Il processo creativo è uno degli aspetti dell’organizzazione del pensiero, costituisce l’apice della dinamica degli stati mentali, in quanto rappresenta la presa di coscienza dei valori universali del processo di naturalizzazione dello stazio-tempo.
La poesia con l’arte in generale, rientra nella dimensione sapienziale (da sale, sapore, gusto) dell’architettura cognitiva dell’uomo. E Morin nei suoi scritti sul metodo parla di uomo sapiens/demens come una dualità interagente che fa compiere ora azioni di grande significato e ora di dubbio significato. Si pensi ai capolavori dell’arte e ai fanatismi che distruggono tali opere della genialità.
Nel paradigma moderno, l’arte e con essa la creatività, è stata declassata ad un livello più basso della scala storico-economico-scientifica. Tale ignoranza cognitiva nata da una forma mentis che non ha saputo, o voluto, operare e ideare sui lunghi periodi ha innescato i grandi problemi cognitivi ed ecologici del terzo millennio.
Nella lettura della dinamica storica si può parlare di tre andature. Ogni tipologia-velocità implica l’apertura di una finestra di conseguenze storiche, queste non sempre si pongono sugli stessi piani di coerenza. Tali andature entrano in relazione con gli stati dei bisogni dello stesso osservatore che tramite i calcoli di spesa-utile-necessità sceglie in quale direzione muoversi. Il muoversi apre una linea evolutiva e ne chiude un’altra nella costruzione della spugna storica.
Il piano dei valori universali è quello dei lunghi periodi che danno la dimensione della continuità e dell’appartenenza che fanno del soggetto storico singolare, ad esempio Giovanni o Bianca un soggetto universale ad esempio Uomo, Donna, Umanità.
Negare valore alla poesia ha significato per la generazione del secondo novecento, privarsi di quello spazio mentale che permette il volo nella dimensione di infinito.
Il paradigma biostorico si propone di mettere ordine negli stati della coscienza storica, individuale e sociale, per ridarle la dimensione della leggerezza che si acquisisce solo imparando a ragionare sui valori universali.
Il giorno e la notte
Il giorno,
la notte,
due controsensi
due emozioni…
due sensazioni diverse:
il giorno la vita,
la notte la pausa vitale.
Ma tutto ha fine,
anche la vita.
1° premio di poesia
Centro Studi “Oscar Romero”
Acquaviva F (BA)- 30 Maggio 1992
Commento della Giuria.
La nostra esistenza è davvero un misto di “controsensi”, “emozioni”, sensazioni diverse”, che fanno insieme parte di un tutto vivente: così se il giorno è la vita, anche la notte è “pausa vitale”.
L’intuizione è qui resa con un suggestivo stile nominale, privo cioè di predicati verbali, se non nella chiusa del breve componimento: quasi a scardinare una dialettica bloccata e restituire alla vita un suo naturale fluire e la lucida consapevolezza che “tutto ciò ha fine”.
(dedico questa pagina a mio figlio, Marcello, che nel suo soggiorno matematico e Bostoniano non dimentichi i suoi trascorsi da poeta e nelle sue scelte, sappia guardare lontano.)
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