Boston, USA

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Natale 2007

martedì 30 settembre 2014

Biohistorical Epistemology

Oltre la Complessità: Il paradigma Eco-Biostorico
di Antonia Colamonico © 2014


"... Solo conoscendo l'uomo allarga l'orizzonte del reale; il reale a sua volta, con la conoscenza, acquista un valore-significato nella coscienza: Non esiste per l'uomo una realtà senza coscienza e non esiste una coscienza senza realtà. ..." (Da A. Colamonico. Fatto tempo spazio. Premesse per una didattica sistemica della storia, p.23 -24. Oppi, Milano 1993).




(Carta biostorica
© 2014 - Topologia di una dialogica multi-proiettiva. )






Umberto Boccioni - La risata -1911

Non interrogare la fredda mente se vuoi la vita, essa potrà darti sole versioni di mondi... (Antonia Colamonico)

Topologia di una co-abitazione


"... il nuovo campo di studi a cui, personalmente, ho dato il nome di Biostoria, nel lontano 1992 (...) ha presupposto il superamento dell’idea stessa di storia, ma osservando meglio, non è la storia superata, bensì il significato che alla parola è stato dato. Se la storia, in chiave biostorica, è il processo vitale che si concretizza a tempo 0, il tempo presente, in tutti gli spazi cosmici, quello che comunemente si fa passare per storia, è semplicemente la storiografia, cioè la scrittura-interpretazione intorno alla vita, la quale per processo di entropia tende a morire, nello stesso attimo in cui si pone. Ponendo tale dualismo storia/storiografia, già sottolineato da J. Le Goff, nell’indagine si sposta lo sguardo dai fatti-eventi ai processi storici, per cui la lettura non è più una semplice nomenclatura, narrazione e valutazione di avvenimenti e situazioni, ma un’elaborazione di movimenti spaziotemporali che implicano un’organizzazione bio-fisica di eventi, identificati con la vita a livello cosmico. In ciò si delimita e si definisce il nuovo campo di indagine biostoria, intesa questa come la lettura-mappatura della dinamica della vita/morte che fa da sfondo alla costruzione degli eventi. Se l’evento è un quid che ha preso forma nello spazio-tempo, esso segue un ordine evolutivo che si presta ad essere disegnato, proiettato, valutato… tutte queste operazioni fanno di quel quid un quanto storico che si presta ad essere conosciuto. Il passaggio dallo stato di ignoto a quello di noto implica da un lato la trasformazione del quanto in evento e dall’altro la traslazione del passato nel presente che tende al futuro. È in tale incontrarsi di passato-presente-futuro che si può parlare di un lungo oggi, come contemporaneità a tempo continuo. Il processo di costruzione della storia, quindi, si pone come il processo di naturalizzazione dello  spaziotempo. Il prendere natura, implica un prendere corpo o forma che si presta ad essere chiamata, segnata, ruotata, pesata… e in tutte queste operazioni si costruisce la conoscenza che non va confusa con la storia. La conoscenza produce le mappe cognitive con i relativi nodi informativi, ma le mappe e i nodi non sono la storia che nella sua complessità si pone come un surplus rispetto alla conoscenza. In tale essere un di più, si presta ad essere riesplorata, riletta, rivisitata, ridefinita. Compito del biostorico, non è tanto il commento sui fatti, quanto la capacità a disegnare le mappe di processo intorno a quei fatti. Non è assumere una posizione da censore intorno al passato, quanto fare di quel passato, selezionato, una cresta di evento che possa permettere di proiettare le dinamiche passate nel futuro, per comprenderne le portate storiche, a breve, medio e lungo termine, che faranno di quel  avvenimento un fatto vitale o mortale. Con tale capacità ad anticipare il futuro si potrà imparare a riequilibrare il rapporto tra sistema cognitivo e sistema storico e così allontanare l’implosione della stessa società, già ipotizzata da A. Toffler. ..." A. Colamonico, Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria.in Storia del mondo n. 55, 15 ottobre 2008. Edizioni Drengo, Roma.



Premessa


L'osservatore nell'azione di lettura del campo Vita elabora la carta di lettura di un osservato storico che, isolato da un tutto-uno, si fa a sua volta luogo-appiglio di un indirizzo-verso di lettura che rende vincolato lo sguardo-mente osservante ad una ipotetica traiettoria di cresta storica.
Ogni osservazione è una presa di naturalezza di un quid  che prende abitazione nella mente-osservatore e si fa eco informativo, spendibile in una risposta storica, comunicabile ad un altro osservatore che può a sua volta condividere la lettura, emanciparla o rigettarla. L'azione di conoscenza nasce da un bisogno funzionale alla permanenza dell'osservatore (ogni uomo) nella vita che prende forma in ogni tempo 0 di presente:
  •   L'uomo sotto l'aspetto vitale non differisce da un insetto o da un seme o da una formazione rocciosa, etc. avendo in sé una traccia-codice organizzativo che indirizza il suo essere nella storia; nel caso specifico uomo, per operare egli abbisogna di apprendere l'habitat e il suo luogo-sé nell'habitat, in tale esercizio di conoscenza e spaziatura, lega a sé l'ambiente che si fa il campo-nicchia vitale del suo stato d'individuo storico, reale e concreto.
Se l'osservatore (ogni uomo) leggendo circoscrive lo spazio della sua elaborazione, egli di fatto veste la realtà di un significato non solo enunciabile (cioè dicibile, ciò che è detto e può essere detto o è stato detto), ma anche collocabile e databile, posizionando la medesima realtà in una delimitata e definita nicchia storico-mentale:

  • lo storico e il mentale, sotto il profilo di una topologia a corpo unico, sono il dritto e il rovescio di una medesima forma spazio-temporale che se visualizzata e disegnata in un campo di lettura esterno all'osservatore è il fuori (campo delle scienze), se è nella stessa mente dell'osservatore, il dentro (campo delle coscienze).

Il dentro/fuori come in un nastro di Möbius sono due tracciati, percorribili, di lettura di un unico spazio a due perimetri-membrane che segnano il confine tra il soggetto-dentro e l'oggetto-fuori che un medesimo osservatore può percorrere, disegnando ora i paesaggi interiori del proprio io-Sé nel mondo (aspetto psico-cognitivo), ora i paesaggi esteriori del mondo oltre il sé. In tale doppia possibilità di verso storico di osservazione e di ispezione, ogni osservatore può leggere e visualizzare una complessità, a multi-strato, di ambienti vitali, scomponendoli in stati fattuali-fattibili di un possibile divenire, per cogliere le corrispondenze e le divergenze tra i topoi interni ed esterni con le molteplici aperture degli orizzonti di evoluzione, di aspettative e di realizzazioni. In una sì fatta carta di lettura è l'osservatore che muovendosi nei versi-indirizzi osservativi, compone e scompone gli orizzonti di lettura che danno la veste storiografica alle molteplicità storiche. Si crea, così, una dipendenza di lettura che nel tempo evolve sia gli ambienti-topoi sia le competenze e abilità di lettura, per cui ogni uomo sviluppa una sua comprensione e ogni compreso è uno sgranare una "maglia-finestra" di realtà che assume una particolare angolazione di significato:

  • L'osservatore non è un soggetto assemblabile in una generalizzazione astratta di genere o di etnia o di ideologia, ma un individuo concreto che vive e opera in una databile e collocabile nicchia storica che si fa campo vitale a tutt'uno con la sua singolarità, unica per sempre
In chiave di lettura eco-biostorica necessita un processo d'immersione nella vita, per svincolarsi dalle generalizzazioni che sono una riduzione cognitiva (realtà di carta) funzionale alle memorizzazioni storiografico-disciplinari, per ancorarsi al tempo presente, elaborando un'abilità  di occhio-mente, libero emotivamente dalle conoscenze pregresse che potrebbero dare luogo ai pregiudizi generalizzanti.
Ogni osservatore vive in uno stato di costante presente (t. 0) che si fa sparti acque, punto-luogo di congiunzione (t. 0), tra un passato a più profondità e un futuro tutto da edificare, che danno non gli stati dei fatti di realtà, ma quelli degli immaginati, fattuali (ciò che è stato fatto) e fattibili (ciò che potrebbero essere fatto):
  • il fattuale e il fattibile sono proiezioni di vita e si annodano nel tempo 0 di presente, l'oggi-ora-adesso, aprendo gli sguardi a molteplici scenari immaginativi di una realtà che assume a sua volta forma prospettica nella medesima mente osservante. In tale prendere forma l'osservato e l'osservatore si modellano vicendevolmente, rispecchiandosi.

Il saper tracciare e quindi leggere il sé nel mondo o il mondo nel sé, permette di attribuire l'ubicazione - spazialità dimensionale - dei due territori io e mondo che possono a loro volta essere frantumati in campi e sotto-campi di multi-verso osservativi che danno le letture a proiezioni multi-prospettiche di una realtà collassata in una miriade di particelle di quanti-echi e di forme-stati informativi che assumono un aspetto a frattale (la spugna storica), come in un'esplosione di profili-sagome che si espandono, allargando e allargandosi nello spazio e nel tempo che anche, a loro volta, esplodono come in un fuoco di artificio che dà la visione di una realtà multipla e frastagliata, la complessità appunto.
Lo spazio, in tale espandersi delle forme vitali, si fa matrice di una realtà che per essere presente necessita di un osservatore che possa ricondurla in una nicchia di senso logico-sentimentale che le dia il valore di cittadinanza. In tale azione del dare collocazione-nome alle rilevazioni dei processi naturali, l'osservatore esperisce la vita, creandosi la mappa-carta cognitiva che si fa spettro funzionale alla sua possibilità di muoversi e di agire nello spazio-territorio isolato, chiamato e ispezionato che si colloca a contorno della sua medesima azione di lettura.
La lettura e l'azione si rincorrono a tondo, poiché sono l'una il vincolo dell'altra, senza lettura non può emergere un'azione e questa a sua volta si fa contorno del significato stesso della lettura. Se l'osservatore veste la forma vitale, dandole una ubicazione-cittadinanza (senso storico) nel Tutto-rete della vita, allora si può facilmente avvallare l'esistenza di due tipologie di realtà:
  • una nuda che di fatto resterebbe un'incognita cognitiva se l'uomo osservante non la leggesse, svelandola e circoscrivendola in un confine-carta di lettura, elaborata dalle sue medesime capacità e abilità osservative e ideative che ne condizionano la visione;
  • una vestita quindi, che assumerebbe le sembianze che la stessa mente umana è in grado di riprodurre, proiettandola come su uno schermo che si fa rappresentazione storiografica. Tale realtà di carta si presta ad essere superata in virtù di come potrebbero evolversi le capacità esplorative e immaginative dell'intera umanità. Perdere la dimensione di realtà di carta fa perdere nelle mante-uomo il vincolo realtà vestita-realtà nuda, facendo identificare la storia con la storiografia, errore in cui in molti sono caduti, finendo con il voler ridurre la vita ad una semplice rappresentazione esplicativa di essa.
Sotto il profilo prettamente metodologico dell'indagine, accettando la bivalenza nuda/vestita si dà un maggiore grado di libertà allo sguardo-mente che può procedere a salti di visione da un continuo a un discontinuo, modificando profondamente il valore storiografico attribuito alle letture, in quanto lo sguardo-mente non leggerebbe più il tutto pieno di storia, ma una porosità a pieni/vuoto (struttura a spugna). In tale visto e non visto assume valore la capacità elaborativa e immaginativa dell'osservatore medesimo che dovrà  rendere presente il non ancora lettoNel cambiamento di visione si attua una forma di rivoluzione copernicana, poiché ciò che si mostra all'occhio si presta ad essere scomposto in grandezze finite di varia forma e spessore che emergerebbero da un vuoto o meglio buio informativo:
  • entra così il vuoto nella stessa organizzazione della storia, come quel non so ché (alea) che dà l'inclinazione al divenire, introducendo una realtà a probabilità, quindi non determinata. Importante è comprendere che se la lettura non è la realtà nuda, allora ogni modello e relativa scienza esplicativa è solo un indirizzo storiografico che ha aperto nella mente osservante un guizzo-possibilità di "costruzione" di verità narrata (la verità di carta).

L'azione del rendere noto (foto-carta di lettura: La storia dell'universo, dal Big Bang ad oggi, fonte: ESA - C. Carreau) si fa motore della crescita informativa, da cui si costruiscono le carte-modelli sempre più particolareggiati di una realtà sfuggente che tuttavia si lascia ispezionare e disegnare con un effetto moltiplicativo, non solo nelle letture, ma nelle possibilità d'azione:
  • la conoscenza è un tutt'uno con la costruzione dell'azione, più saranno i campi di esplorazione e maggiori saranno le possibilità di risposte storiche; la ricchezza di una società si misura sulla maggiore possibilità di diversificare le risposte d'evento, ma il diversificare implica una variegata disponibilità di carte di lettura di quella realtà sempre sfuggente, ma che si fa tuttavia contornare in una nicchia di senso compiuto (spugna del pensiero). Ogni senso isolato stimola la capacità elaborativa del cervello che resta a sua volta modificato dall'azione di apprendimento. La parola apprendimento si svincola, così, dal senso chiuso di limite scolastico-pedagogico e si fa radice-molla della vitalità a 360°.
Il campo del non visto è fonte di ricchezza informativa che affina sempre più  l'occhio osservatore, accorto a rilevare ogni più piccolo elemento nuovo, permettendo di rinnovare continuamente la carte esplicative della realtà conosciuta che si espande, a sua volta, a frattale. La vestizione con significati permette l'accesso alla realtà narrata che altrimenti resterebbe un non enunciato, un non detto, un non dimostrato:
  •  In tale stato di realtà raccontata si attua il salto di paradigma che pone, in questo nuovo secolo che apre al nuovo millennio, la biostoria a bacino d'attrazione delle discipline e non più la meccanica, con la fisica, in quanto la lettura meccanica (o classica o quantistica) è solo una delle possibili e ipotizzabili letture di tutta la realtà ignuda. Le letture, di tutti i campi storiografici, sono delle semplici narrazioni disciplinate, con grammatiche e sintassi similari o differenti, di un unico insieme storico che assume tanti abiti e tante forme per quanti sguardi e quante sintassi l'uomo osservante è in grado d'immaginare, elaborare e attuare. La storia quindi è matrice-mamma del campo-bacino osservativo delle discipline tutte che assumono un uguale valore, poiché ognuna dà una inclinazione-sfaccettatura a quel oltre che si lascia ammiccare e racchiudere in una definizione di senso compiuto e umanizzato.
Con una sì fatta chiave di lettura a uno/tutto eco-biostorico che si espande a frattale, cambiano le attribuzioni di valore alle visualizzazioni storico-disciplinari, in quanto le lettura e le carte prodotte, a multi-campo, non sono la fotografia della realtà in sé che può dare luogo alle certezze storiografiche di una verità compiuta e totale che si pone così come si legge, ma le semplici narrazioni di compresi che risentono del punto di vista dello stesso osservatore-narratore che per primo pone l'impronta nel circo-scrivere il campo di lettura:

https://sites.google.com/site/biostoriamappe/home/le-carte-di-lettura/nicchie%20disciplinari.png
  • Ogni carta di lettura non è una verità reale, ma una veridici (vero-simile) di un quid-appiglio informativo che ha messo in moto le capacità elaborative del medesimo osservatore, per cui se si cambia l'osservatore o se si cambiano le geometrie di lettura, automaticamente si modificano gli aspetti delle veridicità storiche (plasticità).
Ora, se si provasse per un attimo a spogliare le osservazioni delle loro vesti che si fanno confine dimensionale, allora sicuramente apparirebbe una realtà a unità-granulari in continua fibrillazione con un apparire e scomparire nell'attimo di un guizzo luce di tempo 0, come in un fuoco pirotecnico che rompe il buio, frantumandolo con mille e mille luci, subito riassorbite dal nero del vuoto di luce. Tale realtà adimensionale ed evanescente si potrebbe addurla come la dimensione naturale della realtà nuda, non tracciata e non estesa in una forma-veste dimensionale che si faccia abito di un isolato storico, ad opera di una mente-soggetto osservante che nell'azione del rendere isola, vestirebbe quel quid informativo di significato e di aspetto topologico. https://sites.google.com/site/biostoriaspugna/_/rsrc/1374513904756/home/briciole-di-biostoria/quantostorico/spazio%20quanti%20storici.png?height=257&width=400Proprio tale realtà nuda, vicina a quella dimensione quantica isolata e non vista dei fisici che fa parlare loro di mondi "virtuali" e "reali", si potrebbe definirla la condizione vitale elementare che dà il la alle moltiplicazioni aggreganti della storia-vita vestita.

In tale prendere corpo-immagine, in un tempo 0 di presente, la vita
si esprime nei fatti e si lega allo spazio (utero-matrice della vita) e al tempo che rende annodata la presa di realtà di ogni fatto emerso.
  • Il "Fatto-Tempo-Spazio", come unità costituente, primordiale e adimensionale della storia, è il contorno-membrana di quel granulo di vita a quanto storico, promotore del divenire che dà il la al processo generativo, letto a multi-scala e a multi-campo, chiamato Vita.
https://sites.google.com/site/biostoriaspugna/_/rsrc/1370518270744/home/struttura/02-02.tif?height=308&width=320Il fatto è un quid che appare in un tempo 0 di presente, in tale mostrarsi all'occhio-mente, si presta ad essere isolato, trattatoevoluto da fatto ignoto (quanto storico) a fatto noto (eco informativo), in tale evoluzione si crea l'anello di congiunzione tra il fatto e l'eco di un quanto storico-vitale:

  •  Il fatto-quanto è il pieno di vita, l'eco il vuoto che si fa informazione storica, come presenza di una scia-traccia del passaggio nella vita, di un "non so che" che l'ha segnata e modificata, lasciando l'impronta-eco nella de-formazione dello spazio.
https://sites.google.com/site/biostoriamappe/_/rsrc/1375004142920/home/campi/epistemology-biohistory/campo%20biostoria%201%20piccola.pngL'uomo, è bene ribadirlo, non legge la vita nel suo aggregarsi, ma le informazioni-echi di movimenti vitali che sono un dopo di evento. Esiste come una membrana tra l'esplicarsi della vita e la lettura di essa, per cui l'umanità è come imbrigliata in una realtà di carta che non può essere confusa con l'organizzazione vitale che sfugge alle riduzioni e semplificazioni della mente umana che intravede solo le deformazioni spaziali e su tali cambiamenti ricava gli echi informativi, da cui costruire i modelli e le teorie di spiegazione che danno solo il significato storiografico.
https://sites.google.com/site/biostoriaspugna/_/rsrc/1374571244259/home/produzioni%20biostoriche.png?height=275&width=400La deformazione segna il nodo-appiglio che si presta ad essere datato per dare spessore temporale al medesimo spazio che assume forma-sagoma a spugna con nicchie e nicchie che rendono porosa e frattale la sua struttura. Nel corso dei millenni come si sono evoluti e moltiplicati, nell'azione di lettura, le visioni e i campi di lettura, così si è evoluto e moltiplicato il tempo nella lettura, ad esempio se in un passato remoto si credeva che 6000 anni fossero un tempo sufficiente per la creazione dell'universo, oggi tale periodo appare un nulla, rispetto ai circa 13,82 miliardi di anni definiti dagli studi dell'Agenzia Spaziale Europea; il salto di scala è il risultato della migliorata capacità osservativa che si è evoluta su quelle lievi crespature o fratture dei quanti-echi storici che rendono visualizzabili i nodi informativi:

  • Ogni nodo è il segno-eco di un qualcosa che ha preso vita, modificando lo stato dello spazio e in tale prendere una direzione ha forgiato una maglia di realtà a cui l'osservatore, sempre più accorto, ha dato un significato che risente anche del suo modo di spiegazione. La lettura è il modo umano di spiegare la vita nel suo generarsi, accorparsi, intensificarsi, smagliarsi per poi ricompattarsi...ma il limite di ogni spiegazione è nella stessa umanità.
Nessuna scienza potrà mai definirsi esatta e nessuna scoperta definitiva, c'è sempre una maglia che sfugge, un eco che eccede, una briciola di nonnulla che da non visto si renderà visibile e innescherà un gioco altro di lettura. In tale continua filatura-tessitura la vita prende spazio nella mente osservante e da un non visto si fa un visibile e da un non detto, un dicibile e da un non conosciuto, un compreso per cui è valso la pena aver visto, aver raccontato, aver imparato. 

Nel gioco di sguardo/appiglio c'è l'incontro tra un nulla di fatto e un presente di fatto in cui il vuoto prende veste e si fa vita e la vita popola quel vuoto e si fa forma e forma altra.  


Acquaviva delle Fonti, 31 gennaio 2014

Dal Sito: Biohistorical Epistemology

Una pagina: Gli abiti della realtà 

 _______________________________  Il Fuori Campo


Granelli di vite



il salto

Il grigio della strada l’assalì all’improvviso e via, via che questo procedeva, come una spugna di mare beveva ogni suo attimo. I battiti, i respiri, le luci si integravano nella macchia che cresceva, lasciando in ombra lo spettro di vita che lentamente continuava a camminare, ripetendosi:
- sono stanco di tutto e di tutti, anche di te.
Ogni punto del suo corpo si stava cancellando, lasciando spazi dentro spazi di tessuti, di emozioni, di vissuti. Fu così che Agnese perse il tempo. La cosa non la spaventò. Era troppo attenta a registrare il salto e quando tutto fu finito, era già entrata nell’ordine delle diversità. Non si era mai accorta di quanto quella storia l’avesse logorata con il susseguirsi di tutti quegli attimi che si perdevano in durate di senso a metà. Metà le letture. Metà le scritture.
Aveva cercato di riunire in un unico insieme le singole porzioni, ma vi era sempre una maglia che sfuggiva, rendendo fragile l’insieme, quale il vibrare d'ala di farfalla che costruendo vuoti di moti la innalza per poi precipitare.
La nuova dimensione le piacque. Vide un’esplosione di materia e di colori e i significati si erano moltiplicati. Ogni punto o virgola o affetto assumeva una sua collocazione e il disegno si mostrava tutto intero.
Da: A. Colamonico, ed altro (1993) in Foto/grani


_________________________ Una nota-chiave

Ai margini del Caos: http://biostoria.blogspot.it/2008/10/i-vuoti-e-i-pieni-della-spugna.html

sabato 11 gennaio 2014

Biohistory - Storia di una paternità






Edgar Morin e Biostoria: storia di una paternità 

"Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity"

- Antonia Colamonico - © 2003


Pubblicato in inglese su: World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005

 Testo in italiano:

Link

 

(Antonia Colamonico, Edgar Morin)


 

 

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Boston, USA

Boston, USA
Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008