Boston, USA

Boston, USA
Natale 2007

venerdì 25 aprile 2008

Il campo Biostoria e i limiti cognitivi della ricerca storiografica tradizionale

di Antonia Colamonico


Se si osserva il quadro delle tendenze di ricerca, si può cogliere come gli storici siano soliti parlare sempre di passato; solo da qualche anno si comincia a porre l’attenzione sul presente e si avverte l’esigenza di un campo di lettura “Oggi” da affiancare a quello “Ieri”. Tali tendenze costituiscono un limite interno alla ricerca, poichè la dimensione storica dell’uomo si struttura su tre piani che sono Passato-Presente-Futuro. Ed è proprio questo ultimo, il futuro, l’elemento scatenante che dirige l’azione: sono le linee progettuali di immagini future che guidano i soggetti-società nella scelta delle azioni-risposte in tempo presente. Osservando la mappa biostorica a lato, si può notare come in una visione tridimensionale ad anelli, non tutte le azioni possono assumere lo stesso peso storico: una scelta “a” non equivale ad una scelta “b”.
Ogni linea di futuro si pone in rapporto di interdipendenza con la stessa azione che l’ha tracciata in un dato tempo-spazio. Sono le linee o i fili, quali echi storici, le trame sottili del vivere che rendono Rete il passato-futuro; mentre l’evento-fatto è il nodo che concretizza la vita: tale campoRete-Nodo, come un uno-tutto è lo spazio di lettura dello studio biostorico.
Un secondo limite è di tipo architettonico
: sono stati ampliati i campi di ricerca e come conseguenza le informazioni si sono quintuplicate, ma si continua a gestirle con la vecchia organizzazione della conoscenza.
La mia scoperta è stata l’aver capito che il mutamento prodotto non è più leggibile con le strutture lineari, tipiche del Taylorismo, ma bensì con salti analogici di tipo spaziale. Per questo mi sono avvicinata all’organizzazione reticolare del lavoro e il passo da Rete, a Nodo, a Finestra-Maglia è stato breve.
Leggendo con Occhio Ecosistemico la Realtà, in natura non esistono sistemi isolati, ma solo sistemi in sistemi più ampi. Ogni sistema, a sua volta, come insieme di elementi inter-agenti, produce nel suo interno una Forza di Coesione, quale Campo di Attrazione che gli permette di sopravvivere. Il Campo trasborda il confine in senso stretto e tale andare oltre si traduce in un Bacino di attrazione, per altri sistemi.
Il Sistema Industriale, ad esempio, alla luce di tale visualizzazione non è stato solo un sistema economico-produttivo, ma anche uno: politico, sociale, culturale, mentale, linguistico, metodologico ... Quando si attua una perturbazione in un punto X in uno dei sistemi di appartenenza, inevitabilmente ed irreversibilmente si determina un mutamento in tutto l’insieme sistemico (effetto farfalla di Lorenz). La mia intuizione è stata proprio l’aver capito che la crisi del nostro sistema di lettura-gestione delle informazioni storiografiche era qualcosa di molto più profondo. Si poteva parlare di un vero e proprio collassamento di tutto l’Universo di Conoscenza e di Rappresentazione della stessa disciplina storica. Bisognava scoprire un mondo nuovo di osservare, di leggere, di muoversi nelle informazioni, superando i tetti-limiti di conoscenza che li riducevano a linee uni-dimensionali di lettura.
Occorreva attuare un Salto Gnoseologico che avrebbe, inevitabilmente, prodotto un nuovo ordine di catalogazione-gestione del sapere storico con effetto di ricaduta su tutti gli altri campi disciplinari. Compresi, anche, che la ridefinizione della storia non poteva non partire da una riappropriazione e
pistemologica dei suoi significati.

  • Che cosa è la Storia?
  • Che cosa è la Conoscenza Storica?
  • Quali sono i campi e le dinamiche della Storia e quali quelli della Conoscenza?
  • Storia e Conoscenza si identificano?

Di domanda in domanda ho iniziato, così, insieme ai miei alunni dell’Ipsia Chiarulli, a rileggere tutte le concettualizzazioni e le definizioni depositate e a imparare a distinguere, a scindere, a selezionare, a ridefinire, a disegnare. Sono state proprio tali operazioni di separazione che hanno prodotto il nuovo spazio di indagine Biostoria. Secondo M Maturana, l’oggetto disciplinare nasce ad opera dello stesso osservatore che lo estrapola dallo sfondo che lo contiene. Nell’azione di rilevazione si ordina, si chiama, si indica e l’oggetto acquista un confine sufficientemente preciso che diviene il suo dominio cognitivo. Quando l’osservatore si concentra su una particolare struttura e la isola, in quel momento essa acquista un oggetto.
Ogni nuovo campo esplorativo è frutto di una gemma-azione del pensiero che dà corpo al nuovo senso di lettura della Realtà
. I linguaggi disciplinari, infatti, sono la produzione multi-verso di una medesima operazione di isolamento di porzioni di un tutto.
Biostoria come oggetto cognitivo, è stato posto nel 1992, quando in Fatto-Tempo-Spazio, disegnai la nuova architettura a finestre del Sapere storiografico, a superamento della vecchia periodizzazione (Antichità - Medio Evo - Età Moderna) di C Cellario (1634-1707). In tale lavoro delimitai la Storia solo ai fatti-eventi, come atti che si compiono o azioni che prendono corpo in uno spazio-tempo 0 di presente. La storia, così, acquistava il senso della vita che si realizza, attimo per attimo, in tutti gli spazi universo; mentre la conoscenza prendeva il significato di immagine-costruzione di fatti di vita.
E che cosa è la vita se non il susseguirsi di quanti-eventi, quali “quid” che si attuano e si perdono nello Spazio. La Conoscenza, a sua volta, è il risalire quelle perdite, ordinandole, delimitandole, catalogandole... Essa come un fattore a posteriore non riproduce gli eventi, bensì immagini discrete di essi. La conoscenza è legata alla neghentropia, cioè all’acquisto-risalita di senso; gli eventi all’entropia, cioè alla caduta-perdita di senso.

Dalla mappa di processo di annullamento dell’evento nello spazio, fattore x, si coglie chiaramente come il conoscere è un ri-condurre, un ri-trovare significato nel tempo-spazio. Il ritrovare non è relativo all’evento, ma all’occhio lettore che attribuisce il significato, come entità storica, limitata, contingente al suo particolare spazio fisico-culturale.

Una volta definiti i significati di storia e di conoscenza si può cogliere chiaramente come il conoscere storiografico sia solo una produzione: di opinioni su opinioni di realtà perdute; di letture su tessuti di storie che si presentano come delle riduzioni di riduzioni discrete ai diversi storici precedenti. Il passaggio di verso, in verso delle quantità informative, ha prodotto, produce e produrrà una continua ridefinizione o ricontestalizzazione dello stesso Sapere, attraverso un gioco di ombra/luce che muta i sensi, i significati, le portate in relazione al variare dei fuochi di lettura. Se il senso è l’occhio a giustificarlo; più occhi produrranno più sensi e, di conseguenza, emergeranno diverse possibili visualizzazioni dello stesso evento-oggetto isolato (lettura multipla).
La ricerca biostorica cominciava sin dal suo nascere a porsi, non solo come un oggetto di studio a campo uno-tutto della Realtà passata-presente-futura; ma come un metodo allargato di esplorazione-lettura, quale occhio eco-biostorico in grado di produrre, in simultaneità, differenti ordini di conoscenza. Metodo che può aprire la mente ad una visione frattale di Realtà. E’ stato proprio l’aver elaborato una Conoscenza a finestre, delimitando un’ampiezza variabile di osservazione, che ha permesso il salto di conoscenza con la possibilità di visione dinamica e molteplice del reale. Uno studio in movimento, di tipo cinetico, riproduce la caduta nello spazio-tempo degli eventi, tracciandone le portate storiche a più occhi, a più discipline.
La costruzione, pertanto, di mappe di processo, di carte storiografiche, di itinerari di viaggio, di salti di senso, di simulazioni di percorsi, di giochi di letture... può permette di elaborare, in contemporaneità, più ordini di conoscenze: ampliando le capacità di gestione delle stesse informazioni; moltiplicando le stesse potenzialità mentali; accelerando i processi di conoscenza; riducendo le dipendenze dagli irrigidimenti ideologici; trasferendo i nodi informativi da un contesto disciplinare ad un altro.
L’aver privilegiato la dimensione spaziale, pur sconvolgendo le chiavi di lettura tradizionali dell’indagine storiografica, solitamente legata alla semplice dimensione temporale, ha offerto, di fatto, la possibilità di allargare l’orizzonte della ricerca, in quanto lo studio biostorico potrà, nel tempo, rispondere a molte domande:

  • Come nasce un Evento?
  • Quale è il suo potenziale dirompente negli spazi?
  • Cosa si intende per Spazi?
  • Quale tipo di energia si sprigiona?
  • Quali traiettorie può seguire la caduta o usando una definizione cara a H Maturana la “deriva naturale”?
  • Si può elaborare un modellino-matematico di evoluzione di eventi, così come è stato fatto per la meteorologia?

Certo E Lorenz pur giocando al computer non ha potuto imbrigliare le nuvole e mai nessuno potrà imbrigliare gli eventi, soggetti a fattori aleatori; tuttavia una previsione di effetti futuri potrà aiutare nell’oggi a vivere meglio, considerata, pure, la forte accelerazione in atto nel nostro sistema informatizzato. Non è un caso se uno storico P Kennedy e un ricercatore A Toffler abbiano spostato il loro campo di indagine dal Passato al Futuro. Porre uno Studio sulle Dinamiche di Evento implica l’apertura di due fronti di osservazione:

  1. Il Campo, quale spazio pluridimensionale (= + lati: geografico, fisico, biologico, psichico, mentale) entro cui l’evento si attua, producendo erosione.
  2. LIndividuo Soggetto, l’io lettore-attore di azioni-risposte storiche che può con la sua azione o non azione mutare la traiettoria, invertire la tendenza, frenare o accelerare la caduta di Evento.

Uno studio bidimensionale, allargato a due fuochi che possono frantumarsi in sotto-insiemi di insiemi, inesorabilmente conduce ad un mutamento delle stesse capacità visivo-mentali, attraverso una rappresentazione a più livelli (occhio ecobiostorico).Per comprendere il peso storico di una ricerca a tutto campo che si sdoppia e si ricompone, per poi ancora scomporsi con un gioco di insiemi che si incontrano e si allontanano; necessita allargare lo sguardo a quello che in campo scientifico si sta muovendo.
Gli studi sulla plasticità del cervello, sulla dipendenza ecosistemica della Terra, sugli attrattori in astrofisica, sugli effetti della paura, sulle forme frattali, sulla linea direzionale del Tempo, sull’occhio, sulla nascita delle idee... stanno mutando i principi sovra-logici di riferimento, in quanto si sta mettendo in crisi l’intero sistema dei rapporti tra percezioni e significati della cultura occidentale. Gli stessi concetti di natura e di cultura, di fisico e di metaforico, di scienza e di visione-rappresentazione di realtà stanno subendo una revisione di tipo epistemologico. Tale cambiamento è chiamato dagli scienziati il salto di paradigma dal pensiero meccanizzato al pensiero ecologizzato, salto che presuppone una completa riorganizzazione di tutta la Conoscenza, attraverso il recupero di una valenza interattiva tra pensiero, visione, percezione, elaborazione, manipolazione, ambiente: il frutto di tale insieme può chiamarsi Realtà.
Biostoria può definirsi, a pieno titolo, come la Scienza della nuova Era, poiché riduce a Sistema dinamico in Rete tutta la Realtà passata, presente e futura. Sistema che vive, si evolve, si riproduce, simultaneamente negli spazi, attraverso un gioco di perturbazioni, quali cadute di eventi. Il perturbare produce i quanti informativi, quali promotori di vita, poiché ad ogni caduta corrisponde un’auto-organizzazione degli spazi di appartenenza. L’auto-organizzarsi degli spazi di evento, a sua volta, riproduce una nuova perturbazione che ricade negli spazi esterni. La continua co-auto-organizzazione produce la vita cosmica. Tale mega bio-struttura è l’insieme Infinito di tutti gli infiniti, di cui l’evento, quale fatto-tempo-spazio, è la quantità discreta più piccola, soggetta ad essere conosciuta, catalogata, pesata, apostrofata, relazionata...

  • Posta la Biostoria quale Campo di osservazione Uno-Tutto, in che rapporto l’occhio lettore-attore si pone con essa?

L’uomo, come un esploratore, salendo la sua ignoranza, si appropria di quantità diversificate sempre più ampie d’infinito. In questa azione di risalita: elabora, disegna, scopre, conosce, produce. Le stesse discipline, come già detto, sono il frutto di tali operazioni. Il sapere biostorico è il sottostrato o filo che lega e dà senso alle diversità di indagini, di metodi, di obiettivi, di linguaggi, di aspettative, di risposte, quale Scienza delle scienze. Solo una Conoscenza in Rete, come occhio allargato, permetterà di leggere le connessioni tra una funzione matematica, un’invenzione tecnologia, un successo-insuccesso militare, una scoperta biologica, un ideale di libertà, una organizzazione della mente. Lo studio delle relazioni in un campo uno-tutto, richiede uno spirito libero da preconcetti, sempre pronto a mettersi in discussione, in grado di gestire l’incertezza e di assumerla a fattore di conoscenza.

Nessun commento:

Boston, USA

Boston, USA
Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008