Boston, USA

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Natale 2007

lunedì 12 aprile 2010

Da Costellazioni di Significati per un Pensiero Complesso - Lavorare intorno al contorno del limite










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Antonia Colamonico. Costellazioni di significati per una topologia del
pensiero complesso
.

Il Filo, 2006.



... Nella visione eco-biostorica l’organizzazione del pensiero complesso, parte dall’occhio di Spazioliberina [Colamonico, A. 1992] e si pone come un dinamismo di lettura che nasce da visioni sdoppiate dei tre campi io-mondo-Dio che danno una lettura caleidoscopica della realtà. Spazioliberina è la metafora della mente nuova che sa organizzarsi in una perfetta simbiosi di mente/cuore. Sa capire le logiche delle dinamiche storiche e sa ascoltare gli echi degli stati emotivi.

Imparare ad esercitare tale topologia di spazio-occhio implica uno stato cognitivo-emozionale che faccia della conoscenza l’oggetto del bene della vita, intesa quale ricerca continua di sfumature, di significati che aprano alle gemmazioni semantiche in grado di rendere più chiare le letture d’azione. Nell’esame gli eventi assumono eco storico e si intrecciano in nodi fattuali/fattibili. Si potrebbe sostenere che in questa azione di messa a nudo delle logiche, si ripercorre in senso inverso il viaggio della creazione: lo svelare, come l’azione del togliere il velo della cecità, implica il far cadere gli idoli dell’ignoranza, della superstizione, della tirannia che rendono buie le dinamiche della vita per percorre così la risalita verso l’infinito.

Il Cristo quale via della salvezza pone, all’attenzione delle folle che lo seguono, l’importanza vitale dell’apprendere e del comprendere la chiarezza che si fa onestà. Se sarai chiaro con te, con il mondo e con Dio, riuscirai ad amare e a capire te, il mondo, Dio e si apriranno le porte della vita eterna, sembrerebbe ripetere con i suoi insegnamenti.

In sintesi questa è la nuova etica della vita, quando egli riduce tutti i catechismi a una semplice verità che si articola in tre nodi di significato/azione: Ascolta Israele! Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Ama il prossimo tuo come te stesso.

La condizione dell’ascolto/amore che mette in ombra la privata e personale logica e rende l’io permeabile alla voce silente del campo, alle variazioni minime dei quanti storici che sono un prima d’evento: è quella capacità di Liberina di ancorare la sua azione al respiro della vita che si esprime nel luccichio di un’onda, nel batter di un’ala, nel tremolio di una foglia, nel sonno di un bambino, nella veglia di una mamma… è quella dimensione del cuore che fa incarnare l’etica nella rete della vita per rende l’io libero dalle malescelte. Solo la dimensione dell’amore fa di ogni scelta un atto di vita, ma la logica del cuore implica la moltiplicazione dei campi di lettura che solo un occhio-mente aperto all’infinito può visualizzare.

La ricerca della chiarezza farà dell’io il lievito della storia e quindi ponte di speranza, proiettato nel futuro del mondo. Come nello studio del toro di P Picasso, il Cristo riconduce all’essenza i precetti di tutte quante le religioni, spogliandole dalle regole rigide degli abiti morali.

Egli con il suo insegnamento fondato sull’amore, apre il varco per il ribaltamento dell’etica antica, vista come autoritaria e esterna alla mente umana: non è la paura della legge che guiderà l’azione, ma semplicemente la gioia di vivere che renderà la scelta rispettosa della vita. Gioia che si concretizza come mondo della pienezza e della sazietà, ma la sazietà di cui egli parla non è quella ricercata dalla massa che assale la Bastiglia.

La condizione di ricco o povero non è il confine delle sua azione nel mondo; non viene a portare la ricchezza ai poveri e la povertà ai ricchi: non è il Robin Hood della Storia!

Egli pone il limite alla ricchezza e alla povertà e dice, su entrambe, di non accumulare tesori che verranno sbriciolati dalle tarme del tempo. Invita, invece, a cercare di non perdere se stessi, a non lasciare spazio alle ingiustizie e alle ingordigie; a non essere increduli, ma credenti; a guardare ai gigli dei campi e ai passeri nel cielo. Egli pone la povertà del cuore che si fa ricchezza d’umanità.

È proprio questa la dimensione socio-economica eco-biostorica che apre l’individuo alla riappropriazione profonda dell’essenzialità della vita che si esercita con l’appropriazione profonda del proprio credo, che non è obbligatoriamente quello cristiano: Cristo, l’ebreo, non si rivolge solamente al popolo eletto, ma a tutti i miti di cuore, anche gentili. Tutti gli uomini, così facendo, potranno vedere Dio.

Il suo invito non è a rinnegare le identità storico-culturali locali, ma ad alzare lo sguardo ad un livello più ampio d’inclusione e a credere nell’infinito di Dio, padre. In questo si concretizza la profezia di Isaia che, parlando del messia, parlava di colui che non avrebbe spezzato la canna incrinata, non avrebbe spento la lampada debole.

Ogni individuo-società-religione è come quella canna o quella lampada, perché in tutti ci sono le deformazioni delle scelte buie, degli scoramenti del cuore, ma nonostante le male scelte, si può collaborare, una volta capito l’errore, per l’attuazione del Regno di Dio. Regno che da questa si proietta verso la terra infinita: la vecchia Gerusalemme e la nuova Gerusalemme.

È in questo mondo fatto di finito che si avvia la costruzione del mondo infinito. Non esiste un dualismo di un di qua e un di là, bensì una dialogica finito/infinito. Quando non si crede sulla possibilità d’iniziare nella nostra pagina presente di storia a costruire il regno di pace e di fratellanza, si vanno ad avvallare le ipocrisie dei totalitarismi individuali e collettivi.

Dire il regno di Dio è una utopia lontana, equivale a subire il fascino del male e a farsi catturare da esso, amplificando il nichilismo storico: siccome non è possibile, allora potrei anche non fare bene, perché il bene è cosa di un altro mondo. Quante volte si ricorre a tali considerazioni per lavare la coscienza, nell’istante in cui si è deciso di condividere la logica dell’inganno.

È un costruire intorno al sé le gabbie d’ipocrisia che portano al disimpegno storico dell’egoismo che rompe i legami dialogici con l’infinito.

Gesù ridimensiona l’io dominatore che è in ogni uomo, ricco o povero che sia, invitando a tenere sotto controllo le smanie di possesso e di potere. Ribalta quindi il significato di ricchezza: Non è ricco colui che possiede, ma colui che è! Non è ricco chi ricerca i beni materiali, ma chi si perde nell’infinito di Dio che è amore! ...

http://occhiobiostorico.blogspot.com/2010/04/pdf-antonia-colamonico.html


http://palestredellamente.blogspot.com/2010/04/alla-palestra-della-mente-la-topologia.html

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Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008