Boston, USA

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Natale 2007

giovedì 20 maggio 2010

Occhio biostorico: Che cosa è il tempo nella struttura a spugna della storia? - Commenti in Facebook -

(Manichino del tempo)


"Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta... Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo. Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore." Papa Giovanni XXIII


Da Facebook: Alcuni commenti alla riflessione sul "Tempo biostorico" come tempo 0 (il Presente). http://occhiobiostorico.blogspot.com/2010/05/occhio-biostorico-che-cosa-e-il-tempo.html







  • Commenti:

Sergio Stagnaro
Paradigma biostorico e diabete mellito. Direte: Cosa c'entra?
Medico Pratico per vocazione e scelta da 54 anni, in tutta la mia attività di ricercatore ho tentato, e tento, di far emergere l'aspetto pratico, concreto, delle TEORIE: se è vero che la mappa non è il territorio, è pure vero che la mappa deve in-formare sul territorio... altrimenti, non possiamo parlare di conoscenza. Fino alla Biostoria di Antonia, l'osservatore si limitava ad osservare fatti (= i mutamenti della glicemia, ecc.) che nel momento stesso in cui si realizzano, muoiono, nel tempo e nello spazio, secondo una descrizione storiografica. Al contrario, con una lettura "storica" della realtà, il medico, grazie alla Biostoria, può osservare (aprire finestre su) il passato (= reale rischio CONGENITO di diabete, dipendente dalle Costituzioni diabetica "e" dislipidemica), il presente (= modificazioni microvascolari ingravescenti nell'unità microvascolotessutale delle isole di Langherans, che in-formano sul modo di essere e funzionare del locale parenchima, cellule beta, secondo la teoria dell'Angiobiopatia) e proiettare la sua osservazione sul futuro, cogliendo non solo l'evento ma anche la sua proiezione "pirotecnica", l'eventarsi dell'evento diabetico in un dato sotto spazio, contenuto però nel campo unico. Conclusione: lotta al diabete intervenendo prima dell'eventarsi dell'evento (quanto biostorico) sulla base di informazioni ottenute con una visione allargata sulla realtà, e non limitata al solo evento che vive/muore sotto una osservazione ristretta, riduttiva, inefficace ai fini della lotta al diabete.

MarioEsposito
Grazie Antonia!
E' possibile trasporre il tuo linguaggio anche in simboli matematici? ...

Claudio Canella
... anche quella aritmetica avrebbe bisogno di essere spiegata , come le cosmologie gruppali e la teoria delle superstringhe ... e il punto è che richiedono la disponibilità ad allargare non tanto il campo visivo (non basta la fotografia da aerei in quota o satelliti, e nemmeno gli effetti semplicemente frattali di goggle earth anche se aiutano a sospettare coserelline) quanto la modalità di costruzione dell'immagine/percezione e quella che la "metabolizza" a conoscenza
senza perdere di vista IL FATTO che se l'evento sprigiona un numero sufficiente di quanti - informazione dopo questi si possono ricombinare e produrre nuovi eventi o [se si ricombinano verso il "prima"] nuove conoscenze ...


Antonia Colamonico
Da un punto di vista matematico c'è già molto... solo che non è stata costruite la relazione, ad esempio molti dei discorsi fisici di I Licata sono già ad occhio biostorico, come pure quelli bio-medici di S Stagnaro, di M Pregnolato o bio-fisici di P Manzelli o matematici di Luigi Fantappié... necessiterebbe creare un gruppo con differenti competenze per tracciare le reti disciplinari, biostoriche.
  • Personalmente credo di aver creato il contorno-membrana di una struttura pluri-reticolare, vitale, che andrebbe mappata.
Bella osservazione Claudio, infatti nell'articolo americano, pubblicatomi da A. Montuori, parlo di "scienza dello sguardo", come la nuova visione del sapere scientifico, che non può essere + statico nell'elaborare una volta per sempre le sue carte, ma dinamico, plastico, cinetico... appunto Scienza dallo sguardo Biostorico, che si pone come il nuovo paradigma del 3° millennio!

Diletta Morgan
Assisto al fatto che esiste solo il tempo presente (zero) che comprende il futuro e il passato. In una finestra di tempo piccolissima, che traduce l'azione nel suo significato, in base all'osservatore, ognuno dà la propria direzione.
Concordo sul fatto che osserviamo tutti il medesimo campo, la sua interpretazione è soggettiva e l'impulso dato da chi osserva, modifica la lettura e il comportamento delle particelle. C'è chi sostiene che ciò che sentiamo, le emozioni e la nostra percezione, crei le condizioni per modificare il campo.
Il tempo ha una dimensione circolare. La nostra interpretazione dei fatti storici e la proiezione dell'intenzione, crea la materia osservata. Dunque ribaltando la situazione, si potrebbe leggere il presente non solo come il risultato delle azioni passate, ma come proiezione delle nostre intuizioni/intenzioni future, ben sapendo che esiste solo il tempo zero, ovvero il presente. L'intenzione, l'immaginazione orchestrano l'attività nel regno non locale e hanno un notevole impatto sulla realtà osservata. Nel regno universale ogni cosa possibile è già esistente ed ha bisogno dell'intenzione per precipitare nel mondo fisico. L'osservazione trasforma la possibilità in realtà. Mi piace ricordare un semplice esempio per collegarmi all'idea che ci sia un campo solo e che ognuno ha solo una visione parziale di questa. Di seguito riporto una storia che spiega meglio il concetto:

Immaginate un pesce in una vasca,con due telecamere posizionate ad angolo retto tra loro che riprendono le sue mosse, trasmettendo poi le immagini su due schermi. Seduti in questa stanza voi guardate i due pesci diversi , meravigliandovi perché quando uno di loro cambia direzione , il suo comportamento risulta immediatamente connesso a quello dell'altro pesce. Naturalmente voi ignorate come stanno le cose,perché altrimenti sapreste che in realtà c'è un solo pesce.
Se poi piazzassimo numerose telecamere in molti angoli diversi e le immagini giungessero sugli schermi nella stessa stanza, rimarreste sbalorditi dal modo in cui tutti i pesci che vedete siano in immediata relazione fra di loro.
Ciò a significare che nel regno profondo, facciamo tutti parte di un medesimo corpo, e quando un suo componente si muove anche tutti gli altri vengono subito coinvolti. Senza una coscienza che osserva, ogni cosa esisterebbe come semplice potenziale. Il puro potenziale è dunque il punto di svolta per la lettura del tempo e dello spazio. E' abbastanza consolidata l'idea che si possa influire sulla forma di una serie di particelle-onda con la semplice osservazione /intenzione.
Da qui discende la possibilità di guarire dalle malattie e ogni sorta di creazione /immaginazione come binomio reale , che si traduce sull'asse del tempo e dello spazio. Premetto fin da ora che le mie sono conoscenze sono limitate al campo spirituale,è una passione che ho sviluppato con il tempo.


Antonia Colamonico
@ Diletta... hai perfettamente dimostrato con il tuo esempio "l'occhio di mosca" di cui parlo in biostoria, siamo tutti in tutto e questa "grande placenta" che ci contiene è Il Dio-mamma... sempre nell'articolo americano parlo del rapporto uno/tutto, come un rapporto "utero/feto" siamo legati da un "filo/cordone" invisibile che rende noi tutti parte del tutto, ma in tale tutto, ognuno ha la sua particolarità che lo rende unico, prezioso... poiché titolare del suo spazio-tempo che lo distingue e lo rende irripetibile, in tutti gli spazzi-tempi all'in/finito!
Mi sono spesso chiesta perché sia stata data a me la visione di una simile mega-struttura biostorica e la risposta che mi sono date è perchè donna!
Solo una donna può sapere cosa significhi essere un due/insieme... nell'istante in cui il feto inizia a muoversi nel grembo, in quel istante, proprio quello, si percepisce la libertà delle essere in due/insieme... ricordo quando aspettavo Marcello fu così forte la mia sensazione nel sentirlo indipendente da me, in me... che quando lui nacque la prima esclamazione mia fu: è nato un uomo libero che è parte integrante di me, come la mia mano o il mio braccio!
In questo è la continuità della vita che rende sempre presente la storia!!!


Daniela Biganzoli
Commenti interessanti! Cara Antonia, sai che condivido il tuo pensiero; posso solo aggiungere, visto che hai citato la mia relazione sulla memoria dell'acqua( al Convegno di Firenze)il link per chi fosse interessato: http://www.descrittiva.it/calip/dna/Biganzoli-acqua-come-medicina.pdf .

Rita Benigno
Cara Antonia, mi piace molto questa realtà che prende forma nello stato di presente e che quindi implica la presenza nella vita. Significa, dal mio punto di vista, assumersi la responsabilità di questa stessa vita, vivere... La vera rivoluzione, forse, è proprio riuscire a passare da Chrónos che divora i suoi figli al più amabile kairós. La libertà di essere se stessi...

In questo senso il tempo può rappresentare il nostro avere come dimora la vita: " L'orologio lo ebbi e assai presto. Me lo regalò la mia madrina di battesimo, che stava a Lugano. […] dopo un paio di settimane l'orologio, che chissà quali colpi aveva preso in guerra, con altri colpi che gli diedi io, si fermò. […] Ereditai altri orologi in seguito, di poco prezzo, finché a trent'anni ne comperai uno d'oro molto elegante, ma con una cassa leggerissima, proprio un velo di metallo, che finì col consumarsi e bucarsi come una calza. Dal buco entrò la polvere, e forse l'acqua, che lo guastò.
Da allora ne ebbi degli ottimi, d'ogni qualità, sempre in regalo, più che graditi, ma arrivati tardi, quando il tempo da misurare non era più quello degli anni felici e spensierati” (Piero Chiara)

Daniele Berti
ma se l'unica finestra disponibile è quella dello spazio-tempo 0 perché non approfittarne per contemplare lo splendore dell'universo nello straordinario qui e ora dell'unico spazio-tempo che abbiamo la possibilità di conoscere nel momento in cui è?
credo sia l'unica modalità di vivere l'eternità nella sua immensa totalità spazio-temporale.

Marcello Mastroleo
Grazie per il tag...
@Mario, grazie per avermi pensato. Sono anni che interagendo con mamma si parla di queste cose e, personalmente, sono 10 anni che filtro i miei studi matematici alla luce di biostoria e del suo occhio.
Per quanto è vero che ci sono degli studi in vari campi che tendono verso una visione di tempo biostorico, è anche vero che, citando mamma, bisogna compiere anche qui un salto di paradigma.
Nella matematica di largo consumo, il tempo risente della gabbia mentale derivante dalla percezione dello spazio e dal concetto di dimensione.
Mi spiego meglio, matematicamente parlando, spazio e tempo sono lo stesso oggetto astratto: una dimensione. Un susseguirsi archimedeo di punti allineati.
La distinzione sta nel nome, ma non nell'uso che se ne fa ne di come vengono manipolati. Il tempo può essere percorso come lo spazio.
In questa visione, banalmente, il tempo 0 - presente - coincide con tutti i punti che hanno coordinata temporale 0 (T0), il passato sono i punti con coordinata temporale negativa e il futuro i positivi.
Quando si fa un modello di evoluzione temporale (un modello differenziale come lo sono i sistemi complessi e anche il caos deterministico sopracitato), i valori al contorno (che determinano l'evoluzione del sistema), si riferiscono al presente, l'istante T0 in cui si osserva il sistema, e tutti i teoremi che regolano l'andamento di tali oggetti parlano al futuro e raramente al passato. Sapendo come il sistema è adesso posso capire come sarà tra un po' ma non capire come è arrivato ad essere quello che è!
Sulla base di ciò, il framework in cui vivono anche i sistemi non lineari (attrattore di Lorentz, equazioni logistiche, ...) risente dell'impossibilità di guardare il passato.
Bisogna notare, che non vi è nulla di sbagliato in tale concezione/uso di tempo e che tale visione ci permette ad esempio di trovarci qui a scrivere, visto che tutta la nostra tecnologia è stata sviluppata considerando il tempo in questo modo.
Detto ciò, per trattare matematicamente il tempo biostorico è necessario fare un piccolo cambiamento di rotta (salto di paradigma), includendo nelle equazioni che descrivono un sistema una sorta di "memoria". [Potete leggere qualcosa sulle Reti Neurali Ricorrenti che sono un esempio di sistema con feedback che ne determina una breve memoria cumulativa].
Ma richiedere che una particella in moto abbia "memoria di sé" suona come richiedere che una particella abbia "coscienza di sé" (come la particella di sodio della pubblicità). A mio parere (per quello che vale) è più plausibile che il campo registri gli echi storici del passato della particella (la spugna storica di mamma). Si pensi al sole che a seconda della distanza dalla quale lo si osserva offre una visione temporale di se diversa.

Sergio Stagnaro
Daniele si chiede perché non approfittarne per contemplare lo splendore dell'universo nello straordinario qui e ora dell'unico spazio-tempo se l'unica finestra disponibile è quella dello spazio-tempo 0? Purtroppo, in Medicina, è sempre stato così, con evidenti conseguenze desolanti: diabete, cancro, Cardiopatia ischemica sono epidemie in continuo aumento! Screening al posto della prevenzione primaria. Alla visione storiografica, bisogna sostituire quella bio-storica, traendo benefici dalla interdisciplinarità: biologia, Caos Deterministico, meccanica quantistica..... In altre parole, bisogna porre l'Amore non solo alla fine, come sublimazione della conoscenza (San Gregorio Nisseno, V sec.), ma all'INIZIO del processo noetico.

Antonia Colamonico
Grazie amici dei vostri interventi. Accettare il tempo 0 come unica "cella" di realtà implica l'assunzione, come dice Rita, della responsabilità storica.
In ogni attimo 0 di realtà s'imprime il grado di curvatura alla cresta storica che porterà al pieno-vuoto di spugna. Se si pensano ad esempio alle scelte storiche del risorgimento, concluse con l'incontro farsa di Teano, si possono capire i vuoti del Sud e i pieni del Nord, con la conseguente migrazione di massa che non ha ancora tregua.
Ogni scelta è a tempo 0, ma per uscire dalla cecità del presente, necessita sviluppare un occhio-mente in grado di proiettarsi nei passati-futuri, come agevolezza, plasticità e in ciò è l'occhio biostorico che grazie ad un gioco di finestre (quinta dimensione di lettura descritta in Ordini complessi) crea una struttura mentale a + linee evolutive in simultaneità.
Quando introduco la mappa del pensiero complesso... molti smettono di ascoltare, ma la nostra mente è in grado di gestire in simultanea + livelli ed ordini informativi... è quel fenomeno di Entanglement di comincia a parlare la fisica quantistica.
Quando nel 1994 fini di scrivere Ordini complessi, io stessa mi spaventai di quello che ero riuscita a definire ed ebbi paura di essere presa per pazza, allora presi il manoscritto, lo chiusi in una busta e me lo spedii a casa, e lo nascosi infondo ad un armadio e lo tenni lì celato, per codardia!
Solo nel 2002 ho trovato il coraggio, tra le risate di mio figlio, di farlo stampare!

Daniele Berti
Sono assolutamente d'accordo con Sergio sul fatto di mettere l'Amore come motore del divenire e a mio avviso è proprio quello che non ha fatto la medicina. E cerco di spiegarne il perché.
Il suo qui e ora non è fatto di compassione ed accettazione incondizionata che è alla base dell'Amore ma di giudizio sul qui e ora, e il giudizio rimanda sempre ad una causa, e la causa ti porta al di fuori dello spazio tempo 0 e così ti dai la zappa sui piedi :-) da cui tutte le cause nefaste della medicina.
Da qualche tempo ho conosciuto una cosa che ho cominciato a praticare; una cosa che si chiama Yoga della Risata che nonostante il nome abbastanza curioso e dissacrante, ritengo sia la più sofisticata tecnica di benessere e di consapevolezza creata dall'essere umano.
Con lo Yoga della Risata raggiungere lo spazio-tempo 0 è ... un gioco da bambini.
Il fatto che questa tecnica sia estremamente efficiente e che convalida la tesi di Antonia sulla importanza strategica dello spazio tempo 0 confermando così anche le le teorie quantiche risulta dalle testimonianze, che si stanno facendo sempre più numerose, dei benefici fisici, psicologi e cognitivi ottenuti da chi pratica "seriamente" lo Yoga della Risata.
E dato che lo Yoga della Risata consente di accedere e vivere lo spazio-tempo 0, risulta evidente come pur potendo descriverne minuziosamente i diversi aspetti, solo il suo esperirlo praticamente consente di con-prenderne il valore; lo diceva anche Einstein "Solo l'esperienza da la conoscenza, tutto il resto sono solo informazioni" che parafrasato negli slogan pubblicitari è diventato "Provare per Credere" e se qualcuno è particolarmente interessato a provare lo Yoga della Risata, nulla di meglio che il training intensivo di Yoga della Risata che si terrà il 22 e 23 maggio a Vittorio Veneto.
Se vuoi saperne di più su questo training e sullo Yoga della risata puoi andare a questo link http://lapalestradellafelicita.com/eventi-2/yoga-risata-intensivo/
Porta il tuo copro a ridere e la tua mente riderà con lui.
a presto con tanta felicità

Massimo Zaccaria
..se è vero che il passato non esiste perchè non è più...e che il futuro non esiste perchè non è ancora...come fa ad esistere il presente se è solo una separazione tra due cose che non esistono? (Sant'Agostino)

Adriana Gloria Marigo
All'Università feci l'esame di Filosofia della Storia e appresi tutto quello che c'era d'apprendere sulla nozione di tempo nel pensiero greco che Virgilio Melchiorre -nel suo eloquio ricco e semplice - rendeva comprensibile. Nel tempo la nozione di tempo si arricchì di altri connotati.
Ora conosco anche il pensiero di Antonia e lo trovo per un verso legato al sentimento ( contiene una parte attinente all'affettività e alle sue implicazioni con la psiche ) e per un altro razionale ( derivante dalle implicazioni scientifiche ). E', il tuo lavoro, Antonia, della bellezza visionaria e vasta: mi vengono in mente certe rassomiglianze con il pensiero di Kant, colui che cercò di far incontrare idealismo ed empirismo.

Antonia Colamonico
@ Grazie Adriana del tuo affetto, noi siamo mente/cuore, emotività e razionalità in tale equilibrio fragile ma essenziale c'è la chiave della saggia cognitiva e relazionale!
@ Massimo ben venuto tra noi, la tua osservazione è in linea con il tempo biostorico, tempo 0, che è a guardar bene un "non tempo" da cui prende corpo la vita come effetto di una perturbazione quantica (incognita vitale, vuoto quantico) che fa gemmare il campo; noi lo leggiamo solo perché abbiamo memoria del cambiamento del campo-spazio.
Ad esempio ricordiamo che in primavera la natura si risveglia e registriamo puntualmente il cambiamento delle forme.
"Fatto-tempo-spazio" è un uno/tutto inscindibile che separiamo per attuare la lettura, come quanto storico si annoda insieme nella Rete della Vita, poi noi lo scindiamo e distinguiamo, per poter narrare il mutamento.
Spero di essere stata chiara! :)))


Attilio Loiacono De Alberi
Grazie per i tuoi stimoli, Antonia... Eh, sì, la presunzione antropocentrica è una gran brutta malattia, e tutti ne possiamo vedere le conseguenze! Quand'è che ci decideremo a uscire da questa il-lusione, da questo folle gioco?

Calogero Gallo
Mirabile sintesi di una rivoluzionaria visione storica :-) sembra un file .Rar compresso che necessita tempo per essere adeguatamente decompattato! :-)
spugna della storia: quanto è vero... la "porosità" storica è evidente nei "buchi" o peggio "black hole" storici, formati da carenze di dati o alterazione degli eventi per errore o dolo umano... tali "mancanze" secondo me provocano anche le "perturbazioni storiche"...

Credo a questo punto di poter distinguere due "storie" parallele ma molto diverse:

- la vera STORIA, cioè i fatti e gli accadimenti realmente avvenuti nel suo complesso totale, dinamico e relazionale, compresi quegli avvenimenti che la storia "disciplina" considera irrilevanti (invece sappiamo benissimo che in un sistema di sistemi "storici" nulla è irrilevante, neanche i periodi di "quiete"), per sua natura unica e infinitamente densa, senza discontinuità spaziali e temporali...

-la "Storia" documentata" e "raccontata" dagli uomini... discontinua, carente, faziosa, frammentata in molte sotto-discipline e rami...

nella prima, si ha una diramazione frattale, dove tutto è collegato, nella seconda si ha una frammentazione, dove vi sono gravi carenze di collegamenti...
Si potrebbe scrivere molto, e molto ancora, ma fino alla fine di luglio non posso adeguatamente approfondire perché oberato dagli impegni :-( è brutto essere obbligati a "conoscere" ciò che non ci piace ma che la vita ci richiede di sapere, e in tempi brevi... ma la vita va così purtroppo

Antonia Colamonico
...
Hai perfettamente introdotto la distinzione tra bio-storia e storio-grafia, la prima è la mappatura del processo vitale, la seconda è la giustificazione retorica e anche faziosa del proprio verso-tornaconto di realtà. La prima è scientificamente neutra, la seconda politicamente di parte!

Marcello poi ha parlato di "memoria" nella particella in moto che apre a nuove geometrie e matematiche... proprio in questo cambio di rotta si concretizzerà il salto di paradigma storico.

Calogero Gallo
ma visto che disponiamo solo di "fonti" storiche "umane", che, per quanto accurate e neutre possano essere, sono sempre faziose, incomplete e distorte... "l'ideale" Bio-storico è destinato a rimanere tale?

Antonia Colamonico
No, Calogero si tratta solo di spostare lo sguardo dai fatti narrati ai processi dinamici, se tutti acquisiranno le dinamiche evolutive, barare sarà + difficile.

Calogero Gallo
ma questo si potrà solo sviluppare per il futuro?
ma il passato già è stato "documentato" e "narrato" in modo inesatto ed erroneo... e per quanto si possa "ri-sistema-re" la storia passata, o considerarla come estensione del presente, si dovrà necessità-causa fare i conti con le fonti che già disponiamo...
(assumendo per assurdo di riuscire ad avere accesso a tutte le fonti storiche, disseminate nelle più remote biblioteche o archivi virtuali o cartacei, in modo da averne una visione a "occhio di mosca", più completa e neutra possibile)

Antonia Colamonico
Diceva C M Cipolla: il passato è morto! Noi abbiamo bisogno di volgere lo sguardo al futuro ed è questo il compito vitale, far si che la vita non si spezzi! Acquisire i processi implica acquisire le regole del gioco come in una partita di carte che si attualizza nel momento in cui si gioca... oggi abbiamo una sperequazione tra chi possiede le regole del gioco e chi ne è completamente privo... in questa sperequazione informativa consiste il "dominio" !

Claudio Canella
Verso il poi probabilmente no Calogero , ma verso indietro , nella propagazione dell'onda/quanto di informazione dobbiamo fare sempre i conti tanto con il "rumore bianco" quanto con l'attenuazione di tratta , che in questo caso è determinata dalla morte di chi ha visto e potrebbe raccontare e quindi dal desiderio IDEOLOGICO o RELIGIOSO di imporre ... Mostra tuttoo sopprimere certe verità realmente accadute
[in certi casi vengono riesumate per l'opposta fazione ma anche in quel caso distorte
e smpre c'è il rumore bianco di tanti microeventi , storicamente non rilevanti su scala più che individuale ma comunque consimatisi e quindi apportatori di nuovi "quanti/onde " e suscettibili di ricombinazioni in ulteriori eventi

Paola Conti
S'accorge il tempo
della sua furtività, tradisce
un soprassalto l'uomo.
Tempo, l'uomo,
che s'allarma
dentro il tempo fermo
insediato nella sua durata,
immobile nel suo trascorrimento.
Tempo dell'uomo
nel paragone con il tempo -
leva esso il suo
pugno d'istanti, d'illusorie
perennità - persi quelli
e queste rapite in quel certame...
ma eccolo, s'infiamma
in cima alla collina,
lo sfiora
il vento nuovo,
lui salpa,
nell'azzurro
e nell'oro si sfarina,
tempo dolente
nella carne, nella storia.

Mario Luzi

..... e nella biostoria il tempo non si sfarina più.



  • Ringrazio tutti gli amici di FB intervenuti nella conversazione (16, 17 maggio 2010) e mi scuso per non aver riportato tutti i commenti, ma ho scelto e anche tagliato periodi per etica, tralasciare gli interventi che ponevano la sfera personale! Un abbraccio Antonia.

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sabato 1 maggio 2010

Oltre Edagar Morin: l’intreccio vitale nella dinamica biostorica tra entropia, sintropia e neghentropia.




(Octavio Ocampo)


La ricerca scientifica si evolve sull’individuazione di un limite cognitivo, per quanto si possa essere rigorosi nell’indagine c’è sempre una maglia che sfugge e rende lacunosa, se non errata, l’interpretazione della realtà, proprio da tale smagliatura dell’intreccio argomentato parte il nuovo verso-direzione della Conoscenza che dà a questa una struttura frattale a spugna con trame, nicchie e chioma (A. Colamonico Le carte biostoriche e la geografia del pensiero complesso. 2007).

Importante è parlare d’interpretazione, poiché la mente umana nell’organizzare la realtà di fatto la delimita e la riduce al modo privato d’osservare, chiamare, giustificare, interpretare l’oggetto che le è di fronte.

Il legame osservato/osservatore è il vincolo che rende le visioni con le relative carte di lettura e linguaggi delle semplici modificazioni di una realtà che trasborda il limite, cioè va oltre i bordi-confini che l’uomo assegna nella sua azione esplorativa.

La conoscenza procede per campi-finestre d’interesse e d’osservazione e come ho più volte sostenuto nei miei scritti, il campo-finestra è uno spazio-lente limitante e deformante, che assegna un perimetro ad una porzione di campo storico che presenta una struttura a uno/tutto:
  • L’essere l’uno/tutto della vita fa sì che, quando si vanno a creare dei campi ristretti d’osservazione, si neghino i legami fattuali posti oltre la frontiera cognitiva, per cui si dà origine nella lettura a una dualità di ombra/luce.

La finestra storiografica come lente cognitiva


L’assegnare il confine è come se si accendesse un riflettore su una porzione di realtà che, messa in luce, si svela all’occhio osservatore; ma la linea di confine crea, in simultanea, una zona d’ombra tutto intorno al campo di lettura che cela le altre porzioni di spazio: il celare è la messa in oscurità di realtà che diventa lo spazio dell’indifferenza cognitiva.

L’indifferenza-buio, è bene precisare, non è una proprietà della realtà, ma il limite cognitivo umano, per cui le osservazioni sono sempre circoscritte e soggette ad essere superate.

La realtà isolata e poi letta, resta fortemente vincolata alla ampiezza di lettura. Come sottolineai in Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della storia (1993), se si amplifica o si riduce il diametro della finestra, effetto zoom, automaticamente cambiano le visualizzazioni delle relazioni nodali tra gli osservati e di qui, per effetto di ricaduta, degli stessi significati.

Ogni lettura produce una carta interpretativa o modello che non può considerarsi definitivo, ma soggetto a continue ridefinizione in relazione al variare della lente/finestra cognitiva, utilizzata: plasticità della conoscenza e dello stesso occhio-mente.

Per comprendere tale dipendenza tra l’ampiezza della finestra e la visione delle relazioni vitali, necessita acquisire un occhio sistemico che pone la realtà come un unico universo in sottouniversi tutti eco-interdipendenti, a più livelli e strati organizzativi. Tale megastruttura è fortemente dinamica, poiché una perturbazione in un punto x di un sotto-sistema y, determina un effetto di ricaduta, nel tempo, in tutti quanti i sistemi del sistema allargato: effetto farfalla.

Si può comprendere come l’andamento storico, inteso come il processo vitale a livello cosmico, si evolva non secondo una singola dinamica che mette in atto una singola linea evolutiva, ma una molteplicità di dinamiche che rendono pluridimensionale l’intero sistema universo, come una Rete in reti di entropie/sintropie a livello di tutti i sotto sistemi. La realtà si presenta come un corpo unico, quale grande cuore che pulsa, in tale pulsare consiste la Vita storica.
  • Tale premessa serve a comprendere il perché dell’Oltre Edgar Morin.
Nel 2003 ebbi l’opportunità di conoscere Morin, l’epistemologo della Complessità e ne ricordo ancora la grande disponibilità al dialogo e la forte capacità d’ascolto, nonostante l’età. Leggendo i sui libri sul Metodo isolai un limite concettuale, cioè quello di definire la dinamica vitale come un processo duale di entropia/neghentropia (A. Colamonico Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity . 2005).

Nei miei studi, essendo partita dalla teoria del Caos, avevo focalizzato il processo storico come una gemmazione-fioritura di eventi che fanno della vita una megastruttura ramificata a spugna, con nicchie di pieno/vuoti.


La Spugna Storica (M Mastroleo)

Il pieno, dato dagli eventi che hanno preso spazio-tempo, sono le creste storiche; il vuoto, le cavità della spugna storica generate dagli eventi che non hanno preso forma o hanno perso spazio-tempo, si pensi agli effetti di una guerra o di un terremoto, ad esempio il vuoto architettonico creatosi con i crolli aquilani.

Ora essendo la spugna un oggetto reale, fisico, che può essere esaminato, ruotato, sezionato, smembrato… veniva fuori che le letture, variavano in relazione alla lente-operatore-registro di conoscenza, dando origine, così, a carte diversificate: una lettura sul tempo dava una visione a echi storici; una spaziale a gemmazione di vuoti/pieni, come un sistema poroso e lacunoso.


Mappa biostorica di lettura di cresta di evento:
Porosità della Vita (Marcello Mastroleo)


Ogni carta-lettura, indi svelava/velava una parte di verità e questa stessa, a sua volta, assumeva una forma frattale, a spugna.

Da una simile architettura, porosa, veniva fuori che la vita, come il sistema universo è il risultato di un processo entropico/sintropico che, secondo una dinamica a uno/tutto, determina i pieni/vuoti di vita/morte: gli sdoppiamenti dei sistemi, le ramificazioni della vita, la complessità come una unica coabitazione.

La realtà, vista come una megastruttura a uno/tutto, comporta un occupare e un perdere spazio-tempo, in questo gioco di vita e di morte entra sia un processo d’erosione, visto come la perdita di organizzazione, processo entropico; e sia uno d’acquisto di nuova organizzazione, processo sintropico. Per cui la dinamica vitale non si può più porla tra entropia/neghentropia, ma necessariamente tra entropia/sintropia.

Proprio la sintropia svolge la funzione di attrattore nella costruzione della vita, dando l’ordine-indirizzo nuovo, altrimenti non si spiegherebbe come mai tutto il sistema universo, soggetto all’erosione del tempo, si tenga ancora oggi coeso.
  • Se la neghentropia non era la seconda fase del processo vitale su quale piano si poneva?
La neghentropia non è relativa alla dinamica vitale in sé, come oggetto tutto, ma come capacità di lettura del soggetto osservatore-attore-abitante storico che leggendo, interpretando la dialogica vitale, può rispondere alla vita, quale secondo giocatore.

Credo che a molti, in questi anni d’abbondante silenzio intorno al mio pensiero, sia sfuggito un particolare molto significativo della mia architettura: non ho definito la Storia-vita come un sistema Tutto, bensì come un sistema Uno/Tutto.

In questo essere l’uno e il tutto di(a)logicamente insieme, si costruisce la relazione individuo/campo come scambio informativo che rende ogni soggetto il coattore del tutto vitale, è qui si pone la neghentropia, poiché interpretando, comprendendo, il soggetto può ridurre o accelerare l’erosione/esplosione storica, rendendo non scontata la dinamica evolutiva.

In cosa consisteva il limite dell’architettura di Morin, in parte derivato da alcune letture dei fisici, nell’aver unificato l’oggetto e il soggetto storico, ponendoli come una realtà lineare, a uni-forma. Egli aveva trascurato di leggere con occhio scisso il dentro/fuori della vita che pone una struttura duale, topologica, di individuo/campo, in cui c'è un gioco vicendevole di scambio emittente/destinatario.

Nella visione di una megastruttura ad uno/tutto, l’uno e il tutto non s’identificano, sono due distinti che interagiscono, essendo in relazione dialogica di nodo/rete che produce gli eventi: tutto è storia!

Ogni evento è causa/effetto di una risposta storica che può assume differenti nomi in relazione alle scienze che l’indagano:
  • l’individuo perturba il campo-nicchia; la nicchia perturba l’individuo-uno, da qui la visualizzazione del processo storico non più a linee, ma a cerchi sintropici che nel tempo danno luogo a delle spirali fattuali, per averne un’idea si pensi ai cieli di Van Gogh (A Colamonico, Fatto tempo spazio, 1993).
L’aver letto il dentro/fuori della vita come identità, aveva portato a trascurare la differenza posta già da Maturana e Varela in L’albero della conoscenza (1992) tra rete e mappa. Essi, infatti, distinguono la rete dalla mappa-carta, dicendo che nella conoscenza noi elaboriamo le mappe di lettura intorno ad una dinamica che ha una struttura a rete che resta, nella sua vitalità, fuori dalla mappa che si ferma alla membrana che rende isolato l’oggetto vitale, si riferivano alla cellula.

La rete è il processo vitale, la mappa-carta è la conoscenza come riduzione della vita all’occhio osservatore, alla maniera di un piegare a sé la realtà: se quindi la carta di lettura è legata all’osservatore, la neghentropia, come lettura, non è intrinseca al processo vitale in sé, ma è su un altro piano di realtà.

In biostoria, infatti posi una mappatura del tempo diversificata e definii il tempo entropico come una fuga verso l’esterno, effetto disgregante del sistema e il tempo sintropico come una fuga verso l’interno, effetto aggregante del sistema; tale dualità rende il processo vitale, pulsante, cioè vivo.

Morin, scrive che la dinamica storica procede attraverso un processo di sintropia/neghentropia, come un’alternanza di perdita di energia-informazione e riduzione della perdita di energia-informazione, a seguito di conoscenza. Secondo i fisici la neghentropia permette di rallentare i processi degenerativi, non di bloccarli, infatti, per alcuni, si procede inesorabilmente verso un’entropia totale: di qui il nichilismo storico.

Ora analizzando la dinamica biostorica così come l’avevo interpretata nei miei scritti si evinceva il limite concettuale che andava ad inficiare in parte l’architettura della conoscenza storica posta, poiché le si assegnava un tempo a tempo, mi spiego meglio, un tempo che procedendo verso un’entropia era destinato a morire. La mia architettura a più gradi di dinamiche Entropia/sintropia/neghentropia, aveva introdotto la vita nel sistema storico come processo rigenerativo e riequilibrante delle forze che nel gioco di vuoti/pieni aprivano alle Novelle Sintropie del Caos, gli ordini della diversità, con il relativo passaggio dal pessimismo, all’ottimismo storico:
  • la Vita è più forte della morte!
Delle carte biostoriche si evince che non ha importanza quale cresta il processo vitale potrà assumere nel tempo, ma continuerà, per sempre, ad erodere spazio-tempo alla morte.

Dedico questa pagina a tutti quegli accademici incontrati che mi hanno dato il silenzio, vorrei far notare loro che nel silenzio nasce il nuovo:
  • Il silenzio non è un vuoto-vuoto, ma un vuoto quantico (I. Licata La logica aperta della mente, 2008) pieno di fremiti, di palpiti, di pulsazioni che una volta decifrati, chiamati, ordinati… danno forma al nuovo verso dei realtà!
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Bibliografia:
  • Arcidiacono G. e S. Sintropia, entropia, informazione. Una nuova teoria unitaria della fisica, chimica, biologia. Di Renzo Editore. Roma, 2006.
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  • Colamonico, A. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A. Montuori. Routledge, part of the Taylor & Francis Group. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, August 2005.
  • Colamonico, A. Fatto tempo spazio. Premesse per una didattica sistemica della storia. Milano: OPPI, 1993.
  • Colamonico A. Le carte biostoriche e la geografia del pensiero complesso in Atti del 50° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, 2007. http://www.aiig.it/Testi%20.pdf/CONVEGNI/Atti%2050%C2%B0%20AIIG.pdf
  • Colamonico, A. Ordini complessi. Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Bari: il Filo, 2002.
  • Cleick, J. Caos. La nascita di una nuova scienza. Milano: Rizzoli, 1989.
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  • Morin, E. La Méthode 5. l’humanité de l’humanité. L’identité humaine. Paris : Seuil, 2001.
  • Licata I. La logica aperta della mente. Ed. Codice Edizioni: Torino 2008.
  • Licata I. Teoria degli Universi e Sintropia. Luigi Fantappié, ricordo di un matematico. http://www.fantappie.it/licata.htm#1
  • Prigogine, I. Le leggi del Caos. Bari: Laterza, 1993.
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Boston, USA

Boston, USA
Visita al MIT, il tempio della Nuova Era

Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

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Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008