in altri e altri sotto-campi ancora che dispiegano a loro volta le tante “de-rive di realtà” con sdoppiamenti ulteriori di sotto insiemi a cui viene data dignità di veste storica.
Il sistema cognitivo che ne scaturisce è più simile ad una forma geometrica a frattale che ad una linea retta, così come fu interpretata dagli storici classici. Essi figli del loro tempo, infatti, lessero il gioco riflessivo di Agostino sul tempo, secondo una visione a geometria euclidea, per cui l'organizzazione della conoscenza fu immaginata come semplice successione continua di tempi-presente, quale semplice procedere dallo ieri, linearmente, verso il domani e su tale linearità uni-dimensionale di organizzazione si disegnò, definitivamente, la carta storiografica (C. Cellario 1634-1707) come una freccia-tempo indirizzata dal passato verso il futuro.

La trovata di una carta storiografica a linea retta rese possibile semplificare la gestione e l'organizzazione degli eventi storici, che, con un sì fatto espediente mnemotecnico, si poterono disporre in successione temporale, isolando delle relazioni di cause ed effetti che assunsero, sulla carta-mappa, delle precise collocazioni di derivate storiche. La retta, poi, si prestava bene ad essere successivamente scomposta in tanti segmenti-porzioni di linee-tempo, in cui era facilissimo poter raggruppare gli stessi eventi in sotto-periodi storici, dividendoli secondo le differenti epoche - Preistoria, Antichità, Medioevo, Età Moderna, Mondo Contemporaneo; Paleolitico, Mesolitico, Neolitico; Alto, Basso Medioevo...

(Carta storiografica del Cellario)

Tale organizzazione è ancora riscontrabile nei testi scolastici, che mostrano una successione di date creando di fatto una rigidità mentale a cause-effetti (occhio uni-direzionale), che svincolano le interpretazioni storiche dal punto-posizione dell'osservatore-narratore, come se egli fosse un occhio indifferente agli orizzonti di lettura che egli stesso si dà:
  • Gli storici di fatto finirono per confondere il piano di lettura (punto di vista) con quello di verità storica degli accadimenti e diedero alle interpretazioni, semplici narrazioni, il carattere assoluto di oggettività fattuale, ma il credere obiettiva la privata lettura fa inevitabilmente scontrare con le letture altrui, di qui gli irrigidimenti ideologici con le intolleranze culturali, religiose, sociali e politiche.  

    • Ogni intolleranza, a occhio-lente eco-biostorico, è in realtà una limitatezza-cecità immaginativa e osservativa, indice di una sofferenza cognitiva che nasce dall'aver negato valore alla complessità dell'esplicarsi della vita nelle sue innumerevoli forme (negazione del diritto di habitus-cittadinanza).
Tale linearità organizzativa non fa visualizzare, ad esempio, i legami d'interdipendenza (effetti di ritorno delle azioni) tra l'individuo e il campo che insieme azionano la dinamica storica degli spazi-tempi-fatti, in relazione alle singolari esperienze, che rendono discutibili (soggette a più livelli-strati interpretativi) le attribuzioni di cause-effetti:
  • Ogni risposta storica implica il piano della scelta da parte o dell'individuo o del campo, e ogni scelta è il risultato di una molteplicità di fattori funzionali al far emerge quell'una ed una sola risposta che si fa concretezza storica (il fatto-evento). I fattori iniziali essendo campi della scelta o dell'agente o del campo, restano nella zona d'ombra dell'elaborazione che si fa visibile solo nell'atto di concretezza, lasciando intorno a sé quell'alone d'incertezza così bene raccontato nelle Confessioni.
Gli storici così facendo, inoltre, finirono con lo svincolare il tempo dallo spazio che, rappresentati come due realtà indipendenti, cessarono di essere vincolati con le influenze reciproche sui fatti, sino a quando A. Einstein non introdusse il cronotopo.

Perdendo la reciprocità d'insieme sistemico, come ricaduta sul cervello-mente, si ebbe una fissità cognitiva (forma regressa di pensiero), infatti il limite di una tale organizzazione della conoscenza storica è nell'educare l'occhio di lettura ad una forma d'egoismo storico, in quanto non essendo possibile leggere gli effetti di ritorno delle azioni personali, il pensiero si localizza su una sola area d'osservazione, relativa al sé-classe sociale e su un unico livello evolutivo l'agente-gruppo storico di appartenenza:
  • questo non avviene ad esempio con una lettura a feedback con un tempo circolare di andate e ritorno di azione, in cui ogni azione genera una perturbazione-ricaduta di campo-habitat e il campo adeguandosi e modellandosi alla “variazione” storica, produce a sua volta una risposta che genera un effetto di ritorno sullo stesso individuo-agente che così potrà imparare a leggere il valore-peso storico della sua azione iniziale e poter migliorale la traiettoria nell'azione successiva. In tale azione continua di verifica del sé e del campo i due si fanno unico processo nella medesima mente dell'osservatore-narratore che si apre all'incontro del sé con l'altro.
Solo in una lettura “attenta al campo” si sviluppa un occhio-mente dialogico che sa vedere sé e l'habitat come un unicum che si evolve, insieme, vincolandosi nuovamente, sempre, come in un abbraccio vitale; modo di lettura questo, ad esempio, tipico delle società arcaiche naturali, attente alle dinamiche cicliche del ritorno delle stagioni con le produzioni naturali; modo di lettura quasi totalmente perso con il sistema industriale e il suo modello a catena di montaggio (il taylorismo), con la divisione a linea-sequenze dei compiti e con la standardizzazione dei prodotti, la massificazione dei mercati e delle abitudini sociali.

Da quanto sin qui detto si può cogliere come l'organizzazione delle carte di lettura svolga la funzione di spaziatura della stessa mente, per cui si genererebbe una forma di dipendenza tra il soggetto osservatore, il modello-idea elaborato e la tipologia d'azione costruita. Ritornando alla lettura agostiniana egli ponendo il nodo-contatto tra il dentro e il fuori, non vide una costruzione di linea-continua, ma una gemmazione a punti-vuoti adesso-ieri-domani che aprivano in lui spaccati-finestre di ricordi e di sogni che gli facevano percepire i mutamenti storici, pur nella consapevolezza della permanenza d'identità:
  • il valore della sua intuizione sta nel fatto che nonostante la permanenza nello stato dell'oggi, il soggetto-io lettore ha memoria del passato e consapevolezza del futuro che aprono la mente a due forme differenti di spazio-tempo, il non è più e il non è ancora, come delle linee di fuga a più percorsi immaginativi che permettono di tracciare la privata carta storica multi-orientata all'infinito passato e all'infinito futuro nel finito presente.
Leggendo con lo sguardolente biostorico la visione-sguardo d'Agostino, egli osservava un'esplosione di spazi-tempi che contornati da finestre tematiche, gli davano una struttura aperta di memoria storica, come tante stanze, una nell'altra, in cui egli si muoveva tessendo i sistemi di reti di senso che vestivano i ricordi e le aspettative-sogni di significati funzionali al suo stato di presente
 
Solo accettando la funzionalità come lo scopo vitale, si rende coesa la coscienza che assume il ruolo di negoziatore degli stati di realtà, in ogni tempo 0 di presente.

Si può comprendere come assuma importanza il come si leggano e si organizzino le informazioni fattuali, lo storico ad esempio, oggi, non può più limitarsi  ad una semplice narrazione di eventi (cronaca), ma dovrà assumere la meta-posizione (occhio eco-biostorico) di tipo geometrico per rilevare le interdipendenze tra sé e il mondo, elaborando le proiezioni di relazioni tra fatti-idee-carte-bisogni-soggetti-agenti-occhio lettore-ricadute d'evento. Lo stesso dicasi per un fisico o un economista o un politico. Essi dovranno sviluppare una consapevolezza del loro stesso essere osservatori di dinamiche e perturbatori di realtà che rendono inevitabilmente vincolate e parziali le letture stesse e in tale essere carte di possibilità storiche, ogni lettura assume una valenza storica di orientamento-riflesso nella complessità a multi-strato, a multi-verso e a multi-forma della vita. 

Solo sapendo indossare una lente cognitiva caleidoscopica a occhio biostorico (occhio di mosca) si potrà essere in grado di scalare e relativizzare le letture in rapporto ai punti di vista, alle carte-mappe, ai fatti isolati e alle aspettative di lettura stessa che, come tante semplici collocazioni diversificate nello spaziotempo, potranno svelare il limite nelle produzioni fattuali delle società. Ogni limite poi si porrà come punto di partenza per eventuali correzioni storiche, dato che mutando o ruotando le stesse posizioni-interpretazioni cognitive si produrranno altri modelli-carte di differenti dinamiche che diverranno abiti mentali difformi con relativi diversi giudizi storici:
  • In tal modo moltiplicativo a sguardo eco-biostorico si comprende come si possa parlare di miopia di lettura della cultura classica o moderna, in cui in nome di una legge generale pre-stabilita si creavano le gabbie storiche con le cerchie di privilegi e di ingiustizie in cui si attribuivano i gradi di maggiore o minore diritto ad esserci nella vita e quindi i genocidi, le lotte di classe, gli accaparramenti, i ghetti e tutte le barbarie di una mente malata di fissità cognitiva ed emotiva.
Ogni limite, invece, è confine valicabile che dà nuovo spazio ai non ancora dei modi possibili che entreranno, una volta attuati, a pieno titolo nelle costruzioni vitali... " 
________________________
Per un approfondimento:

Boston, USA

Boston, USA
Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008