Il processo storico, inteso come la dinamica dialogica della vita, è un processo informativo che si propaga nello spazio-tempo, per effetto di ricaduta dei quanti storici. Il quanto è il pro-motore della dinamica perturbativa che dà luogo agli eventi. Esso, una volta attuatosi, muore, lasciando dietro di sé un eco-informazione, quale traccia della deformazione subita dal campo. L’informazione, come memoria del mutamento, svolge la funzione di catalizzatore, poiché innesca l’organizzazione dei quanti successivi, quali risposte di evento alla perturbazione subita dalla spazio-tempo. Le risposte, a loro volta, attuandosi, lasceranno un nuovo grado d’informazione-eco che si propagherà, riperturbando nuovamente il campo vitale. è proprio in tale gioco ricorsivo di vita/morte, generato dai quanti informativi, che si attua il processo storico, come gemmazione di eventi che danno luogo alla realtà, dal micro al macro cosmo. Il passaggio dall’infinitesimo piccolo all’infinito grande si pone come il variare dei gradi di organizzazioni in organizzazioni, che si attualizzano per effetto della caduta dei quanti.
L’informazione, in tale visione, assume un ruolo determinante nella costruzione della storia, poiché sono proprio gli echi a influenzare le possibilità di creste di futuro. In tale prospettiva ogni evento può essere ricondotto all’eco-traccia che ne ha influenzato l’organizzazione e, a sua volta, la diramazione nel piano di futuro. È proprio in tal senso che si può parlare di permanenza storica, essendo ciascun evento destinato a permanere nello spazio-tempo, quale quanto informativo che, pur avendo perduto la sua bio-fisicità, è un segno-traccia che per sempre si presterà ad essere conosciuto, nei successivi piani di realtà. Un esempio: i ritrovamenti archeologici sui dinosauri o lo studio di antichi fenomeni stellari o i ricordi di un uomo che riaffiorano o di una identità sociale che riprende una sua collocazione storica. Ogni quanto, può essere definito un nodo biostorico, nodo che s’intesse nella trama della rete storica, intesa questa come il campo uno-tutto della vita.
In una sì fatta visione, la storia non è più una semplice successione di causa-effetti prevedibili, tempo lineare, ma bensì un gioco di spazi-tempi che si deformano e riformano, con un processo creativo che si chiude a piani di passati e s’apre a prospettive di futuri nuovi. In tal senso il determinismo storico è ridimensionato, non annullato poiché il passato svolgerà sempre un ruolo importante nell’indirizzare il piano di futuro, ma l’indirizzare implica un grado d’incertezza, dovuto al perpetuarsi nel campo dei quanti informativi che, come rumore storico, innescheranno i gradi d’imprevedibilità: è quel effetto farfalla cha apre la vita alle nuove organizzazioni.