Boston, USA

Boston, USA
Natale 2007

lunedì 25 febbraio 2008

QUANTI, ECHI E CRESTE DI EVENTO - L’informazione come catalizzatore nella dinamica biostorica

di Antonia Colamonico

Abstract : 2° Convegno Gruppo Open Network for Scienze: Bio-informazione e svilpuppi cognitivi della scienza. Settimana Nazionale della Scienza - Firenze, 15 marzo 2005.- Palazzo Strozzi.

Il processo storico, inteso come la dinamica dialogica della vita, è un processo informativo che si propaga nello spazio-tempo, per effetto di ricaduta dei quanti storici. Il quanto è il pro-motore della dinamica perturbativa che dà luogo agli eventi. Esso, una volta attuatosi, muore, lasciando dietro di sé un eco-informazione, quale traccia della deformazione subita dal campo. L’informazione, come memoria del mutamento, svolge la funzione di catalizzatore, poiché innesca l’organizzazione dei quanti successivi, quali risposte di evento alla perturbazione subita dalla spazio-tempo. Le risposte, a loro volta, attuandosi, lasceranno un nuovo grado d’informazione-eco che si propagherà, riperturbando nuovamente il campo vitale. è proprio in tale gioco ricorsivo di vita/morte, generato dai quanti informativi, che si attua il processo storico, come gemmazione di eventi che danno luogo alla realtà, dal micro al macro cosmo. Il passaggio dall’infinitesimo piccolo all’infinito grande si pone come il variare dei gradi di organizzazioni in organizzazioni, che si attualizzano per effetto della caduta dei quanti.

L’informazione, in tale visione, assume un ruolo determinante nella costruzione della storia, poiché sono proprio gli echi a influenzare le possibilità di creste di futuro. In tale prospettiva ogni evento può essere ricondotto all’eco-traccia che ne ha influenzato l’organizzazione e, a sua volta, la diramazione nel piano di futuro. È proprio in tal senso che si può parlare di permanenza storica, essendo ciascun evento destinato a permanere nello spazio-tempo, quale quanto informativo che, pur avendo perduto la sua bio-fisicità, è un segno-traccia che per sempre si presterà ad essere conosciuto, nei successivi piani di realtà. Un esempio: i ritrovamenti archeologici sui dinosauri o lo studio di antichi fenomeni stellari o i ricordi di un uomo che riaffiorano o di una identità sociale che riprende una sua collocazione storica. Ogni quanto, può essere definito un nodo biostorico, nodo che s’intesse nella trama della rete storica, intesa questa come il campo uno-tutto della vita.

In una lettura eco-biostorica il concetto di uno-tutto è basilare per comprendere l’organizzazione della realtà, poiché il processo vitale è visto come un organismo a corpo unico, che assume una forma frattale a spugna, fatta di creste d’evento (gli accaduti) e di vuoti d’evento (i non attuati). Tale corpo a struttura complessa, con un processo auto-referenziale, continuamente si ri-modella riprendendo forma, nello spazio-tempo. Tale plasticità del campo fa, di ogni quanto, una gemmazione nuova.

In una sì fatta visione, la storia non è più una semplice successione di causa-effetti prevedibili, tempo lineare, ma bensì un gioco di spazi-tempi che si deformano e riformano, con un processo creativo che si chiude a piani di passati e s’apre a prospettive di futuri nuovi. In tal senso il determinismo storico è ridimensionato, non annullato poiché il passato svolgerà sempre un ruolo importante nell’indirizzare il piano di futuro, ma l’indirizzare implica un grado d’incertezza, dovuto al perpetuarsi nel campo dei quanti informativi che, come rumore storico, innescheranno i gradi d’imprevedibilità: è quel effetto farfalla cha apre la vita alle nuove organizzazioni.

giovedì 21 febbraio 2008

Le carte biostoriche e la geografia del pensiero complesso


di Antonia Colamonico
Abstract: intervento Convegno Nazionale Associazione Insegnanti Italiani di Geografia “Terre di mazzo: La Basilicata, tra costruzione regionale e proiezioni esterne”. Sez. Carte Geografiche. Palazzo Ateneo, Potenza 19-22 ottobre 2007.

Intorno agli anni ’80, i cultori della Complessità hanno posto l’attenzione più che sugli oggetti di osservazione, sulle relazioni tra oggetti-osservatore, quali campi di perturbazione reciproca. E Morin parlando della relazione individuo-campo ha definito la dialogica della vita, come una dinamica di lettura a fedd-back tra causa/effetto che rende le risposte dell’io e del campo autoreferenziali e vincolate. Ma a guardar bene, cosa si intende per autoreferenzialità nei processi se non la capacità d’apprendimento continuo!

Si può comprendere come l’apprendimento da fatto scolastico si sia evoluto in principio costitutivo dell’organizzazione cosmica. A tale riguardo importanti sono stati gli studi di K. R. Popper, che hanno sottolineato la differenza tra un sistema ad orologio e uno a nube; nel primo si parla di un già costruito nel tempo; nel secondo di un costruito in costruzione, nel tempo. Quel in costruzione crea la differenza tra un processo determinista ed uno indeterminista, soggetto alle alee di campo. Ed è proprio studiando il campo, come fattore inalienabile nella costruzione dei processi, che I Progogine ha posto l’irreversibilità della freccia del tempo che procede verso l’infinito futuro, ridimensionando la fisica classica.

L’autoreferenzialità dei processi si pone come una forza propulsiva che autoalimenta la dinamica vitale, rendendola creativa, cioè aperta al futuro. Un futuro tutto da giocare che, di rimando, riporta al valore del presente, quale unica dimensione di realtà che imponendo delle scelte di risposta, azione per azione, apre a una data direzione o trama di futuro. Gli studi sull’effetto farfalla di Lorenz dimostrano come i processi, vincolati alle variazioni minime, si biforchino, moltiplicandosi. Le biforcazioni rendono la struttura della storia frattale, a spugna.

Biostoria, come scienza/metodo che disegna la dinamica della vita, ha preso corpo in tale humus culturale. In biostoria sono disegnate le nuove mappe storiografiche che presentano la dinamica vitale come una rete uno-tutto che si presta ad essere letta a maglie-finestre.

Il punto di partenza della nuova lettura è stata la finestra storiografica che aprendo alla dimensione spaziale, ha stravolto l’architettura storica. La carta tradizionale del Cellario del 1600 poneva gli eventi sulla linea del tempo e distribuiva le informazioni in tre grandi periodi: età antica, medioevo, età moderna; è stato aggiunto, poi, erroneamente, mondo contemporaneo. Si rifletta, ad esempio, su quale senso abbia unire nella categoria contemporaneo: la prima guerra mondiale, il crollo delle torri gemelle, il 1848 in Italia.

La costruzione di una carta storiografica organizzata su assi cartesiani ha implicato una mappatura a rete-nodi di tipo geografico, come il risultato del sistema di coordinate. I nodi potevano essere letti in finestre tematiche, quali campi di lettura, delimitati in uno spazio-tempo. La scoperta di una sì fatta organizzazione è stata che la finestra si prestava ad essere slabbrata, allargando o rimpicciolendo il campo d’osservazione, effetto a zoom. Tale possibilità di mutamento determinava una relativa possibilità di cambiamento delle relazioni di evento, in quando si introduceva, nella lettura, un gioco di ombra/luce che poneva in rete i fatti, in funzione delle ampiezze d’osservazione. Nascevano, così, le visualizzazioni caleidoscopiche che hanno introdotto la complessità e la plasticità nella lettura, con relativa plasticità dell’occhio-mente osservatore.

Con Biostoria si è iniziato a tracciare la topologia della conoscenza, come un’organizzazione del sapere a vincolo osservatore/osservato/osservazione, per cui mutando un fattore in uno dei tre sistemi, automaticamente muta tutto l’insieme. Gli effetti di ricaduta della nuova visione sono il crollo del paradigma dello storicismo, la nascita della geografia del pensiero, la creazione di palestre della mente.


martedì 19 febbraio 2008

Che cosa è cambiato nella conoscenza?


"... Con l’avvento della cibernetica, della relatività generale, del principio di indeterminazione ecc. molte cose sono state rilette e si è attuato un mutamento nei sistemi di studio della realtà. Le osservazioni sono state legate agli occhi-posizioni di lettura; le dinamiche d’evento ai campi di propagazione; i campi di lettura alle scale-grandezze delle lenti d’osservazione e, così facendo, si è notato che ad ogni lettura corrispondeva e corrisponde una differente inquadratura di realtà e ad ogni inquadratura, una differente topologia dello stesso evento. La portata innovativa delle ricerche scientifiche di fine ‘800, tuttavia, non avrebbe prodotto alcun mutamento evidente nei sistemi produttivi ed informativi, se non ci fosse stata la microelettronica, con i relativi sistemi computerizzati.
L’utilizzo del computer ha permesso di fare un salto da quello che potremmo definire un sistema univoco a orologio, determinista ad uno a nuvola, probabilistico, che si apre al futuro con evoluzioni pluridimensionali di organismo unico. Oggi si parla di Tempo e di tempi; di Spazio e di spazi; di Ordine e di ordini.
La realtà sembra essersi quintuplicata in una miriade di sotto-realtà che assumono aspetti, a volte contrastanti, a volte similari, come visioni caleidoscopiche che ad ogni rotazione assumono una differente forma e una diversa colorazione. In tale gioco di riorganizzazioni, le linearità di lettura, le assolutezze dei discorsi, le certezze delle definizioni, lasciano posto, alle scoperte di nuovi giochi, di differenti modi di essere della medesima realtà che diviene, che si modella e prende mille volti, in rapporto alle piccole alee di percorso che rendono unica, plastica e sempre nuova la vita..."

Tratto da: - A. Colamonico. La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso, in Pianetascuola, ed. Irfos. Bari, Ott.-Dic.2004, pp.5-6.

lunedì 18 febbraio 2008

La direzione dello sguardo nella costruzione della storia


In un’indagine biostorica assume un ruolo importante la direzione dello sguardo, come il campo d'interesse, vincolato ad una scelta, che indirizza la lettura verso un quid che diviene l’oggetto d’osservazione. Per essere più espliciti, la conoscenza muove da un tutto, ad esempio un cielo d’estate, in cui l’osservatore isola un movimento, un aereo che lascia una scia nell’azzurro, nell’istante stesso in cui l’aereo cattura l’attenzione il cielo è messo in ombra e la scia, in luce. In tale gioco di ombra/luce si distinguono l’oggetto e lo sfondo, il primo come individuo storico, il secondo come nicchia storica. I due sono un uno-tutto interagente che si scindono solo per esigenze di lettura.
Quando l’oggetto-individuo è identificato, assume un nome, poi l’interesse porta ad esplorarlo, conoscerlo, stimarlo… si può comprendere come le azioni successive a quella dell’identificazione, siano tutte vincolate alla scelta iniziale che va ad indirizzare il piano di futuro che si apre ad una dinamica e si chiude ad un’altra; per cui se scelgo l’aereo, trascurerò, magari una nuvola, poco distante, che diventerà il fuori-campo della mia azione di lettura e della mia costruzione di azioni.
In questo gioco di sguardo/direzione/nome/fuoco/azione, il soggetto osservatore può anche proiettare quel quid di presente o nel piano del passato o in quello del futuro: l’aereo da dove viene, chi lo ha preso… dove va, perché vaIl passato/futuro sono i due campi immaginativi del non c’è più e del non c’è ancora. Non sono la realtà, ma un'immagine-riflesso di realtà, cioè un eco informativo che prende concretezza in quel momento di presente.
Passato-presente-futuro sono i tre piani della coscienza che aprono la mente alla profondità della dinamica storica, vista come un processo di costruzione di realtà, momento per momento. Il presente è lo spazio a tempo 0, come piano della tangibilità che prende corpo, visibilità concreta. Il passato e il futuro sono proiezioni di una realtà che di fatto non esiste. Ad esempio l’informazione “è caduto il muro di Berlino” è un eco storico di un qualcosa che è avvenuto nel 1989.
Il futuro si differenzia dal passato, poiché il secondo è un costruito, un compiuto che ha imposto la scelta di un’azione, che una volta selezionata è divenuta definitiva; il futuro è un costruibile che si presta ad un cambio di scelta storica. Il passato è un sistema chiuso, il futuro un sistema aperto, per cui se il mio sguardo è attratto dal passato, inconsapevolmente leggerò una sequenza di eventi che si sono susseguiti con un ordine finito, che non si presta più a cambiamenti. Se è attratto dal futuro, essendo la dimensione del sogno e non quella del ricordo, il cambiamento è possibile, poiché l’azione non avendo preso corpo-realtà, si presta ad essere rigettata, corretta, ridefinita…
In tale gioco di possibilità il sogno può cambiare la direzione della storia e trasformare un'ingiustizia in una giustizia, una tirannia in una democrazia, una povertà in una ricchezza, un dolore in una gioia...
Per un approfondimento:
  • A Colamonico, Fatto tempo spazio. Premesse per una didattica sistemica della storia. OPPI quaderni, Milano 1993.
  • A Colamoico, Ordini complessi. Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo, Bari 2002.

domenica 17 febbraio 2008

Il paradosso dei due gemelli e la vecchia Europa

di Antonia Colamonico

Il paradosso dei due gemelli fu utilizzato da A Einstein, quando volle dimostrare la relatività dello spazio in relazione alla velocità del tempo, ricordarlo può essere utile per comprendere il perché del ritardo storico-economico del Europa e in particolar modo dell’Italia.
In una lettura biostorica
la velocità entra nella costruzione della vita come un fattore della massima importanza, poiché saper rispondere nel momento opportuno agli eventi, evita gli stalli storici, ma per rispondere si richiedono una grande capacità di previsione, saper anticipare le letture di futuro, e una forte capacità decisionale.
Col paradosso Einstein immaginò due fratelli gemelli che per fattori contingenti venivano separati, uno era proiettato nello spazio e viaggiava alla velocità della luce, l’altro restava sulla terra e viveva alla velocità del sistema terrestre. Il grande fisico sotenne che quello sulla terra invecchiava, mentre l’altro rimaneva giovane, poiché la velocità entra nella costruzione della realtà (il Cronotopo). Tralasciando la lettura prettamente fisica, che senso ha il paradosso?
Se si sostituiscono i due gemelli con due continenti, l’Europa e l’America del nord, e si selezionano due stati, gli USA e l’Italia, allora è facile comprendere, come le velocità dei due sistemi economico-sociali, sono completamente differenti e destinate ad amplificarsi in funzione della velocità con cui vengono elaborate le risposte storiche.
L’Italia oggi vive un’asfissia decisionale, poiché nel corso della sua storia recente e passata, si sono implementate le clientele locali e nazionali, per cui ogni decisione è stata circoscritta ad una serie di controlli ideologici ed economici che da un lato hanno salvaguardato le nicchie di potere, dall’altro fermato quei cambiamenti che avrebbero potuto mettere in crisi gli equilibri condivisi.
La gestione del tempo entra nella struttura economico-politico-sociale-culturale, come un elemento frenante o accelerante del mutamento storico.
Biostoria come scienza e metodo della vita, si pone come uno studio metacognitivo che vuole disegnare le dinamiche vitali/mortali della storia, per cui leggendo la crisi economico-politico-ideologica dell’Italia nel 2008, si può facilmente sostenere che il ritardo storico, ha significato l’invecchiamento del sistema Italia, naturalmente è una vecchiaia non solo anagrafica, ma principalmente ideativa ed emotiva. Ragionare su un paradigma vecchio, implica emotivamente percepire uno stato di stanchezza, poiché il frenare la dinamica della vita che è il processo di democratizzazione dello spazio-tempo, implica uno stato di malattia. Questo lo percepiscono bene i giovani che rispondono o con il nichilismo socio-personale che li porta a fuggire psicologicamente dalla realtà o con l’emigrazione, fuga materiale verso economie più dinamiche.
Il nuovo esodo oggi, non è più quello del contadino che andava a cercar fortuna in Australia, ma quello del neo laureato o neo ricercatore che scopre di essere inutile nel suo paese. Questo stato d’estraneità produce un forte rallentamento nella dinamica storica italiana. Se i giovani sono esclusi dal lavoro, dal salario, dalla politica… si incide sulla dimensione del sogno.
Nell’organizzazione biostorica il sogno, come area del progetto e del futuro, è uno stadio, funzionale alla dinamica della vita: uccidere il sogno equivale ad introdurre la morte nella società.

Natale a Boston

Ho trascorso le vacanze di Natale a Boston, c'era una temperatura di -10°, ma la città è bellisima!
L'impressione più forte è stata la sensazione di essere in un film, per come mi erano familiari i luoghi: vie, locali, case, negozi...
Decisamente è un altro mondo, sia per la diversità di razze che convivono, sia per il senso di libertà che si respira: ognuno può essere semplicemente se stesso! La vecchia Europa è proprio vecchia!

Boston, USA

Boston, USA
Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008