Meeting AI MARGINI DEL CAOS: FENOMENI DI AUTORGANIZZAZIONE IN SCIENZA, ARTE E UMANESIMO, tenutosi a Firenze 20, 21 Novembre 2008 - Palazzo Strozzi.
L'incontro è stato una vetrina sulle ultime frontiere del pensiero e delle produzioni umane; come l’affermarsi delle nanoscienze che stanno trovando delle applicazioni molto interessanti come la piastrella che si auto-pulisce o i vetri che non si sporcano, poiché sono state studiate ed isolate in laboratorio le proprietà delle foglie di loto. Oppure il restauro degli affreschi con nano granuli che vanno a ricomporre la struttura degli intonaci o il pensiero come un flusso di messaggi-movimenti che pare trascendano il corpo e aprano ad una visione di comunicazione cerebrale delocalizzata, anche a grandi distanze, fenomeno di telepatia.
Studi matematici, a scale diversificate, sui comportamenti organizzativi dei sistemi complessi o interazioni tra forme artistiche e teorie scientifiche. Studi di spazi eco-architettonici a salvaguardia delle armonie originarie degli ambienti naturali o il concerto di musica che si costruisce a tempo presente e che ha la vita di una serata.
L’ampiezza dei temi trattati che hanno allargato le conoscenze dei partecipanti, hanno avviato un processo di ripensamento sui luoghi comuni dei modelli mentali.
Personalmente, come biostorica, particolare attenzione ha suscitato in me l’idea di un pensiero che abbia un suo spazio che vada al di là del confine del corpo-testa. Fenomeni di telepatia sono sempre stati raccontati, ma la scienza è sempre stata restia a definirli fenomeni fisici reali.
Ora sembrerebbe che i pensieri abbiano una collocazione più ampia e se si legge ad esempio la notizia riportata sul Corriere della sera del 27 nov. 2008 a Pag. 29, Ecco il computer che legge il pensiero, riferito allo scienziato Stephen Hawhing, si comprende come sia possibile dare visibilità ai pensieri senza l’uso della stessa parola.
Nella mia relazione sui pieni e vuoti della spugna storica ho accennato a come la libertà sia un processo dinamico che non può ritenersi, una volta affermato, definitivo; ma soggetto a continui rimodellamenti che quella rendono fragile e in questo preziosa. Poi nella tavola rotonda di chiusura dei lavori Paolo Manzelli ha ripreso il concetto di libertà, sottolineando un nuovo pericolo storico: se il pensiero può essere decodificato da un nastro di sensori posti su una parete di un supermercato, allora il gestore potrebbe sapere dell’acquisto prima ancora che l’individuo prenda il prodotto e concludeva dicendo che, arrivati in cassa. si potrebbe trovare lo scontrino gia stampato.
In qualità di biostorica e pedagogista, queste breve analisi di Paolo hanno messo in moto la mia capacità riflessiva:
- Siamo oggi di fronte ad un nuovo pericolo per la libertà degli individui, il furto del pensiero.
La libertà è l’auto-referenzialità dell’individuo che posto di fronte ad una scelta A o B, decide di aprire una linea evolutiva della storia:
- se scelgo A, vado in bicicletta, da qui scaturiscono una serie di dinamiche storiche che aprono ad una cresta di evoluzioni di eventi;
- se invece scelgo B, resto a casa a scrivere sul PC, automaticamente le linee di futuro assumeranno una nuova direzione.
Per cui le ricadute storiche, come le organizzazioni storico-sociali, prendono dei versi di significati e di azioni completamente diversi.
Faccio un esempio storico: quando nel 1861 si costruì il Regno Italico, i depositi bancari del Banco di Napoli, furono prelevati come risarcimento per aver liberato i meridionali dal loro re, e trasferiti a Torino. Questi servirono alla costruzione delle rete ferroviaria della Lombardia. Si può comprendere come dalla scelta storica a tempo presente, dipenda il futuro di una intera economia, se per assurdo i soldi fossero rimasti a Napoli, forse la Lombardia non avrebbe avuto la rete ferroviaria, ma il porto di Napoli o di Bari, avrebbero avuto un nuovo attracco, implementando le possibilità di mercato per l’agricoltura e non si sarebbero creati i vuoti di spugna.
Ora se io riesco a catturare il pensiero del mio vicino di casa, posso con altrettante felicità studiare degli strumenti nanotecnologici che pilotino il suo pensiero verso un mio privato tornaconto. Esistono già forme di plagio, ma in tale modo lo stesso individuo non sarebbe cosciente del furto, poiché fisicamente lui non avrebbe espresso alcun pensiero: si pensi a cosa potrebbero attuare gli Hitler di tutti i tempi.
Mai come in questo momento è della massima importanza studiare delle tecniche pedagogiche di salvaguardia della libertà di pensiero, poiché per assurdo si potrebbero ideare degli allevamenti di menti, come gli allevamenti di pollami, che con appositi stimoli emotivi e cognitivi, abbiamo il solo scopo di produrre brevetti, teorie, tecnologie… per una società efficientissima..
Certo una sì fatta umanità non potrebbe essere immune da critiche, contestazioni, scioperi e ribellioni.
- Quale potrebbe essere la rivolta dell’uomo pollo-mente?
- Potrebbe, ad esempio, fabbricarsi una geografia mentale che si auto-difenda, organizzandosi in strutture di idee pluridimensionali e in linguaggi criptati?