(A. C. © 2012) |
- La ricerca della verità si pone come la funzione storica che spinge l'osservatore (uomo) ad interrogarsi sulla vita e sulle sue implicazioni, ma in tale anelito al vero egli sa trovare solo delle soluzioni diversificate che gli danno una consapevolezza di breve durata, poiché basterà un nonnulla perché tutto quanto definito sia capovolto. In tale perenne stato del dubbio, la conoscenza assume la connotazione dell'incertezza, rivelando tutta quanta la fragilità del castello concettuale sin lì elaborato e da cui necessiterà ripartire per il successivo viaggio d'esplorazione. Ogni viaggio è un processo di chiarificazione della realtà percepita che di fatto è una "vestitura" di verità. Ogni conoscenza è un dare l'abito (status di abitante spaziotemporale) ad un "quid" che assume la connotazione di senso-valore, circoscritto alle lenti-carte-scale cognitive e alla finestra-campo di lettura.
Ogni avvistamento (azione del vedere) fa inglobare nella coscienza dell'osservatore-vivente i differenti campi-trame (le finestre-reti) delle aree dell'ora-adesso e dello ieri-domani, relativi sia alla dimensione dell'io-sé e sia a quella del mondo-altri come dei molteplici territori (topos) proiettabili nello spaziotempo (la mente multi-proiettiva), come tante immagini su di uno schermo che, a differenti aperture-videate (le finestre storiografiche), rendono possibili i percorsi di conoscenza che daranno spettro-visione alle azioni di risposte storiche:
- Lo stato dell'essere presente, a sé e al mondo, accompagna ogni esplorazione del soggetto storico, quale spartiacque a tempo 0 che si fa bordo-soglia del contatto in cui si vincolano, allacciandosi e circoscrivendosi come in una cerniera, gli stati del fuori (universo) e quelli del dentro (io) che danno alla mente-pensiero la molteplice dimensione di una realtà a più mondi, percorribili lungo quella linea-cerniera di confine segnata dall'ora-adesso.
- Ogni lettura è un
indicatore di senso-direzione di
sguardo-risposta alla vita di una singolarità che ha fatto di tale
ricercare uno degli scopi della sua azione
storica, trovando così, con il gioco-reti delle proiezioni
immaginative di spazi-tempi-fatti delle soluzioni sufficientemente
coerenti e condivisibili in carte-mappe. Sono le carte ad
essere oggettive, cioè "oggetti" che si
prestano ad essere intessuti (tessuti dentro) nelle osservazioni
successive, anche di altri osservatori, e non le soluzioni
che restano sempre vincolate all'occhio-mente di quel particolare
uomo-lettore che in un databile e collocabile momento storico ha
ritenuto opportuna la tale risposta storica e non la talaltra (soggettivismo della scelta).
- Non si possono
massificare le scelte-risposte di azioni, senza svuotare di significato storico
le dinamiche vitali, in ciò si può leggere la gabbia
cognitiva delle "società di massa" che
hanno de-personalizzato le risposte, rendendole copie
standardizzate di modelli astratti privi di identità concrete
(le ideologie e le mode). Nella perdita d'identità
singolare si smarrisce lo scopo vitale della dialogica individuo/campo
e di riflesso della capacità proiettiva dello sguardo-mente che si modella,
uni-formandosi, al ristretto consumo dell'attimo,
perdendo così la profondità elaborativa e proiettiva dello sguardo, con relativo depauperamento della spugna
del pensiero (vero stato di povertà).
- Ogni singola risposta dalla teoria scientifica più ricercata all'espressione artistica più raffinata, dall'azione più nobile a quella più deprecabile, è una ricerca privata di un soggetto lettore-attore-abitante storico, delimitato in una nicchia particolare di spaziotempo, che ha dato la sua versione-inclinazione alla dinamica degli eventi, che si fa visibile (oggettiva nei fatti) in una data azione o in un certo scritto o in una precisa dimostrazione o in una evidente scoperta o in un particolare manufatto... Ne consegue che il soggettivismo significante si fa oggettivismo significativo solo nella dialogica tra osservato-osservatore-osservazione. Si comprende come in una partecipazione attiva del soggetto storico, non tutte le risposte storiche possano essere trasferibili e quindi perpetuabili, in nome di una validità oggettiva, svincolata dall'individuo e dal campo che le hanno immaginate-attuate.
- Ogni risposta è un “fatto-evento” che lega quella particolare nicchia storica (databile e collocabile) al suo privato soggetto (nominabile) che l'ha compiuta e in tale unità mente/campo sono un uno/tutto irripetibile. Ad esempio Napoleone Bonaparte accettò di scendere in Italia e dare spazio al sogno francese di un impero e alle aspettative dei giacobini italiani di libertà dalla tirannia dei monarchi assoluti. L'azione, assumendo una data e un luogo, concreti (campagna d'Italia del 1796-1797), si trasformò da proiezione mentale di immagini di futuro in uno stato di fatto e, nel compiersi, furono negoziate e limante le manie di grandezza napoleoniche con le aspettative francesi, con quelle italiane, per cui il risultato storico (oggettivo) fu un certo verso-direzione impresso (scritto dentro) alla dinamica del divenire dei campi vitali, in cui Napoleone ebbe un ruolo decisivo per quelle che sarebbero state le diramazioni d'evento (creste storiche) private, nazionali, internazionali. La medesima argomentazione vale per una teoria scientifica, ad esempio, la teoria della relatività allargata di Einstein che indirizzò le ricerche successive dando delle forme storiche a taluni eventi (effetto domino), inibendone altre; o per una particolare interpretazione pittorica dell'azione della luce, ad esempio, con Caravaggio, che influenzò il gioco di luce/ombra dell'arte successiva, aprendo all'impressionismo del primo '900; o per quant'altro. In tal senso Napoleone, Einstein e Caravaggio assumono il ruolo storico di perturbatori dello spazio-tempo, lasciando un'impronta nel divenire della storia che si fa orma indelebile del loro passaggio nella vita.
- La coscienza non è scissa dall'esperienza, che si fa sotto-strato che permea di sé ogni scelta d'azione, incanalando gli stati di umori, di sensazioni, di pre-certezze, di sofferenze e di già compresi verso una particolare angolatura di significato. In tale essere sempre presente a sé medesima la coscienza esperienziale, come la spugna naturale nel suo habitat marino, elabora in simultanea i significati-nome, gli spazi-forma e i tempi-durata relativi ai particolari quid storici avvistati che, assumendo presenza e connotazione di reale nel tempo 0, si imprimono nella memoria come “echi informativi”. In tale capacità recettiva la coscienza svolge l'azione di antenna-precettiva di segni vitali; gli stessi studi scientifici, oggi, indagano sulla forma del DNA e iniziano a isolare in essa una funzione di antenna, quale orecchio in ascolto, in grado di facilitare l'interazione dell'individuo (storico) con il suo habitat-nicchia (storico) al di là della stessa struttura bio-evolutiva di specie. Proprio in tale “abilitazione all'ascolto” di echi di campo si può parlare di apprendimento storico intrinseco all'intero processo vitale che rende ogni soggetto, di ogni livello-nicchia storica, attento ai segnali che poi dovranno essere decifrati e collocati, secondo i privati linguaggi, in un particolare senso-direzione evolutivo, indipendentemente dalla appartenenza al regno animale o vegetale o minerale... o se particella o onda o altro.
- Ogni collocazione-definizione è una riduzione concettuale (del particolare uomo) intrinseca al processo di conoscenza e di chiarificazione della realtà esperita che, in sé, non ha nome. Esiste una consapevolezza storica (a campo allargato)che rende possibili le evoluzioni, pur nelle particolarità locali, come una grande memoria-madre (il Tutto-rete) da cui prendono a differenziarsi le memorie-figlie di realtà (l'uno-nodo), in grado di apportare, ognuna, una particolare novità ed eccezionalità.
- L'essere co-scienza (a rete uno/tutto, madre e figlie) fa assume, alla Storia-campo, a finestra allargata, e all'individuo-soggetto, a finestra ristretta, il ruolo-funzione di vivente, quale saper essere, consapevolmente, con l'uno/ tutto, in ogni attimo di presente, a 360°; in tale consapevolezza si attualizza la dialogica individuo/campo, sempre filtrata dall'occhio-mente del singolare osservatore che avendo la capacità decisionale e interpretativa dei segni-echi storici, decide di volta in volta il cosa, il come, il quando e il perché rispondere o no.
- La libertà è nella vita e la vita si riconosce nelle infinite possibilità di ogni individuo-agente storico (a 360°) che collocandosi, ciascuno nel suo campo-nicchia di realtà, può assumere a pieno il diritto di cittadinanza che fa di ogni campo-individuo un'unità singolare unica e irripetibile, come unici e irripetibili sono i fiori di un ramo di una data stagione e di un particolare albero. Le singolarità vitali come in una danza coabitano nello spazio-tempo che resterà per sempre informato e perturbato dal loro passaggio nella vita, a tempo 0.
- Tale terzo campo di lettura, come ulteriore livello ordinativo della coscienza, si posiziona quale area dell'attesa di giudizio, pari ad un grado di astensione o meta-posizione che rende discontinua la percezione del tempo ed è proprio in tale stato neutro di scelta che si comincia a distinguere l'unica realtà in due sotto-campi e questi in altri e altri sotto-campi ancora che dispiegano a loro volta le tante “de-rive di realtà” con sdoppiamenti ulteriori di sotto insiemi a cui viene data dignità di veste storica.
- Gli storici di fatto finirono per confondere il piano di lettura (punto di vista) con quello di verità storica degli accadimenti e diedero alle interpretazioni, semplici narrazioni, il carattere assoluto di oggettività fattuale, ma il credere obiettiva la privata lettura fa inevitabilmente scontrare con le letture altrui, di qui gli irrigidimenti ideologici con le intolleranze culturali, religiose, sociali e politiche.
- Ogni intolleranza, a occhio-lente eco-biostorico, è in realtà una limitatezza-cecità immaginativa e osservativa, indice di una sofferenza cognitiva che nasce dall'aver negato valore alla complessità dell'esplicarsi della vita nelle sue innumerevoli forme (negazione del diritto di habitus-cittadinanza).
- Ogni risposta storica implica il piano della scelta da parte o dell'individuo o del campo, e ogni scelta è il risultato di una molteplicità di fattori funzionali al far emerge quell'una ed una sola risposta che si fa concretezza storica (il fatto-evento). I fattori iniziali essendo campi della scelta o dell'agente o del campo, restano nella zona d'ombra dell'elaborazione che si fa visibile solo nell'atto di concretezza, lasciando intorno a sé quell'alone d'incertezza così bene raccontato nelle Confessioni.
- questo non avviene ad esempio con una lettura a feedback con un tempo circolare di andate e ritorno di azione, in cui ogni azione genera una perturbazione-ricaduta di campo-habitat e il campo adeguandosi e modellandosi alla “variazione” storica, produce a sua volta una risposta che genera un effetto di ritorno sullo stesso individuo-agente che così potrà imparare a leggere il valore-peso storico della sua azione iniziale e poter migliorale la traiettoria nell'azione successiva. In tale azione continua di verifica del sé e del campo i due si fanno unico processo nella medesima mente dell'osservatore-narratore che si apre all'incontro del sé con l'altro.
- il valore della sua intuizione sta nel fatto che nonostante la permanenza nello stato dell'oggi, il soggetto-io lettore ha memoria del passato e consapevolezza del futuro che aprono la mente a due forme differenti di spazio-tempo, il non è più e il non è ancora, come delle linee di fuga a più percorsi immaginativi che permettono di tracciare la privata carta storica multi-orientata all'infinito passato e all'infinito futuro nel finito presente.
Solo sapendo indossare una lente cognitiva caleidoscopica a occhio biostorico (occhio di mosca) si potrà essere in grado di scalare e relativizzare le letture in rapporto ai punti di vista, alle carte-mappe, ai fatti isolati e alle aspettative di lettura stessa che, come tante semplici collocazioni diversificate nello spaziotempo, potranno svelare il limite nelle produzioni fattuali delle società. Ogni limite poi si porrà come punto di partenza per eventuali correzioni storiche, dato che mutando o ruotando le stesse posizioni-interpretazioni cognitive si produrranno altri modelli-carte di differenti dinamiche che diverranno abiti mentali difformi con relativi diversi giudizi storici:
- In tal modo moltiplicativo a sguardo eco-biostorico si comprende come si possa parlare di miopia di lettura della cultura classica o moderna, in cui in nome di una legge generale pre-stabilita si creavano le gabbie storiche con le cerchie di privilegi e di ingiustizie in cui si attribuivano i gradi di maggiore o minore diritto ad esserci nella vita e quindi i genocidi, le lotte di classe, gli accaparramenti, i ghetti e tutte le barbarie di una mente malata di fissità cognitiva ed emotiva.