di Antonia Colamonico
Siamo in piena rivoluzione gnoseologica, una vera e propria rivoluzione copernicana, poiché il passaggio da una società che si esprimeva in tempi ore (sistema di fabbrica) ad una in tempi nanosecondi (sistema informatico) ha implicato uno stravolgimento nei modi di costruire, immaginare, raccontare gli eventi storici, intesi questi in senso lato, come tutti gli oggetti di tutte le scienze.
Tale sconvolgimento ha colto l’uomo impreparato a gestire la complessità, poiché i sistemi di lettura della realtà sono inadeguati alla velocità del organismo Società-Mondo. Si è creato uno stallo gnoseologico che rende l’uomo inadeguato al suo sistema storico, di qui lo stato di confusione generale che si coglie nella politica, nell’economia, nella stessa psiche umana, senza contare i sistemi educativi o amministrativi o giuridici...
- Come reagire a tale crisi storica che rischia di innescare un’inversione come quella medioevale?
Bisogna avere il coraggio di accettare lo stato di cecità che rende inadeguati alla vita ed iniziare a mettersi in gioco.
Bisogna accettare di fare un salto nel vuoto e iniziare ad ri-immaginare il mondo nuovo. Naturalmente in tale ri-modellamento degli stati cognitivi della storia, bisogna essere disposti a mettere in discussione gli stati di potere. Qui le risposte sono a doppia uscita:
- Se, si; si cavalca l’onda dell’innovazione e si dà una ventata di giovinezza alla classe dirigenziale.
- Se, no; si assume un habitus autoritario e si vedono dappertutto i mostri storici (caccia alle streghe).
Non è facile in una società dell’usa e getta in cui i rapporti sono stati organizzati sul possesso dei beni materiali, sul culto del corpo… iniziare a parlare di ri-organizzazione della mente-coscienza, di società dell’essere da privilegiare a quella dell’avere…
Procedendo con ordine, l’indagine biostorica, avviata nel 1983, pone un dualismo insormontabile tra storia/storiografia, come i piani della vita (bios) e delle lettura-interpretazione della vita.Gli eventi sono le risposte che noi diamo alla vita, vista questa come un movimento di perturbazione quantiche che attuano le dialogiche io/campo, individuo/ambiente (l’uno/tutto biostorico).
I quanti sono porzioni discrete di vita che attivano (rendono vivi) i campi storici. Il quanto come promotore di vita è un incognita che si presta ad essere conosciuta, interpretata, acquisita.
Il passaggio dallo stato di ignoranza a quello di conoscenza, fa del quanto un evento storico; per cui il primo è la porzione più piccola di vita che occupa lo spazio-tempo dell’indefinito e imprime un grado di deformazione alla spugna storica. Il secondo, l’evento, è un quanto che ha preso un nome, un luogo, una data. In tale operazione di lettura il quanto è trasformato in un nodo della rete storiografica (A Colamonico. Fatto Tempo Spazio…). Ad esempio se dico Presa della Pastiglia - Parigi -14 luglio 1789, ho costruito un evento, cioè ho agito sulla dimensione della ricostruzione storica, storiografia, piano della conoscenza.
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A. Colamonico, Biostoria, p. 55 - Il Filo, 1998. |
La ricostruzione essendo il
piano dell’immaginato, può indirizzarsi o verso il passato, area del ricordo, o verso il futuro, area del sogno; i due piani della conoscenza non sono la vita in sé che è quantica, quindi un’incognita destinata a rimanere tale.
Accettare il limite della conoscenza è il primo passo che l’uomo informatico dovrà compiere, per saper agire sulla sua realtà storica. Le nostre affermazioni nascono da un dopo o un prima della vita; il dopo e il prima sono le dimensioni del futuro e del passato che sono proiezioni di vita e non stati di vita:
- la vita si esprime solo a tempo 0, il presente, come un lungo oggi, questo è il campo dei quanti.
La vita nella sua dinamica quantica è e rimane un’incognita, poiché per acquisirla c’è uno scarto spazio-temporale che la rende un prima, della lettura. La lettura è una riduzione di vita. L’uomo per quanto possa affinare le sue capacità e i suoi strumenti di lettura, non potrà mai cogliere il tempo 0 (il tempo di Dio).
Di cosa sia fatta l’organizzazione quantica
vari scienziati stanno indagando, c’è chi sostiene che sia energia (
vitalismo), chi materia (
materialismo), chi movimento (
cibernetica),chi informazione allo stato puro (
biostoria) cioè informazione = azione che prende forma = spugna storica.
È impossibile alla mente umana dare una veste definitiva al quanto, poiché ogni veste è un’interpretazione condizionata dalle mappe gnoseologiche dell’osservatore, che fa del quanto-incognita un evento circoscritto. L’impossibilità a definirlo non impedisce all’uomo di conoscere.
Personalmente:
- se agisco sul piano dell’emisfero destro, quello dell’emozione: il quanto è, biblicamente parlando, l’alito-soffio-parola di Dio, come lo Spirito Santo che rende coeso, a tempo 0, il disordine cosmico.
- Se parlo con il mio emisfero sinistro, area della razionalità: esso è un là che dà input al movimento dei campi vitali, i quali si attivano a interagire e a dare vita ai fenomeni storici.
Essendo un in-conoscibile che attiva il campo vita a livello cosmico, personalmente trovo riduttivo chiamarlo solo o energia o materia o informazione per poi chiuderlo, come in una scatola, in una categoria semantica. Non esiste una scienza che abbia il primato sulle altre, sono tutte riduzioni di realtà che si apprestano, si avvicinano alla realtà, ma sono un altro dalla realtà in sé che è inconoscibile.
- Quali le ricadute sul piano mentale di tale logica biostorica?
Non esistono i primi della classe, se il limite è intrinseco alla condizione umana, allora io ho bisogno dell’altro che mi apra lo sguardo ad una dimensione più ampia di vita. Il fisico ha bisogno del matematico, del poeta, dell’economista, del pittore, del giurista, del cardiologo, e così tutti, insieme, creano la rete del sapere storico.
Se non esistono i primi della classe, allora i dualismi di società, di ceti, di umanità con le relative gerarchie, sono delle forzature storiche di chi ha paura d’aprirsi con la mente e con il cuore alla complessità della vita.
Nella società a nanosecondo, data la velocità del sistema, non si possono creare domini permanenti, bisogna entrare nella logica dell’uno/tutto per cui c’è una bivalenza di servo/padrone che viene di volta in volta interpretata da tutti, in funzione di quel secondo storico o di quella abilità storica, necessaria in quel dato nanosecondo; per cui un si fatto dinamismo, impone la de-gerarchizzazione della struttura sociale:
- Questa è la democrazia della vita!
Democrazia che, come dico in nel 2° libro di Biostoria, non è una trovata o un’invenzione di una elite intellettuale della antica Grecia, ma il modo naturale del processo storico che prende vita nello spazio-tempo 0 di tutti gli spazi-tempi storici.
Per gestire un sistema a nanosecondi o si è vitali o si impazzisce; o si accetta la libertà del sistema o si resta ingabbiati nella paura di vivere e questa è una tendenza necrofila che porta all’asfissia e poi alla morte della società. Non è un caso che si siamo succedute tante civiltà, il loro morire ha segnato il grado di potere di una minoranza (oligarchia) che non ha voluto aprirsi al nuovo.
Ora osservando il sistema Italia o meglio Europa o meglio ancora Mondo si comprende bene come siamo di fronte ad un bivio storico: o si accetta di cambiare o si morirà tutti quanti!
Se poi si considera che l’uomo non è il privilegiato del creato, ma solo uno dei tanti soggetti cosmici, se non verrà accettato il limite, sarà il creato stesso che lo espellerà come il pus di sé.
Acquisire una logica biostorica è l’ancora di salvezza, non esistono i primi della classe ma i tutto-uno della classe, personalmente ho avuto la fortuna d’insegnare quasi sempre in un professionale con alunni anche molto difficili e disagiati che hanno temprato il mio carattere; ma sono stati proprio questi che mi hanno fatto capire di aver bisogno della loro diversità per imparare ad alzare lo sguardo, ad aprire la mente-cuore alla “sintropia del Caos”, agli ordine della diversità che è: il processo vitale!
Innamorarsi della vita nella sua diversità, per la sua diversità è il vero ed unico compito storico per l’umanità. L’innamoramento porta al matrimonio biblico:
- E i due furono una cosa sola! Una dialogica sola!
Essere una cosa sola crea l’abbraccio vitale che trasforma l’io in un noi. Essere un noi porta a saper assumere il compito storico che fa dire si alla vita.
- Si, voglio vivere, sognare, sperare, esserci!
- E per poterlo fare accetto di essere onesto, corretto, giusto, umile, aperto al dialogo, aperto all’ascolto, aperto alla tua univocità che mi fa sentire un’oltre, in cerca di te!
Questo è lo scenario che si è aperto con la società del nanosecondo ed è la più grande rivoluzione della storia:
- Per la prima volta l’umanità si sta misurando con il tempo 0, il tempo di Dio!
E sarà proprio Dio a strappargli il velo della sua ignoranza, intolleranza, disumanità… e farlo sentire integrato e amato nel tutto-rete della Vita.
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