Il piglio
eco-biostorico
Verso una scienza & metodo dello sguardo
© 2013 - Tutti i diritti sono riservati.
La vita è nella relazione tra un contenuto-individuo e un contenitore nicchia-campo storico letti come un insieme informativo, unico.
"Isolando,
nominando, descrivendo... è lo stesso ricercatore che cuce il
vestito storico alla sua scoperta. Egli è un bruco che tesse attorno
a sé la sua pupa, ma poi ne resta prigioniero, come anestetizzato,
insensibile alle altre forme della vita che si manifestano fuori
dalla crisalide che lo avvolge, soffocandolo, lentamente."
Antonia Colamonico, Il grido. © Il filo S.r.l. Bari, 2011.
Sistema in/formato-in/formatore-in/formazione
Il
sogno dei fisici è l'approdo ad una conoscenza del
Tutto, in grado di poter avvolgere come in una coltrice tutta la realtà, per disegnarne le
carte di processo e risolvere per sempre
lo studio della Natura tutta dal micro al macro cosmo.
Non è un caso che
alcuni di essi siano approdati alla teoria olistica,
molto affascinante, ma legata più ad una letteratura filosofica che
alla reale manifattura fisica dell'organizzazione
vitale, a 360°.
Una
simile velleità fa sorridere
i teologi
che credono nel mistero divino, area dell'invisibile, o
gli psicologi che
pongono l'inconscio, quale buio
di consapevolezza,
o i matematici che la considerano
poco algebrica, secondo la teoria degli insiemi.
E si
scontra inoltre con
un'assenza quasi totale di riflessione sulle strutture
organizzative dell'azione dell'osservare e
sulla
mente-pensiero dell'osservatore-agente
che rende,
con la sua azione esplorativa, significative le
cardature e tramutare
di realtà, aperte
da una molteplicità di atti decisionali che
rendono leggibili
i
piani degli osservati, intessendo
le dipendenze
tra le rilevazioni, le immaginazioni, le visualizzazioni e le
spiegazioni, cioè:
L'osservatore
storicoi
non
è un fattore neutro
nell'espletare l'osservazione, ogni quid
informativo
è ricondotto
all'occhio-mente lettore che su quell'appiglio esperienziale tesse la sua tela
di significanza
storica.
La crisi d'obiettività nell'azione del ricercare
Emerge
dalle teorie scientifiche elaborate sinora una crisi
d'obbiettività
nel non riconoscere la limitatezza osservativa delle singolari
letture, che anche se di grande valenza dimostrativa ed applicativa, restano pur sempre una riduzione
limitativa della ricchezza naturale della vita; infatti quello
che oggi si sta pagando è
il prezzo per aver scisso le conoscenze
in tante sottoclassi
di realtà, svincolandole dall'influenza dell'individuo-soggetto
storico che legge secondo degli obiettivi che rendono relative le
letture a delle prospettive di futuro possibile che non sempre sono
ben-immaginate
o ben-impostate:
Su
tale mondo
del reale de-composto
sono state, poi, sviluppate delle gerarchie
economiche
in relazione ai fattori
di mercato,
dando a talune conoscenze l'appellativo
di scientifico
e
ad altre quello
di credenza, generando così una logica scissa a
figli
e a figliastri,
in cui i medesimi fatti-eventi
se
giustificati con una lettura a taglio
e linguaggio
ad esempio filosofico o poetico sono etichettati come semplici punti
di vista,
se letti con un taglio
e linguaggio
chimico o fisico come verità
oggettive
o, fattore ancora più deleterio, se letti da certi centri di ricerca,
verità “sante”, se letti da altri centri non affiliati magari alle
multinazionali, delle fantasticherie da ingenuità populista:
confondendo
l'oggettivo con l'oggettivante, la spiegazione disciplinare con la
verità storica, il caso
particolare con la totalità vitale, direbbe D. Hume.
Zona d'ombra: Il ricercatore
Snaturando la relazione
individuo-campo, si è creata una zona d'ombra
nelle letture, oscurando il ruolo storico
funzionale e interattivo dell'osservatore stesso
nella medesima costruzione dei significati e nella
produzione dei linguaggi che sono solo strumenti
identificativi della varietà di rilevazioni esperienziali
che producono l'elaborazione delle concettualizzazioni
che sono solo schemi mentali di rappresentazioni
storiografiche, protese verso un fine che si fa utile
storico:
L'uomo non accede alla verità
se non tramite una spiegazione ragionevoleiii
che non dà la verità storica, ma la semplice veridicità
dimostrata in una relazione di sensi-versi ragionevoli a più strati
dimostrativi che si pongono in relazione con i piani delle
aspettative, dei bisogni, delle ricadute economiche e politiche,
delle aspirazioni di democrazia o di tirannia, degli stati di
benessere e di malessere:
Se
si riflette, la medesima parola Natura è un'astrazione, cioè
un concetto elaborato dalla mente uomo per identificare e inscatolare (chiudere in una scatola-bolla cognitiva) una
particolare increspatura
d'osservazione storica, così pure il concetto di realtà
o di processo o di stato … Tutte semplici
concettualizzazioni che hanno dato luogo
a parole-particelle topologiche che, permettendo la spaziatura della mente, di
riflesso danno identità all'habitat. Produzioni-filature quindi della
mente umana, per meglio orientarsi nel campo vitale.
La vita in sé, come già
sostenuto, non è né natura, né astratta, né concreta, né
artificiale, né reale... Essa semplicemente è un tutto-uno che
si rigenera per effetto erosivo dei fatti-quanti storici,
riorganizzandosi sempre a uno/tutto!
Il fatto nudo è il solo dato oggettivo
Sotto
il profilo
realistico
l'unico
dato veramente
oggettivo,
se proprio d'oggettività si vuole parlare, è
il fatto-nudo
cioè quel accadimento-quid
che prende visibilità
in un dato tempo-spazio
storico,
incidendo la vita e aprendola
ad una cresta evolutiva diveniente.
Su tale appiglio l'osservatore edifica la sua versione
di corrispondenza
vitale.
Dalla
relazione
fatto-verità
si coglie l'importanza storica degli eventi-fatti
e delle scelte
di risposte-fatti che incidono
il divenire
e lo indirizzano verso una particolare evoluzione di cresta
o vuoto storico.
Solo
il fatto-quid
ha in sé la sua oggettività
naturale
che si fa appiglio
cognitivo
come un quanto-storico
di un “fatto-tempo-spazio”
che
si
evolve
in un quanto-informativo prendendo “nome-data-luogo” - aspetto storiograficoiv
- che una volta chiamato-collocato-datato
si presta ad essere orlato
in un sistema
a nicchia di significato
storiografico-disciplinarev:
Per
essere più espliciti se
si osserva il Medioevo
come sistema storico-economico-politico, si sta lavorando su una
concettualizzazione
che
come in un gioco di scatole
cinesi
permette di raggruppare una molteplicità di eventi e intorno ad
essi costruire una
ragionevolezza
informativa, così pure se si lavora sul Risorgimento o la Depressione del '29; mentre se si osserva il fatto-nodo “25
dicembre 800 (data) incoronazione di Carlo Magno ad opera di papa
Leone III-(detto) Roma (luogo)”,
si sta osservando un accadimento “realmente attuatosi” e su tale nodo
storiografico
si può intessere
tutta una spiegazione
di effetti-procedure;
l'intessitura è un ricamo
esplorativo
funzionale
ad una particolare inclinatura
piega-evolutiva che si vuole imprimere nella cresta vitale, non
passata ma futura,
è questo che motiva l'azione stessa della tessitura.
In tale azione
d'orlatura
della realtà il cervello
umano
svolge un ruolo importantissimo che non può essere oscurato
dalle scienze dette
oggettive, ritenendolo un fattore non rilevante ai fini della esplorazione del mondo, esterno alla psiche.
È
la mente-pensiero uomo a costruire la forma
della realtà
essendo interconnesso con il campo vitale che lo forgia ed evolve,
forgiando questo a sua volta, infatti se si analizza la struttura di
un cervello-mente si coglie l'affinità
evolutiva
con la spugna
storicavi,
isolata nell'epistemologia biostoricavii:
- la
corteccia
cerebrale
presenta delle circonvoluzioni
che, senza un aumento del volume del cervello, ne hanno evoluto, nel
tempo, la funzionalità, attraverso delle ripiegature
che ne amplificano la superficie (struttura a spugna con nicchie di
diverse ampiezze); le pieghe più profonde, chiamate scissure
danno la possibilità di dividere in quattro aree, due laterali e
due centrali, che rappresentano i nodi-punti
di riferimento
con cui si possono isolare i quattro lobi (frontale, parietale,
temporale, occipitale).
Tale
azione di lettura,
tuttavia non va confusa con il modo naturale di essere e
funzionare del cervello che
è e rimane un tutt'uno-coeso,
non solo con il sé-individuo,
ma con tutto il
campo-habitat che lo
contieneviii
e di cui ne visualizza la forma. Attraverso
la lettura della corteccia cerebrale si può ipotizzare come
l'adattabilità
all'ambiante
abbia evoluto lo stesso organismo-umano
e via
via che si è complicatoix
lo spazio-campo habitat, si è complicato il sistema cervello
che
ha rappresentato-visualizzato-spiegato, con un gioco
di proiezionix,
tale spazio-habitat:
Se
il cervello non è un fattore neutro nella costruzione-visualizzazione del
campo-vitaxi,
ne scaturisce che la
realtà letta è direttamente influenzata dall'architettura mentale
dell'osservatore medesimo, tanto che ogni cervello vede un'angolata sfumatura di realtà con un grado di distorsione del campo. Per cui se ne deduce che ogni
scienza ha in sé un fattore soggettivo
che ne condiziona l'elaborazione-esposizione-dimostrazione, essendo ogni
cervello-ricercatore strutturato a poter visualizzare e
interpretare, con un gioco
di modifiche continue,
le proiezioni appunto, il campo della sua ricerca, come già
sostenuto da me nel 2005xii :
- La Relatività Generale, ad esempio, è stata un parto
della mente
stessa di A. Einstein che ha richiesto la partecipazione attiva del
suo cervello nel visualizzare, immaginare e proiettare le informazioni,
vincolandole al suo verso di una verità
costruentesi
in un
processo
bi-direzionale
campo/cervello-campo/habitat (lettura a topologia dentro/fuori).
Chi si e ritrovato nella sua teoria, di fatto ha modificato
l'organizzazione del suo pensiero-mente (processo evolutivo),
rendendolo compatibile con quanto definito da A. Einstein ed
estendendo, magari, il suo compreso ad un'ulteriore possibilità di
postulazione in grado di modificare l'inclinazione prospettica della teoria generale medesima.
Non è un caso che ad esempio il fisico italiano G. Arcidiacono abbia parlato negli anni '80 di Relatività generale proiettiva, mentre oggi si sia attuata una trasposizione dalla fisica alla biostoria con l'ipotesi di una topologia di mente multi-proettiva (A. Colamonico, M. Mastroleo 2010) .
Come
avviene con il
gioco dell'elastico
che si tende e si accorcia, in relazione alla pressione esercitata
dall'osservatore, così le organizzazioni-postulazioni-proposizioni
si modificano e si moltiplicano in un complesso gioco di letture e riletture, dipendenti tutte dalle particolari geografie mentali degli osservatori. D'altronde come
l'elastico se troppo teso si rompe, così in
un'enunciazione-formulazione si può innescare una rottura che ne infici il valore o meglio la tenuta storica. Tuttavia quella rottura-crepa a sua volta si fa radice-nodo per l'apertura
di una differente prospettiva,
con il superamento della teoria stessa (le biforcazioni delle trame) e la nascita di un nuovo verso direzionale.
Il pensiero casa-nicchia di realtà fattuale-fattibile
Riassumendo, ogni fatto-evento
se letto trova casa nella mente dell'osservatore che si fa
nicchia-nido storico-semantico di tale avvistato e
oggettivato:
Il
fatto
- se
letto, è bene ripeterlo
- si
trasforma
in evento
(evoluzione gnoseologica dall'ignoto al noto) e assume
un nome-luogo-dataxiii
che permette d'identificarlo, collocarlo, numerarlo in una
tipologia o serie di accadimenti che lo fa rientrare in una
casistica,
ma la casistica è un aspetto
cognitivo
e non un modo naturale del fatto che
è un senza nome, fattore xxiv.
La
conoscenza
quindi non dà
l'aspetto oggettivo della realtà in sé,
ma la ricostruzione
compiuta
dell'osservatore mente-uomo su un quid
che ha attratto il suo sguardo, portandolo ad elaborare intorno ad
esso una spiegazione significativa in grado di
attribuire lo stato di oggettività:
la
scienza, tutta, acquisisce la vita
oggettivata
- resa
oggetto di osservazione -
e ne possiede solo una particolareggiata
interpretazione
- il
contorno
storiografico
- che
non potrà mai essere esaustiva e totalizzante, una volta per
sempre, poiché l'immaginazione
dell'osservatore
gioca un ruolo importante nella definizione storiografica e
disciplinare dell'avvistato, mutando l'immaginazione, muta automaticamente la forma di realtà.
Ogni
uomo sviluppa una sua
immaginazione
e
l'insieme
degli immaginati crea le evoluzioni storiografico-disciplinari
con il superamento
delle conoscenze e delle stesse scienze:
quello
che, ad esempio, oggi si chiama alchimia
era la chimica
studiata e applicata sino a tutto il medioevo;
quello
che oggi si chiama astrologia
è stata l'antica astronomia,
quello
che oggi definiamo scientifico,
in un futuro sarà letto come una fantasticheria di menti fanciulle.
In
tale essere soggetta ad essere superata sta il
limite di tutto il sapere
che
non può essere confuso
con
il processo vitale in sé
- il modello
non è il territorio.
Se
ne deduce quindi che anche
le conoscenze
elaborate dalle scienze sono delle semplici
metafore
della vita
come
in una stesura
poetica o pittorica o favolistica, per cui in un processo di
democratizzazione informativa:
se
ha valore il sapere scientifico, uguale valore ha quello filosofico
o teologico o poetico o narrativo...
La fissità cognitiva di un'umanità monca
Solo
una mente malata di
fissità
cognitiva può
ritenere un ambito esplorativo più importante al
fine storico
di
un altro, il negare valore alle molteplicità
osservative crea un'umanità
moncaxv
che
perde
ricchezza espressiva e, per ricaduta, ricchezza immaginativa e di riflesso economica (stato di asfissia).
Il
limite della società industriale,
nata dalla rivoluzione scientifica della modernità, sta nel aver
negato valore all'interezza delle espressioni
umane,
riducendo a formule
astratte la verità, a soli bisogni economici l'umanità, depauperandola
degli stati emozionali e imponendo la
legge di mercato
come attrattore cognitivo-produttivo-sociale
(occhio lineare-sequenziale da catena di montaggio), che
automaticamente fa scartare, poiché ritenuto un inutile
speco di tempo,
tutto il contorno
immaginativo e ideativo e costruttivo che si fa sottobosco
informativo ed esperienziale della medesima economia:
Oggi
l'economia italiana
e non solo, ha subito una fase d'arresto, stato
di asfissia,
poiché chi
negli
anni '60 e '70 ebbe le
chiavi
dell'economia nazionale non credette in quel sottobosco
informativo
che si stava intricando
intorno alla rivoluzione informatica,
un esempio eclatante fu la
scelta di tagliare il settore
informatico Olivetti
(1965) venduto alla
multinazionale statunitense General
Electric,
quando furono riorganizzate le quote azionarie dell'azienda d'Ivrea
e tracciati i nuovi obiettivi produttivi:
- la vendita fu “giustificata
semplicemente dal prevalere di una considerazione personale di
Valletta e di qualche collega a cui il resto del gruppo d’intervento
non fece obiezioni”xvi. Va ricordato che Valletta era legato alla FIAT e quindi a quelle logiche lineari a catena di montaggio che massificarono e standardizzarono i processi di lavoro e di produzione, in nome dell'efficientismo.
- Il sistema di fabbrica fu a creare la scissione tra colletti bianchi (fase immaginativa e organizzativa) e colletti blu (fase esecutiva e assemblativa), atomizzando la fasi del lavoro a singole unità uni-operazionali.
Ogni
conoscenza ha in sé parti di verità e parti di rielaborazione
immaginifica,
così come la poesiaxvii
ha in sé una molteplicità di appigli storico-informativi su cui il
poeta ricama il suo verso velato di realtà,
così pure per un'opera pittorica, per una scoperta scientifica o per
una fiaba:
Ad
esempio il
racconto di Cappuccetto Rosso,
cela una verità di pedofilia
che è narrata ai bambini sotto forma di lupo-umanizzato. Una
lettura
superficiale
che si fermi alla metafora
lupo
potrebbe far definire tale tracciato
storico-narrativo una cosuccia per menti piccine, anche diseducativa; ma se lo si
inquadra in una finestra
allargata che legga il sottobosco dei non detti,
allora emerge la carica
informativa
che rende il cervello-bimbo
attento al campo-habitat.
In parte il negare valore alla fiaba, alla poesia, al sogno, all'ozio,
al silenzio, al gioco... rende fragile
l'umanità e, di riflesso, esposta
alle “intemperie” della vita
che non è o buona o cattiva, o giusta o sbagliata, o utile o inutile, ma graduata a più venature di incidenze che necessitano un occhio scaltro e una mente vigile.
Se
si vuole proprio porre una differenza di valore
tra le molteplici elaborazioni espositive, questa è nella funzione
storica.
Ogni
tessuto-ricamo ha una sua valenza
di ruolo storico-vitale
interessato
al
benessere tutto di
sistema a organismo
individuo/campo:
la
fiaba ha un suo scopo
che differisce da quello della chimica o della biologia o della
fisica, o della pittura; ogni indirizzo storico si fa funzionale ad
una particolareggiata
incrinatura
di significato-valore che rende la forma
a frattalexviii
della coscienza/conoscenza
a tutto-uno. Ad esempio nella favola
c'è una formula d'insegnamento
indirizzata all'educazione delle nuove generazioni che si riscopre
nel gioco dei ruoli e delle situazioni che danno le variegate modalità dell'essere uomo; mentre nello studio di una
reazione
biochimica
c'è l'obiettivo di interagire con una molteplicità di combinazioni di alimenti per
trasformarli
in una farmaco.
Qualcuno potrebbe asserire che sia più importante il farmaco
rispetto al bambino
dal punto di vista economico-industriale, mentre altri potrebbero
asserire precisamente il contrario. Proprio su tali difformità
di giudizio
si creano le politiche
storico-sociali
delle famiglie e dei governi con le gerarchie di priorità d'azione, di tendenze
d'intervento, di evoluzioni di umanità con le sacche di
ricchezza/povertà:
- È
sulle qualità storiche delle scelte che nascono i gradi di tirannia e di
democrazia!
Una questione di scelta: qualità o quantità?
Naturalmente
su tale gerarchizzare nascono le scale
di valore
tra gli individui e tra gli Stati nazionali con le difformità di
indirizzi-versi
delle scelte politiche
e degli
investimenti
che aprono a delle possibilità di proiezioni
di futuro, chiudendo ad altre, ritenute poco importanti o
convenienti. La stessa definizione di valore assume delle sfumature
variegate di significati
che fanno variare le portate storiche delle scelte di azioni e che
possono essere ricondotte a due scale d'orientamento storiograficoxix:
la
quantità,
ad esempio una scelta
economica
come quella di fine '800 di creazione delle Trust
industriali
che spinsero i Governi nazionali verso forme di autoritarismo e di monopolio;
la
qualità,
ad esempio una scelta
democratica,
come all'indomani del secondo conflitto mondiale che vide la nascita
della Repubblica
Italiana
con il referendum del 2 giugno del 1946.
L'osservatore,
negando
e dando valore a
particolari processi evolutivi, a discapito di altri, privilegia certe
interpretazioni a deprezzamento di altre, imprimendo così l'andamento
storico
della dinamica sociale, economica, politica, culturale...
In
tale essere
bussola
cognitiva
l'uomo è
il perno-cerniera di
costruzione della
ragnatela della conoscenza tutta che si fa tramatura storica (il sapere) su cui
intessere le progettazioni con le selezioni dei fatti-risposte, nuovi.
La
mente-pensiero entra da protagonista nella tessitura
di una particolare angolazione di
realtà storica,
certo non tutti gli uomini contribuiscono in ugual misura all'organizzazione
del futuro:
- c'è chi è più consapevole del suo ruolo-funzione
strategico, chi meno; chi è più ingordo di potere-ricchezza e chi si lascia
condurre per mano da chi decide di pensare per lui e di agire per
lui; non è un caso che ci siano sempre gradazioni difformi di
libertà e di potere, di ricchezza e di impegno, di libertà e di
servitù.
Ogni
uomo-società, in tale dare e togliere valore
storico
a porzioni di tessiture, edifica il grado di malessere/benessere
individuale
e sociale, implementato le
creste
o
i vuoti
della
spugna storica:
Si
pensi al modo come si realizzò, ad esempio, il Regno Italico nel
1860-1861, quando furono avvallate le spinte economico-industriali del Nord a
discapito del Mezzogiorno agricolo,
che finì col divenire terra
di rapina
(il caso dell'oro sottratto al Banco di Napoli) su cui scaricare il debito dello Stato piemontese (la
pressione fiscale incentrata sulle proprietà e non sul reddito
percepito che rendeva difformi gli utili tra sistemi agricoli intensivi -
Nord - ed estensivi - Sud) e infine il luogo dell'esodo
di massa
(emigrazione di una forza-lavoro a basso costo)xx.
La
stessa rilevazione può essere estesa ad una molteplicità di fatti
storici che
in relazione a una serie di giustificazioni
espresse dagli vari osservatori, hanno assunto valenza di verità
o
di
semplice credulità
infantile.
Ogni
valenza apre
ad
una scelta politico-economica privata e sociale che si fa
verso-cresta
qualitativa o quantitativa di un'economia
familiare, nazionale e internazionale:
Si
pensi alla critiche fatte dagli ambientalisti
negli anni '90 alle centrali
nucleari
che ne sottolineavano la pericolosità degli impianti soggetti
all'usura nel tempo, e come essi siano stati ridicolizzati dai così
detti esperti
di settore;
oppure
alle critiche fatte al disboscamento
selvaggio dell'Amazzonia
che per i meteorologi avrebbe potuto innescare una molteplicità di
cambiamenti
climatici
con l'aumento della forza degli uragani e con corrispettivo aumento del pericolo
devastante per le coste meridionali atlantiche degli USA - ricordo
personalmente il contrasto che si sviluppò a fine anni '80, quando
iniziò a evidenziarsi lo
sguardo ecologista,
avendone fatto oggetto di riflessione didattica con gli studenti
delle mie classi - le risposte politiche furono molto polemiche,
tanto da dare a chi poneva l'ambiente
come un risorsa da tutelare,
una veste da fanatico “figli dei fiori” di tardo '68.
- Il
disprezzo è un ottimo deterrente all'apertura logica, quindi un
freno storico-sociale, utile alla mente da dittatore!
Senza sottovalutare il come
un'educazione incentrata sulla paura e sul disconoscimento
sistematico del soggetto-individuo destinatario crei in lui gli stati d'ansia che a loro volta
innescano, con il continuo disconoscimento del sé, la fragilità emotiva con la rinuncia alla difesa della dignità del sé. C'è una forma di gusto a sottomettere la mente del destinatario, in una comunicazione, ed è tale stato di piacere malevolo che rende dittatore
l'emittente che, imponendo il proprio verso, definisce l'altro
ego-centrico, narcisista quando rivendica il suo grado di libertà (tipico caso da racconto "il lupo e l'agnello". direbbe Esopo! Ecco il valore storico delle favole!).
La
mancanza d'apertura logica allo sguardo
dell'altro,
è bene puntualizzarlo, nasce da una rigidità
osservativa
che vincola lo sguardo-mente osservatore ad una
sola linea di lettura
(fissità) che a lungo andare, per un'assenza dialogica, crea in lui la
gabbia pregiudizievole (la pupa
che lo soffoca) rendendo avvitato
il pensieroxxi a uni-verso osservativoxxii.
L'aver
sottovalutato
il processo d'apprendimento
intrinseco alla medesima azione di conoscenza,
in un certo senso, ha avvitato a sua volta la
scienza moderna su una posizione di
occhio uni-direzionale
di lettura che fa studiare il campo-habitat e non l'individuo-uomo
che organizza e popola quel campo, scolorandone così
il valore storico di cittadinanza.
L'uomo oggetto di scarto
Oggi
l'evoluzione scientifica ha in un certo senso come scavalcato
l'uomo,
facendo dell'umanità l'elemento di
scarto economico e di indifferenza politica (le caste). Si pensi:
- all'economia
finanziaria
che sta producendo un nuovo
medioevoxxiii
con la nuova tesaurizzazione
della moneta
e relativa crisi
produttiva
per i capitali
non rinvestiti in forza-lavoro,
ma tenuti congelati
per i giochi-finanziari di un mercato azionario o monetario che vive
per se stesso, essendosi spezzato il legame
con il settore produttivo;
oppure
alla tecnologia
automatizzata
che sta rendendo l'uomo un'eccedenza
economica, per mancati investimenti sulla stessa intelligenza. Egli è sistematicamente
estromesso dagli ambienti produttivi e organizzativi, con relativa inflazione del mondo del lavoro,
governato da macchine
intelligenti
che svolgono le funzioni di assemblaggio o monitoraggio...
bypassando la forza-lavoro mente-braccio-uomo.
Ma
senza investimenti in nuovi sbocchi occupazionali, che creino nuovi
spazi economici le politiche degli Stati mostrano una forma di disattenzione profetica (logica a breve periodo), infatti ogni
qual volta si è creata una crisi
del mondo del lavoro
si è innescata una dispersione
di umanità
per mancato investimento sull'uomo medesimo. In tale perdita
di senso storico
si può già ipotizzare, in un futuro molto prossimo, un incremento
vertiginoso
dell'esodo
di massa
tra i Continenti, con gravi squilibri economico-politici che nessun governo potrà evitare, a condizione che non si
faccia del lavoro
la forza vincente di tutta quanta la
società-mondo,
aprendo alla Società della Conoscenza.
Solo
investendo a larga scala sull'intelligenza e il benessere di ogni
uomo, a tutto Mondo, si può uscire dal vortice di povertà, poiché, investendo sul non ancora immaginato, si aprono le nuove creste evolutive. Fare dell'intelligenza il vero valore economico, inoltre fa cadere tutte le gabbie logiche, essendo essa una prerogativa radicata in ogni pensiero-cervello-uomo come la forza-potenza naturale, auto-propulsiva, che non ha colore della pelle e non genere maschile o femminile e né etnia e né età! Intelligenza che va letta a 360°, non solo come capacità matematica o logica o creativa (riduzionismo), ma anche come tenerezza di sguardo, difficoltà mnemonica, espressiva, espositiva. Tutti quei campi che dimostrano i punti forti e i punti deboli su cui poter intervenire amplificando le immaginazioni-azioni.
Certo una domanda sorge naturale, a cosa serva arricchirsi
tanto se poi la progenie sarà malata per secoli per i
pesticidi o le diossine nascoste nei terreni o nei fertilizzanti o nelle scorie radioattive!
Si
percepisce una forma di regressione
storica,
come un'inversione
di tendenza evolutiva,
rispetto
agli studiosi
antichi che fecero dell'intelligenza
dell'individuo il campo di lettura privilegiato nelle loro ricerche
e
non il mercato con il suo andamento, la tecnologia con la sua forza
anche devastante o il potere con la sopraffazione
delle intelligenze depauperate del libero arbitrio grazie all'uso massiccio di farmaci
o di droghe
o di immagini-slogan
o
di
fast food
che
riducono le capacità proiettive-progettuali del pensiero; isolando l'individuo
in uno spazio cognitivo sempre più ristretto, sino ad essere solo un punto-posizione, in cui è azzerata la
dimensione prospettica dello sguardo-mente, che si fa
punto
adimensionale,
avvitato in un
subito non esteso - frantumazione dell'io/sé, con la perdita dell'identità (uomini ombra).
Quei
sapienti-scienziati di un passato remoto ebbero grande capacità immaginativa e multi-proiettiva, lessero la
conoscenza
come un processo di gnosis a tutt'uno tra psiche e natura (che
non equivale al Tutto dei fisici odierni) con una molteplicità di sguardi, a più profondità e di
carte-linguaggi-tagli disciplinari con una pluralità di analisi
sfaccettate. Essi
guardarono all'uomo-valore
come un complesso
sistemico e cognitivo
aperto
a tanti
interessi
e a tante
possibilità
di realizzazioni politiche, economiche, sociali, culturali, occupazionali, in grado
di fare assumere la cittadinanza
attiva
nella vita.
Essi
stessi furono uomini a tutto tondo:
- matematici, filosofi, poeti, politici, scienziati, artigiani, ... che posero
l'uomo a centro-luogo della ricaduta
delle stesse azioni storiche che andavano sì a modificare l'habitat, ma per
renderlo più ospitale, più idoneo alla vita.
Il salto di lettura: Verso un nuovo Umanesimo
Recuperare
l'uomo
come interezza vitruviana
aperta a più possibilità è quello che necessità ripristinare,
passando da
una visione di conoscenza scissa, frantumata che s'allontana come meteore
che tendano a disperdersi e annullarsi nei meandri del cosmo;
a una visione
a uno/tutto a frattale,
con tante esplosioni
di consapevolezze
che, emergendo dai
vuoti
di parola,
diano una coscienza
coesa e aperta
alla molteplicità
storica,
vera
ricchezza economica
con i tanti sguardi e le tante possibilità attuative e moltiplicative:
Si
pensi a quante intelligenze
vengano sprecate
nei campi profughi o nell'ozio inerziale di un azzeramento
del lavoro
(crisi occupazionale) con tanta gioventù sprecata per una politica malata
d'immaginazione,
che si è avvitata
su una vite sola di autodifesa
economica, ad esempio la sola politica tributaria che sta asfissiando l'intero paese Italia, smettendo
così d'investire e di rischiare sul futuro, in nome di una Salute
Pubblica da difendere
che inconsciamente
fa accettare l'idea di una malattia sociale, non identificando più la novità che affiora come la ricchezza
evolutiva.
Per
uscire da tale gap
cognitivo ed economico,
si pone il bisogno di un nuovo orizzonte osservativo
che faccia porre l'uomo
a centro
dialogico e nevralgico dell'umanizzazione
dell'intero sistema storico a 360°,
poiché una
storia senza uomo è un campo senza forma, nome, contorno, identità:
l'osservatore storico,
biostoricamente parlando, è la bussola
cognitivaxxvi
che indirizza lo sguardo e ricama su
quell'avvisato-appreso una giustificazione logica ed emozionale che
lo fa sentire compartecipe della vita.
L'abilità di lettura non si misura sui
tempi brevi o immediati, ma sulle portate
storiche
a lungo
periodo a grande respiro che mostrano le
lungimiranze osservative, veri ponti di umanitàxxvii:
Se
vestire la Natura
di significato, non equivale all'essere
Natura,
così come una ricetta di torta di mele, alla torta che la mamma
prepara la domenica mattina, ciò
non delegittima
le azioni del ricercare, poiché su tali azioni nascono le
capacità di risposta alla vita in una storia umanizzata.
Il
vestito è solo un guscio
in cui si racchiude (dare un confine) un appreso informativo per
poterlo memorizzare e riconoscere se lo si rileva nuovamente. Essendo
esso solo un'osservazione
è soggetta a continue correzioni e ogni
correzione è una forma di strappo del modello-carta di realtà.
Imparare
a strappare le teorie,
senza farne dei feticci da adorare sull'altare del dio denaro, è il compito storico
del vero ricercatore
che deve saper restare indifferente di fronte alla sua
scoperta, anche se grande la
sua incidenza storica, anche se ha richiesto molto studio e spreco
immaginativo, poiché essendo ogni carta-modello un
semplice approdo, non è
un territorio.
Il restare umili di fronte all'appreso,
come
servi sciocchi di fronte alla vita, rende
permeabili, sensibili, attenti, attivati
a riconoscere il valore degli altri detti,
ad avvistare quegli effetti farfalla (risposte minime a
battito di ali di farfalla del campo) che rendono
variegate le conoscenze, evitando le
presunzioni di chiusura in una sola formula, di tutta quanta la naturalezza
della vita.
Acquisire la plasticità
dell'occhio-mente crea le molteplicità di produzioni
che rendono le conoscenze stesse più conformi alla naturalezza
vitale, il bloccare in una formula o in un approdo economico
o politico o tecnologico o religioso la conoscenza, innesca le logiche
tiranniche che fanno assumere una
distanza dal contorno-contesto, letto
come area dell'indifferenza, in tale chiusura
la
psiche-osservatore scivola nelle
generalizzazioni con le etichettature in schemi
rigidi.
Logiche a Caino del
mondoxxviii
che creano le presunzioni a-storiche, tipiche
di menti contratte in uno stato di immobilismo
immaginativo e ideativo che sclerotizza la realtà,
fermandola nel tempo in una immagine sbiadita, priva di identità.
In
sintesi la scienza moderna e intorno ad essa tutto il sistema di contorno dall'economia alle
tecnologie con le politiche sociali, tecnocratiche e culturali, sino a tutto il '900, hanno dato per
scontato che l'osservato letto e teorizzato
fosse corrispondente in tutto e per tutto alla carta di lettura
elaborata
da un mente-logica umana, la quale anche se molto organizzata, colta e
ben-disposta,
resta pur sempre una semplice struttura del sotto
insieme universo,
di cui è un singolare granulo-seme di una
particolarissima crescita evolutiva.
Ogni seme, sia esso stella, grano, cellula, idea, emozione... ha in sé l'eco-indirizzo
evolutivo di creazione relativa al proprio séxxix,
ma non
possiede tutti gli indirizzi-versi della Creazione.
Essendo l'eco evolutivo un vuoto
di vita che si appresta ad essere organizzato
in una relazione
individuo/campo
di coltura,
ogni legame
è
una dialogica nuova
che apre
una via
nuova
di
processo storico,
schiuso sia alla continuità
che alla novità
(visione
di creazione creantesi e non creata-chiusa in una formula per
sempre).
Imparare
a leggere il divenire-diveniente
richiede un occhio-mente attento
ai nuovi fatti-segni evolutivi, che si mostrano come imprevisti,
con gradi
di stranezza
che richiedono una ridefinizione e una ricollocazione di tutto
l'appreso informativo modellizzato:
Il
modellizzare
impone una consapevolezza
di apprendimento e di costruzione del linguaggio
stesso, con cui si andrà a vestire la stranezza rilevata. Il linguaggio
svolge un'azione di spaziatura della mente, funzionale alla presa di realtà.
Ogni
stranezza emergente non è un errore storico-evolutivo, ma una
incognita
vitale
che si è mostrata all'occhio-mente osservatore; in tale mostrarsi
prende
storicità
e si dona come novità
nuda
allo sguardo umano che dovrà vestirla di valore, l'uomo
attribuisce il valorexxx
e su questo si misura il suo grado di generosità
storica:
nelle
eccedenze
informative
si costruiscono le democrazie,
nelle implosioni
conoscitive,
si affermano le dittature,
essendo ogni scoperta una nuova possibilità di azione e ogni azione
un nuovo compito storico che allarga l'adattabilità
all'essere nella storia di ogni uomo.
Se
si legge in tale
bivalenza
la dinamica del divenire, si colgono le fasi
di esplosione/implosione
che rendono altalenante
l'andamento della storia
con le apertura/chiusure
degli spazi
e con le
generosità
e
le avarizie
cognitive ed economiche.
|
Le radici devono avere fiducia nei fiori - Maria Zambrano
|
Imparare
a tenere sotto
controllo il personale modo di rispondere
alla
vita - l'osservatore che osserva sé che osserva - può rendere più
fluido
il
divenire
o
più rallentato,
nel primo si è più
democratici,
nel secondo più
tirannici. Ogni
uomo ha in sé un grado,
variabile, di
tirannia e di democrazia:
Se
si scommette nell'uomo come valore intellettivo, allora si hanno più
possibilità di
implementare le ricchezze storico-politiche,
ogni svolta di boom
economico
ha puntato sulla cultura
distribuita
come
risorsa
per il benessere nazionale;
viceversa ogni inversione, verso una forma di regressione che ha
bloccato la conoscenza e con essa la scuola, la ricerca... creando
le schiere di ignoranti - oscurantismo.
|
Un seme nascosto nel cuore di una mela è un frutteto invisibile. (proverbio gallese) |
__________________
iA.
Colamonico. L'osservatore
biostorico tra
echi di realtà e tempi 0.
Op. cit. Sito Ufficiale di Biostoria scienza & metodo
- ©
2011/2012
iiR.
Carson, Primavera silenziosa. Feltrinelli, 1999.
iiiA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, Milano
1993.
ivA.
Colamonico. Biostoria. Op. cit. Il Filo, Bari 1998.
vA.
Colamonico L'osservatore
biostorico tra
echi di realtà e tempi 0.
Op. cit. Sito Ufficiale di Biostoria scienza & metodo
- ©
2011/2012
viiA.
Colamonico. Biostoria. Op. cit. Il filo, Bari 1998.
viii Ogni
carta di lettura è solo un modello
di spiegazione relativo ai campi di riflessione,
isolati e studiati; ogni campo è e rimane una visione
ristretta e circoscritta
di un quid
(zona d'ombra) che trasborda la frontiera-finestra stessa di lettura, in tale
esserci un oltre il limite
imposto, ogni carta è soggetta ad essere riscritta
(processo
di apprendimento) per
ogni nuova rilevazione-fatto che ne rende limitatane l'osservazione
precedente. Imparare ad interagire con il limite
si fa vera ricchezza gnoseologica e come ricaduta ricchezza
economica per un'intera società.
ix Complicare,
in tale ambito, non ha un significato negativo, come una confusione
che crea disordine informativo, ma al contrario come una ricchezza
di organizzazioni a strati soggiacenti che ne amplificano le
funzionalità vitali e storiche.
xA.
Colamonico, M. Mastroleo.
La
geometria della mente nel salto eco-biostorico.
Verso
una Topologia a occhio infinito della relazione Mente/Mondo.
©
Il Filo, Bari 2010.
xiE.
Bellone. Qualcosa, là fuori. Come il cervello crea la
realtà. Codice, 2011.
xiiA.
Colamonico. Edgar
Morin and Biohistory: the story of a paternity.
Op. Cit. 2005.
xiiiA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, 1973.
xivA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI, 1993.
xviii
A. Colamonico, M. Mastroleo.
Verso
una geometria multi-proiettiva della mente.
© Il Filo Bari, 2010
xixA.
Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. OPPI. Milano
1993.
xxiA.
Colamonico. Alla
palestra della mente. Costellazioni di significati per una topologia
del Pensiero Complesso.
©
Il Filo, Bari 2006.
xxiiA.
Colamonico. Alla
palestra della mente. Costellazioni di significati per una topologia
del Pensiero Complesso.
©
Il Filo, Bari 2006.
xxviA
Colamonico. L'osservatore
biostorico tra
echi di realtà e tempi 0.
Op.
cit. Sito Ufficiale di Biostoria scienza & metodo - ©
2011/2012
xxviiA.
Colamonico. Ordini Complessi. Op. cit. Il Filo, Bari
2002.
xxviiiA.
Colamonico. Alla
palestra della mente. Costellazioni di significati per una topologia
del Pensiero Complesso.
©
Il Filo, Bari 2006.
xxixA.
Colamonico. Biostoria. Op. cit. Il filo, Bari 1998.
xxxA.
Colamonico Alla
palestra della mente. Costellazioni di significati per una topologia
del Pensiero Complesso.
©
Il Filo, Bari 2006.
Acquaviva delle Fonti, 8 novembre 2013