Boston, USA

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Natale 2007

giovedì 6 marzo 2008

IL Paradigma Biostorico e la topologia del Pensiero Complesso


di Antonia Colamonico

In Ordini Complessi, scritto nel 1994 e pubblicato solo nel 2002, provai ad immaginare quali fossero le dimensioni spazio-temporali di un pensiero multiplo, inteso non nel senso consueto di un pensiero aperto a più facoltà logico-mentali che si nuove ora in una dimensione, ad esempio, area linguistica e ora nell’altra, in quella matematica. Ma un pensiero in grado di produrre in simultaneità più livelli o ordini informativi.

La percezione di una simile organizzazione complessa della mente, la ebbi, una domenica di Pasqua, come ho scritto nella prefazione a Biostoria, quando percepii l’organizzazione di tre quanti informativi del mio pensiero che si stavano intessendo intorno a tre immagini differenti di echi spazio-temporali, come descritto nella lirica Assenza del ciclo di Le filastrocche di spazioliberina (1991).

Ebbi in quel momento la percezione sensoriale e visiva del meccanismo ordinativo della mente. Fu una sensazione immensa, era come se fossi ad uno specchio e osservassi, inosservata, il modo in cui la mia mente, stesse intrecciando gli stati della coscienza. Mentre osservavo ero coscente del privilegio che mi veniva concesso di essere spettatore/attore di una situazione storica.

L’organizzazione del pensiero complesso, passa per tale capacità mentale di osservatore/attore/abitante, come dichiaro in Ordini Complessi, cioè colui che vive, guarda e cumapprende, cioè prende forma/informa.

La nostra mente, essendo un processo naturale, come lo è quello d’organizzazione di una nuvola o di un fiore o di un’ape… segue un iter che è costante a tutto il processo di naturalizzazione dello spazio-tempo che oggi chiamo processo biostorico.

Premetto che in tale momento della mia vita, avevo già iniziato ad indagare sul modo in cui il pensiero e la storia prendono corpo, a tempo 0. La sensazione che decifrai fu quella di un pensiero svincolato che agiva su tre livelli indipendenti, processo di plasticità; l’essere indipendenti erano le tre nicchie storiche in cui i tre quanti informativi, quali echi di vita, si erano prodotti. L’annodarsi di tali oggetti informativi, procedeva non secondo un processo lineare di successione temporale, ma secondo uno a gemmazione: da un nulla-vuoto che prendeva corpo-visibilità.

Quando scrivo che il pensiero è un processo frattale, intendo questa fioritura, di un vuoto cognitivo che si apre ad un lampo-luce di visualizzazione di realtà. Quale sia la natura di tale lampo di luce spetta ai fisici e biologi dimostrarlo.

Personalmente amo molto trascorrere parte delle mie giornate in terrazza; il prendermi cura delle piante e dei fiori, mi aiuta a dare riposo al mio pensiero e spesso, in primavera, mi fermo a contemplare il processo di gemmazione. Ho imparato a rallentare il mio occhio-mente e a visualizzare il succedersi dei tempi, che fanno di una gemma, una foglia, un ramo, in bocciolo, un fiore, un seme. In tale susseguirsi degli stati dei miei gerani o rose, o limoni, percepisco la bellezza della vita e nel contempo la ricchezza della creazione.

Esiste un codice informativo, intrinseco alla vita, che la evolve secondo un processo ordinato che può essere rallentato o accelerato dalle condizioni ambientali. Tale processo intrinseco alla dinamica dell’universo è il processo di futurizzazione della storia, come autoreferenzialità dell’individuo, sia esso stella, fiore, nuvola, bambino, idea, sorriso.

L’autoreferenzialità fa della storia un processo d’emancipazione dell’individuo dal campo-habitat, in questo distinguersi ed isolarsi si compie la democrazia della vita. il processo di democratizzazione della storia è intrinseco alla vita.

L’osservazione del modo di funzionare della mente, mi colpì, così tanto, che da quel momento ho iniziato a scrivere e a tessere le trame concettuali di quello che oggi chiamo il paradigma biostorico.

Entrare nell’universo mentale di uno scrittore o di un matematico o di un musicista, ecc. implica uno studio di tipo topologico, che parte dal presupposto che la mente è un luogo (topos) che si presta ad essere visualizzato, esplorato, tracciato. L’obiettivo di tali operazioni è costruire delle carte di pensiero, che come le carte nautiche o stradali possano dare di quello spazio il modello.

Solitamente per spazio si identificano gli enti geografici come i luoghi. Ad esempio Puglia è un isoloto di spazio di terra, delimitato a nord, sud, est, ovest da un confine che ne delinea i margini, entro cui la Puglia è Puglia e non Basilicata o mare Adriatico. Posto il contorno, l’area si presta ad essere esplorata, attraversata, osservata, disegnata… sotto una molteplicità di punti di vista, ad esempio gli aspetti: geologico, demografico, politico…

Ogni indagine produce una molteplicità di informazioni che danno di quel luogo la connotazione. Connotazione, da connotato, che definisce i caratteri salienti di un’identità, per cui dicendo Puglia, si indica una serie di organizzazioni e di definizioni che trovano posto nel concetto allargato Puglia: Ofanto, Murge, Bari, Fiera del Levante, Divella, grotte di Castellana, Antonio Cassano, Aldo Moro, golfo di Taranto… Nell’esempio si può cogliere come l’organizzazione di significati segua una struttura ad insiemi, di cui l’insieme Puglia è l’universo di una serie di sotto insiemi a più livelli soggiacenti di lettura. Ad esempio se si isola il sotto insieme Murgia barese, questo a sua volta diviene un nuovo insieme universo, poiché si presta a una nuova molteplicità di significati-parole: carsismo, altopiano, ipogeo, gravina…

Tale particolarità organizzativa è della massima importanza se si vogliono visualizzare le dinamiche evolutive della vita. Ritornando alla mente essa si presenta come un universo in sottouniversi ed esplorarli, implica ad ogni cambio di insieme, un salto cognitivo e ad ogni salto un rovesciamento del paradigma che ne giustifica il significato. Il rovesciamento implica una chiusura/apertura di un senso-direzione nuovo.

So che non è facile comprendere, ma la mente è come una scatola ermetica buia che fa affiorare delle ideazioni, come forme di significati: è la nostra mente che costruisce con un gioco di proiezioni la realtà. Cerco di costruire un esempio, utilizzando una delle mie liriche del ciclo Il filo (1994), che rappresenta la forma poetica di biostoria.


VOCE AI SILENZI


Nella notte...

Orditi non gridati

si tendevano

alle bigamie

dei pensieri,

per essere intessuti,

come voci di silenzi,

nelle trame

di Poesie

non ancora nate.


RICAMI DI VOLI



I piani di lettura, visti come una gemmazione, sono due:

voce ai silenzi/ricami di voli, il silenzio essendo il piano del non ancora costruito, si presta ad essere colmato da una molteplicità di idee, che assumono la leggerezza di un ricamo. Costituisce la nicchia semantica da cui prenderà corpo la parte centrale della lirica.

nella notte…(attesa di un quid che prenderà visione) orditi non gridati si tendevano alle bigamie dei pensieri (echi della storia che chiedono giustizia, verità, legittimità e che cercano d’interferire con la dinamica naturale di un pensiero, rendendolo bigamo, aperto al contrasto, all’insicurezza di un’affermazione che viene subito contraddetta), come voci di silenzi, nelle trame di Poesie non ancora nate (con una logica che divide o meglio esclude, la parola è isolata dal silenzio di parola, quella fase che precede l’attribuzione di un senso compiuto e che fa da reticolo, al nodo informativo. Con una logica che unisce il silenzio-parola sono un binomio inscindibile, poiché ogni affermazione ha in sé uno strato di emozioni, impressioni, sensazioni che danno a quella informazione la forma semantica. I silenzi aprono alle poesie dei versi-sensi non ancora scoperti. È dalla dimensione del silenzio che prende coscienza la verità che richiede uno scrollarsi di dosso i sensi comuni, le comodità che rendono conformisti…). La lirica, di cui non è stata visualizzata la parte grafica, è stata ideata in simultaneità, ed è l’esempio di un pensiero complesso, multiplo che si è auto-organizzato, assumendo volume e forma, cioè storicità.

Come scrivo nell’articolo americano (2005), biostoria è un abbraccio dialogico tra mente/cuore e investe i due emisferi della mente, infatti si svincola in piani poetici e piani fisici, semantici, storici…

(dedico questa pagina ai miei alunni di 5^Ceb)


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Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008