Boston, USA

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Natale 2007

giovedì 13 marzo 2008

La parola come particella topologica


di Antonia Colamonico

Con una lettura biostorica, nell’organizzazione della storia quale processo vitale si distinguono i tre campi che costituiscono l’asse temporale dell’esistenza, a livello cosmico: il passato, il futuro, il presente. Dei tre solo l’ultimo è la dimensione di realtà (il tempo 0, definito da I Progogine), gli altri sono solo delle proiezioni di un non è più e di un non è ancora. Importante è, in uno studio ad occhio allargato, leggere il processo di futurizzazione dello spazio-tempo come un eterno divenire che nel suo farsi realtà, assume corpo-identità.

L’identità costituisce la storicità dell’individuo, sia esso stella, nuvola, bambino, sorriso, idea, ecc. Esso segue un iter evolutivo che presume un ordine informativo che pur trasformando gli stati di realtà nel tempo-spazio presente, ne preserva l’identità evolutiva. Ad esempio l’iter di organizzazione di una stella o di un fiore segue una linea evolutiva che è costante a tutte le realtà stella o fiore, per cui sembrerebbe esserci a fondamento della vita altre ad un elemento bio-fisico, uno informativo, a tal proposito si pensi al valore genetico del DNA, in cui sono contenuti, in codice quelle che saranno le dinamiche evolutive dell’individuo.

Il porre un fattore informativo a base del processo storico, apre le porte della ricerca a nuove forme di lettura, che superano e limitano la visione materialista. Il prendere corpo o materia, nel tempo 0 di presente, non è una semplice organizzazione di cellule o atomi, ma un’organizzazione informata di cellule e atomi; ciò significa che ciascuno ha consapevolezza del suo essere in divenire. Si possono ben capire quali nuovi scenari si aprano per il mondo scientifico.

Se a base dell’organizzazione della vita c’è oltre ad un fattore bio-fisico, uno informativo, questo è parola, codice, memoria: la pietra ha memoria di sé, la nuvola ha memoria di sé, così il fiore, così la rana, così io che sto scrivendo in questo istante.

Nella dimensione di memoria, consapevolezza dell’essere che diviene, il sistema storico si pone come un sistema tutto informato. In questo Tutto informato si spiega la permanenza storica nell’eterno divenire.

Cadono così le divisioni delle scienze classiche e come sostengo in Biostoria, non esiste, ad una lettura a campo profondo, alcuna distinzione tra mondo minerale, animale, umano. Sono un tutto a differenti gradi d’organizzazione: le nano-scienze stanno aprendo i nuovi scenari della scienza, poiché avendo gli studiosi cambiato le scale di lettura, hanno constatato che ad un’osservazione grossolana esistono notevoli differenze che fanno parlare di mondo animato e inanimato, mentre ad uno studio più raffinato esse seguono un iter similare d’organizzazione a più livelli di complessità.

Il livello più evoluto di questa scala, chiamata vita, è il pensiero umano, non è un caso che si affermi, oggi, che l’universo più grande è quello interno alla mente di un uomo, affermazione questa già sostenuta nel 1600 da Pascal, quando dichiarava che l’uomo non ha bisogno di esplorare il mondo, poiché esso è già tutto nel suo pensiero.

  • Quale è il ruolo della parola nella costruzione della coscienza umana?

La parola svolge una duplice funzione topologica, in quanto costruisce sia gli spazi mentali o gli spazi della coscienza, infatti con carte di lettura è possibile tracciarne i movimenti; sia gli spazi bio-fisici, propriamente storici, si pensi all’effetto di una critica che può stroncare una carriera o ad una diceria che distrugge un’amicizia o ad un elogio che migliora la produttività in un’azienda. Ogni parola incide nel senso-direzione storico, poiché dà il là ad un mutamento-deformazione nell’organizzazione della spugna storica. Pensare alla storia come ad una spugna fa presupporre un’architettura che si espanda a creste più o meno ampie. Queste favoriscono le esplosioni e le implosioni dei fenomeni storici. Premetto che quando parlo di fenomeno storico, mi riferisco al tutto.

A tale proposito è interessante l’articolo L'incandescenza della Parola che crea di Gianfranco Ravasi, apparso il 17 febbraio 2008 su l’Osservatore Romano, in cui lo studioso dà un’interpretazione, a largo raggio del valore semantico, profetico ed estetico della parola. Di cui si riporta un breve stralcio.

“ … per la Rivelazione ebraico-cristiana la parola è la radice della creazione ove espleta una funzione "ontologica". Infatti, si può quasi affermare che entrambi i Testamenti si aprono con la Parola divina che squarcia il silenzio del nulla. Bereshît... wajjômer 'elohîm; jehî 'ôr, Wajjehî 'ôr, "In principio, Dio disse: Sia la luce! E la luce fu" (Genesi, 1, 1.3). … Nel Nuovo Testamento l'ideale apertura potrebbe essere quella del celebre inno che funge da prologo al Vangelo di Giovanni: En archè en ho Lògos, "In principio c'era la Parola" (1, 1). L'essere creato non nasce, perciò, da una lotta teogonica, come insegnava la mitologia babilonese (pensiamo all'Enuma Elish), bensì da un evento sonoro efficace, una Parola che vince il nulla e crea l'essere.
Canta il Salmista: "Dalla Parola del Signore furono creati i cieli, dal soffio della sua bocca tutto il loro esercito... perché egli ha parlato e tutto fu, ha ordinato e tutto esistette" (Salmo 33, 6.9).
La Parola divina è, però, anche alla radice della storia, come sorgente di vita e di morte: "Mandò la sua Parola e li guarì, li scampò dalla fossa (...). Egli invia la sua Parola e li fa perire (...). Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo corso, la tua onnipotente Parola dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si slanciò (...) portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile" (Salmi, 107, 20; 147, 18; Sapienza, 18, 14-15). La Parola divina sostiene e giudica, quindi, anche la trama storica col suo tessuto di vicende ed eventi perché "retta è la Parola del Signore e fedele ogni sua opera" (Salmo, 33, 4). Ma questa stessa Parola interpreta il senso ultimo della storia: è, quindi, la radice della Rivelazione.
… Ma la Parola si cristallizza… infatti, deve comprimersi nello stampo freddo e limitato dei vocaboli, delle regole grammaticali e sintattiche, deve adattarsi alla redazione di autori umani. È l'esperienza che tutti i poeti vivono nella sua drammaticità e tensione. Goethe nel Faust confessa che “das Wort erstirbt schon in der Feder”, sì, la parola muore già sotto la penna. E nel suo Flauto di vertebre Majakowski ribadisce: "Sulla carta sono crocifisso coi chiodi delle parole", mentre Borges più generalmente riconosce che “el universo es fluido y cambiante, el lenguaje rigido”.
...la Parola rivela due volti, quello della "carne", del limite, della finitudine, e quello del divino, dell'efficacia creatrice, della teofania... La Parola di Dio - come anche la poesia - si avvale di un mezzo "kenotico", quello di una lingua, di un lessico, di regole e fonemi. È la prigione necessaria della Parola ineffabile per rendersi effabile…”.


da: ©L'Osservatore Romano - 17 febbraio 2008 - Monsignor Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura.

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Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008