Boston, USA

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Natale 2007

domenica 6 giugno 2010

L'occhio biostorico: L’intervento di Dio nella storia secondo la visione profetica di Isaia

Il precipizio apre: o al nulla o al tutto...
Solo il volo può dare la risposta.

Da: PDF - Antonia Colamonico. Costellazioni di significati per una topologia del pensiero complesso. Il Filo, 2006.

Isaia non si limita ad introdurre il futuro come la nuova linea d’indirizzo della storia che apre all’occhio utopico, come quella capacità più ampia di lettura che schiude la coscienza alle ideazioni di futuro; egli va ben oltre, introducendo nella dialogica io/campo, l’azione di Dio.


Il rapporto comunicativo di costruzione della vita, così, si fa dialogica a tre con-soggetti. In tale costruzione tridimensionale il mondo del visibile o dello sperimentabile si intreccia con quello del non visibile o non sperimentabile. In tal modo il profeta introduce nella storia l’ignoto, quel quid che aprendo all’imprevisto rende nuova la vita; quella zona dell’indefinito che si lascia tuttavia intravedere[1].


Uno degli errori storici delle religioni è stato, ed è ancora oggi, quello di aver voluto a tutti i costi definire gli attributi di Dio, aprendo ai dualismi che dividono e implementano le guerre di religione.


Isaia è chiaro la logica di Dio è lontana anni luce da quella del mondo. Il giudizio di Dio, nasce da uno sguardo profondo che vede la contemporaneità del passato-futuro, come il tutto presente. In tale capacità di lettura, a occhio universo, le elaborazioni si fanno così profonde e nel contempo così lontane dalla mente umana. La cecità è la condizione dell’uomo che non sa dare il vero valore alle azioni, per cui non gli resta che affidarsi all’azione di Dio.


Si introduce così l’intervento di Dio nella storia che evolve le dinamiche al bene dell’umanità.

Isaia di fronte alla morte che ha colpito Israele, che le fa sperimentare il piano della sofferenza, del dolore che conduce il significato della vita al limite del non-senso, ha due possibilità di costruzione:


  • aprirsi al nulla eterno, come il vuoto informativo, rafforzando in tal modo il grado d’entropia con l’etica del nichilismo che frantuma la coscienza nei rigagnoli delle perdite di senso.

  • Oppure al tutto eterno, come il pieno informativo, che fa dello smarrito, cioè colui che ha perso la strada di fronte al dolore della storia, un credente che sa intravedere nel buio, il filo di luce che lo terrà unito, nonostante l’indeterminatezza del tempo che tende a scinderlo… frantumarlo.

Isaia, introducendo Dio, contrappone alla logica del niente, l’etica della vita che si apre alla sintropia del Caos, come l’ordine delle diversità. È questo il mondo nuovo in cui il leone e l’agnello pasceranno insieme.


Dio è colui che dà l’input informativo e organizzativo alla dinamica del divenire. È quel quid d’evento che si pone come il pro-motore di vita. Tempo 0 presente che imprime il là alle organizzazioni spazio-temporali topiche e atopiche della realtà, lasciando una traccia-eco di sé nelle coscienze-memorie dell’io e del campo.

Egli è, con una lettura biostorica, il quanto storico che imprime l’ordine evolutivo agli spazi. È la bios (vita) come informazione allo stato puro.


L’azione di Dio, per Isaia, non si limita ad essere il creatore e il garante della vita, va ben oltre, egli invierà il messia, colui che saprà indicare la strada per imparare a leggere la complessità democratica della vita, capovolgendo la scala umana di riferimento, nella costruzione e nella valutazione della storia.


Il messia, l’inviato da Dio, permetterà il salto di paradigma con l’azzeramento del nichilismo privato e storico: la morte dell’uomo vecchio e la nascita dell’uomo nuovo.


Isaia introduce, così facendo, la plasticità nella costruzione storica, che fa saltare il parametro di sistema a campo chiuso nella costruzione della vita. Egli aprendo al dinamismo di costruzione dell’io-campo, decreta di fatto la morte del passato e la nascita del futuro. La morte delle tirannie pietrificate irrigidite sul culto di un passato che si ripropone all’infinito sempre identico a sé.


Il salto di prospettiva presuppone la frattura tra la vecchia alleanza, basata sull’osservanza della legge, e la nuova, in cui Dio stesso imprimerà come l’alito-eco di vita, nella mente di ogni uomo e di ogni creatura, l’eticità della vita.


Isaia si pone come uno dei massimi osservatori della storia, riuscendo ad isolare nella realtà i segni-echi informativi, a decodificarli in significati e a disegnarli in proiezioni di futuro.


Nella triade, distanza - nuova alleanza - messia, egli vincola la tirannia della tradizione, fortemente voluta da una società che fermando in un fotogramma statico nel tempo la realtà, vuole porgersi ad artefice-garante della storia.


Si pensi a tutte le pulizie etniche o ideologiche. In tale vincolo egli chiude definitivamente alle ideologie totalizzanti degli ipocriti di ogni tempo che nascondono dietro il paravento del culto del passato, il personale e privato culto del potere.


La nuova Società intravista da Isaia è dialogica con l’infinito, con il campo e con l’io. È una nuova alleanza, un nuovo paradigma di lettura che apre alla democrazia di Dio, dell’umanità, della natura, quindi, della Storia.


Il messia insegnerà come costruire la dialogica dell’amore che si organizza in un processo continuo di esclusione/inclusione insieme.


Interessante è constatare come in una tale visione di storia, l’umanità non si sia ancora identificata pienamente; forse perché, l’identificarsi richiede l’elaborazione di occhio di lettura nuovo, che sappia strutturarsi su più dimensioni: tale occhio è presente nella topologia mentale del Cristo. L’uomo chiamato Dio.


Non interessa in tale contesto dimostrare la verità storica di tale affermazione; non interessa creare una logica della divisione, ma vedere come nell’eccezionalità della figura storica del Cristo, si possano rintracciare elementi di possibile costruzione della topologia mentale di ogni soggetto della famiglia Uomo.


Lo studio sin qui tracciato vuole andare oltre il confine delle religioni e aprire ad una cristologia dell’umanità, in cui con un salto d’insieme si possano accettare le diversità di fratellanze, quale frattale dell’Umanità, rispettando le particolarità storiche, allo stesso modo delle dita che nonostante le differenze, costituiscono la funzionalità della mano.


Lo scopo dell’indagine sin qui condotta è quello di trovare un filo d’intesa che faccia sentire l’appartenenza ad una sola figliolanza che si fa universale, come avvenne nell’incontro di Assisi del 1986, che vide tutte le religioni, fatto primo nella storia, unite in una unica preghiera, corale.


È quella sintropia del Caos [Colamonico, A. 1998], che trasforma il disordine in ordine della complessità; complessità che apre la vita alla bellezza dell’esserci del Creatore e di tutte le sue creature.


Biostoria come studio e lettura della dinamica organizzativa della vita, vuole porre in luce il processo di democratizzazione della Storia...


[1] Intravedere, come l’azione del vedere dentro il finito l’azione dell’infinito; il cogliere nel creato la presenza del suo creatore che come un occhio vigile controlla che tutto si compia secondo il processo salvifico.


________

I Licata. Dio, Linguaggio e Logica.

A Colamonico. Che cosa è il tempo nella struttura a spugna della Storia.

A Colamonico. Oltre Edagar Morin: L'intreccio vitale nella dinamica biostorica tra entropia, sintropia e neghentropia.


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Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008