Boston, USA

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Natale 2007

domenica 27 aprile 2008

Il ritardo italiano risultato di uno stallo cognitivo e generazionale

di Antonia Colamonico


In una precedente pagina ho posto la relazione direzione dello sguardo e andamento di realtà, in cui ho sottolineato come in funzione dei campi di lettura che l’osservatore seleziona e predilige si costruiscano le dinamiche storiche. Cercando di chiare meglio, l’edificazione del futuro è vincolata dal verso-indirizzo che si dà all’occhio di lettura: se il mio sguardo è attratto dal passato, automaticamente tenderò a rallentare la vita, poiché cercherò di tenere vivo uno status di organizzazione che, per effetto naturale del processo di entropia, tende a morire.
Il voler far sopravvivere un modo storico-culturale-mentale, implicherà il ridurre le alee storiche, lette come dei pericoli mortali per lo stato del sistema. Le società autoritarie sono società conservatrici che tendono al passato quale dimensione storica, garante della vita. Sono civiltà tradizionaliste, chiuse in regole rigorose che frenano la realtà che, biostoricamente parlando, è proiettata verso il futuro. Si pensi ad un automobilista che guidi con il freno a mano inserito.
L’anziano, come il vecchio che ha esperienza e saggezza intorno alla vita, nata in lui da un’ampia capacità di scelta nella gioventù, è il custode-garante dei valori consolidati e perpetuati. Le società agricole si presentavano come realtà storiche organizzate sul culto del passato e in nome di ciò si facevano ingoiare le spinte progressiste, lette come pericolose per lo stato di potere.
Se il passato è oggetto di culto, si pensi alle civiltà islamiche oggi, tutto ciò che implica la creatività come le nuove linee e tendenze della storia, è ritenuto scorretto e soggetto ad una continua ispezione che si traduce in un stallo storico-sociale. Si implementano così i livelli di ritardo culturale, economico, politico. In realtà statiche i sistemi di lettura sono funzionali agli ordini socio-culturali da salvaguardare, per cui si darà valore alla memorizzazione più che alla ricercazione. Sono società che educheranno al mantenimento di un’idea più che all’ampliamento di essa. Tali realtà storiche tendono a morire, si possono spiegare cosi i cicli storici con le implosioni di civiltà.
Una domanda che si pone in chiave italiana è:

  • quale spazio oggi hanno i giovani nella struttura economico-politico-culturale del Paese?

I vecchi hanno imbrigliato la realtà, c’è il culto del giovanismo con la complicità del bisturi di medici privi d’onesta intellettuale, poiché non sanno dichiarare ai loro assistiti che la vecchiaia ha altre ricchezze su cui edificarsi. I vecchi costringono i giovani a tenere il passo, ad andare all’estero, a drogarsi per forza di inerzia, a rinunciare a sognare.
Il vecchio ha assunto il ruolo del Principe medievale che in cambio di una presunta protezione, rendeva il contadino servo della gleba. I nostri giovani sono i nuovi servi a cui è stata tolta dignità a pensare, a progettare, a migliorare la realtà, a investire la loro energia di pensiero nella storia, perché si vuole a tutti i costi far perdurare un passato lontano, ormai, anni luce.
Siamo nel mezzo di una tragedia greca, in cui effetti ancestrali prendono il sopravvento e i padri sono i maggiori nemici dei figli. Questo spiega lo stato d’asfissia del sistema Italia. Si pensi ad esempio alla politica delle pensioni, in cui si costringono gli attempati a restare nel mondo del lavoro, come se il loro cervello e il loro modo di rispondere agli stimoli lavorativi, fossero identici a quelli di un trentenne. Tale idiozia, giustificata con la crisi delle nascite, con la maggiore longevità e con la crisi degli enti pensionistici, rende vecchio il sistema Italia.
Se non ci fosse stata la rivoluzione microelettronica con seguente società informatica, forse lo stato di arretratezza ideativa, immaginativa, risolutiva, sarebbe meno visibile, poiché quello che ha seguito la logica del computer, è prima di tutto un salto cognitivo, inteso come un cambiamento delle medesime facoltà mentali.
Operando nella scuola, personalmente, assisto a incapacità operative e immaginative di colleghi che non essendo figli di internet, tendono a definire i giovani degli irresponsabili, poiché troppo veloci per i loro andamenti logici. Ed essi non possono andare e spesso non vogliono andare in pensione. La malattia della scuola italiana è la vecchiaia del corpo docente e la noia che si respira nella classe, noia dovuta ad un’organizzazione scolastica decrepita.
Quello che in pochi si comprende è che è cambiato il modo di ragionare e di organizzare lo spazio mente, si è passati da un occhio lineare-sequenziale che ordinava un pensiero uni-dimensionale, ad un occhio-mente pluri-dimensionale, che si struttura, grazie al gioco di finestre, in simultaneità su più livelli di pensieri. La simultaneità si traduce in velocità, oggi i giovani sono più veloci di quanto lo si fosse nel 1970, 1980, così come noi lo eravamo rispetto alle nostre nonne. I ragazzi del 2000 si confrontano con il nanosecondo, noi con le ore, come le nostre nonne, nel sistema agricolo, con le stagioni. Loro si muovono in uno spazio a campo mondo, noi a campo paese, le nostre nonne a campo casa. Ricordo i raccanti di nonna, che ricordava come lei con la sorella e le amiche trascorressero le giornate a ricamare, nascoste dietro i vetri di una finestra e non era permesso loro di uscire, se non per le funzioni religiose. La mia generazione ha iniziato la scalata all’istruzione e siamo uscite dai confini cittadini, per l’ingresso all’università e al mondo del lavoro. Ricordo, quando nel 1975 mi recai a Milano per insegnare, le opposizione che ho trovato, poiché una ragazza meridionale, da sola, voleva trasferirsi nella grande metropoli. Oggi mio figlio è a Boston, viaggia in rete, ha il mondo in un clic.

  • Per chiarire meglio il cambiamento di prospettiva, si rifletta sui metodi di lettura della realtà.

Come sostengo nel saggio Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso (in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.), il metodo di lettura-apprendimento lineare-sequenziale del sistema tradizionale si pone, oggi, in modo fortemente anacronistico, in rapporto al dinamismo delle informazioni prodotte, nei nanosecondi che si susseguono a un ritmo incalzante. La linearità va letta come un processo addizionale che si evolve per somma degli addendi: 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 verso ∞.
Ad esempio, in sette passaggi, si ha una crescita di 14, secondo l’esempio numerico. Si può notare, come un simile processo richieda tempi alquanto lunghi, poiché procede più lentamente verso l’Infinito. Sono questi i metodi su cui gli attempati che non si mandano a casa, sono stati educati.
Viceversa la logica seguita al sistema informatico, organizzata a finestre-nodi, si evolve secondo un processo moltiplicativo, a Costellazioni Semantiche, che si espandono come il prodotto dei fattori: 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 verso ∞. Il risultato che si ottiene in 7 passaggi è di 128.
Volendo proiettare nel tempo il confronto tra le due crescite, si nota che se a sette passaggi il valore è di 14 e 128; a dieci sarà di 20 e 1024; a quindici di 30 e 32.768, e cosi via. Si può, così, facilmente sperimentare come si è di fronte ad una crescita esponenziale delle capacità di lettura della stessa mente umana che procede più celermente verso l’infinito.
Lo stesso concetto d’infinito, a guardar bene, si è evoluto, in quanto oggi ha un’ampiezza di molto più grande e più complessa di quello immaginato nei tempi di Galilei, quando la storia dell’Uomo era calcolata intorno ai 6.000 anni, oggi 15 000.000.000.
Credo sia facile comprendere come mai prima d’oggi, sia necessario per il bene del Paese, lo svecchiamento dei quadri dirigenziali e della stessa forza lavoro. Se non si avrà il coraggio di ammettere che l’erosione del tempo implica l’erosione dell’energia del pensiero, la perdita di velocità nella risposta ad un evento, ecc. veramente saremo gli assassini dei nostri figli.

Personalmente, come madre e docente, sento il bisogno di prendere le distanze da simili tendenze necrofile.

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Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008