Boston, USA

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Natale 2007

giovedì 28 agosto 2008

Geografie mentali in “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano







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di Antonia Colamonico

Il romanzo del giovane fisico teorico, Paolo Giordano, si presenta come uno scrigno difficile d’aprire, non tanto per un linguaggio immediato che si struttura in bolle informative che aprono e chiudono con modi veloci le trame narrative, creando lo spaesamento continuo del lettore; quanto per la storia dei personaggi che crea lo sconcerto del cuore.

È decisamente un libro che va fuori dal tracciato del consueto. Era da anni che un romanzo non mi appassionasse tanto per la sua bellezza espositiva e la sua autenticità narrativa. Volendo collocarlo in una corrente poetica è un’opera realista post-moderna, in cui le coordinate spazio-temporali si sono frantumate in una molteplicità di esili linee evolutive che, proprio per il loro essere/non essere insieme, creano l’isolamento profondo dei personaggi.

Il romanzo è un affresco sulla solitudine dei giovani come scollamento generazionale che rende genitori e figli distanti, nella vicinanza di una cena.

Ad una lettura frettolosa può apparire la storia della crisi comunicativa, ideativa e valoriale della famiglia contemporanea, con genitori, da un lato, che proiettano sui figli compiti e ambizioni personali e figli, dall’altro, che passivamente cercano d’assolvere tali doveri. Ma ad una lettura più meditata si coglie come il dramma dei due protagonisti, Alice e Mattia, è la condizione giovanile, è lo status di giovane, di qui il realismo che fa di Alice e di Mattia l’ego di ciascuno.

L’autore, nonostante la giovane età o meglio per la giovane età, è riuscito a svelare le lievi sensazioni d’inadeguatezza che fanno da eco storico alla dinamica degli eventi che porterà i personaggi verso il baratro dell’esistenza.

Volendo leggere in chiave biostorica il romanzo, senza svelarne la trama per non togliere il gusto della lettura, il racconto è organizzato secondo una struttura narrativa a reticolo, come una spugna storica con vuoti/pieni che lasciano aperti i discorsi, per poi essere ripresi e ri-lasciati e poi nuovamente ripresi, per infine chiudersi definitivamente nell’ultima pagina.

Lo stile narrativo rispecchia la topologia mentale dei personaggi che, come un nastro di Möbius, prende forma intorno ad un’idea che subito dopo si presta ad essere ribaltata a seguito di un gesto o una parola o un non detto che giunge dall’ambiente. In siffatto processo di costante sconvolgimento degli stati mentali che rende fragili i protagonisti, si organizza la coscienza dei personaggi: sempre attenta, a volte rinunciataria e a volte decisa, ma sempre chiusa in una membrana d’impermeabilità che contribuisce a creare l’area di solitudine da numero primo.

Il romanzo è la storia della lontananza esistenziale di ogni uomo che è alla base dell’autoreferenzialità dell’io che nella dialogica vitale io-campo, conserva sempre l’autonomia del pensiero. Libertà che si struttura, momento per momento, in un dialogo interiore che passa al vaglio le aspettative private e sociali. Le prime non manifestate (i vuoti di spugna) e le seconde dichiarate nelle tante richieste della collettività (i pieni di spugna), ed è in tale gioco di detto/non detto, di espresso/taciuto, che la coscienza dei personaggi si rafforza e si emancipa dal contesto storico-sociale-familiare, per farsi numero primo.

Il romanzo riesce a tracciare il processo d’emancipazione dell’io che fa di un bambino, permeabile alle pressioni ambientali, un uomo in grado di guardare in faccia la realtà e scoprire la bellezza di un alba nordica, consapevole di aver vinto la paura del non essere adeguato alla vita.

Nonostante la quasi scabrosità dei temi trattati che rispecchiano la crudezza del mondo adolescenziale, il romanzo rivela una forza morale che accompagna i personaggi e che trova la sua espressione più profonda nei silenzi dignitosi. È la dimensione del silenzio che, dando spazio-tempo agli eventi non attuati, rende consapevoli della propria area di libertà, area che permette di tracciare il solco-confine dell’io sono.

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Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

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Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008